Sallusti a Cielo che Gol: io simbolo di libertà di informazione (e che Mentana rosichi pure)
Il Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti si toglie qualche macigno dalla scarpa a Cielo Che Gol. Prima vittima: Enrico Mentana
Simona Ventura ha aperto oggi il suo Cielo Che Gol con una dichiarazione di intenti piuttosto determinata: “Io non ho nè padri nè padroni e ho l’onestà intellettuale di fare qualsiasi domanda mi venga voglia di fare”. L’affermazione si prospettava particolarmente succosa dato che gli ospiti della puntata di oggi sono niente meno che Roberto Formigoni ed Alessandro Sallusti.
Il primo a mettersi nelle grinfie di SuperSimo è proprio il Direttore de Il Giornale ad oggi tuttora passibile di carcere a causa di un articolo non scritto da lui qualche anno fa ma pubblicato dalla testata a cui fa capo. Tutto questo può accadere a causa della responsabilità oggettiva del direttore. La Ventura si immedesima in una casalinga di Voghera qualunque e chiede a Sallusti di spiegare, in parole semplici, di cosa si tratta:
Un direttore è responabile di tutto ciò che viene pubblicato su un giornale. si dà per scontato che un direttore possa monitorare tutto. Io posso controllare l’italiano ma per quanto riguarda il contenuto di un articolo mi devo fidare di chi l’ha scritto.
“Ah non si controllano le fonti?” domanda sibillinamente SuperSimo.
A questo punto Sallusti ribadisce fiaccamente l’impossibilità di controllare tutto da parte di un direttore. In ogni caso siamo uno a zero per la Ventura. Detto questo SuperSimo allenta l’attacco con una domanda piuttosto elementare e innocente sul peso delle parole che, secondo il Direttore de Il Giornale, pesano sì come pietre ma sono l’unico strumento di libertà.
E a propostio di libertà, secondo Sallusti quella di espressione sta nel poter ribadire la propria opinione anche con parole dure e forti ma sempre nel più totale rispetto e senza offendere nessuno. Il carcere per i giornalisti sarebbe condivisibile solo nel caso in cui si possa dimostrare che una falsità pubblicata non sia stata causata da fretta o distrazione ma da una chiara intenzione di dolo.
La parte più succosa dell’intervista però arriva nel momento in cui SuperSimo fa passare in rassegna volti di eminenti giornalisti italiani e chiede un Sallusti-pensiero in merito ad ognuno di loro. Pronti? Quasi insospettabilmente parole di ammirazione vengono spese dal Direttore de Il Giornale per Milena Gabanelli: “Non condivido in nessun modo il suo pensiero, ma la reputo l’unica vera cronista rimasta in Italia”. Peggio va a tutti a gli altri: da Gianluigi Paragone “bravo solo a cavalcare l’onda” a Ferruccio De Bortoli che “nonostante abbia molte più querele di me, e quindi dovrebbe sentirsi vicino alla mia posizione, non ha dedicato nemmeno un trafiletto alla faccenda giudiziaria che mi riguarda”.
Il meglio però arriva grazie al Sallusti-pensiero su Enrico Mentana:
Lo stimo molto. L’unico problema che ha con me è il fatto di non riuscire ad accettare che io sia diventato il simbolo della libertà d’informazione, ruolo che vorrebbe solo ed esclusivamente per sè.
Contenuti politici e frecciatine piccate a parte, televisivamente è stato un momento di rilievo (senza nulla togliere ai Fichi Dd’India ospiti ora mentre scrivo di Sallusti). L’intervista ha permesso di sviscerare temi attuali senza la spocchia caratteristica di molti contenitori d’informazione quando si tratta di parlare di temi politici. Unico appunto: il faccione di Sallusti era ben visibile durante tutta l’intervista ad eccezione dei momenti in cui la Ventura gli poneva le domande. Da parte mia sarei stata curiosa di vedere la sua prima reazione facciale davanti a quesiti che, lungi dal metterlo sulla graticola, qualche difficoltà gliel’hanno in ogni caso creata.
La fine di questa vicenda resta comunque piuttosto lontana e quindi tuttora nebulosa. Sallusti però ha le idee chiare:
Voglio che tutto si risolva con delle scuse o col carcere. Niente vie di mezzo per me.