Safiria Leccese a Blogo: “La strada dei miracoli? Parliamo della vita. Non puntiamo a fare meglio di Rambo ma…”
“Rambo? Io penso sempre e solo a fare bene quello che mi viene affidato”: intervista a Safiria Leccese alla vigilia de La strada dei miracoli.
Torna questa sera, martedì 13 ottobre, La strada dei miracoli su Rete 4 (seguiremo la puntata in diretta). Safiria Leccese, nel corso delle otto puntate previste, racconterà i miracoli, le guarigioni, i pellegrinaggi ed i luoghi della fede. La puntata di questa sera si occuperà – fra le altre cose – di Medjugorje, mentre Alfonso Signorini spiegherà cosa c’è di spirituale nella sua vita. “Mi sto preparando con tanto lavoro – spiega la conduttrice a Blogo – Quest’estate è stata costellata da molte riunioni a cui ho alternato le conduzioni del telegiornale. Dal 1 settembre, invece, sono tornata ad occuparmi in maniera totale ed esclusiva de La strada dei miracoli. Ci stiamo preparando con riunioni di redazione, pensando ai contenuti e alla fase di scrittura del programma”.
Cosa cambierà rispetto alla prima edizione?
“Cambierà pochissimo, quasi nulla. La prima edizione è andata bene, non dobbiamo fare qualcosa di diverso ma certamente dobbiamo migliorarci. L’impianto rimarrà lo stesso, anche quest’anno ci sarà una grossa carica di coinvolgimento perché il nostro programma parla al cuore delle persone. Avremo, semmai, qualche finestra in più sull’attualità, nonostante questo sia un programma che tocca corde senza tempo”.
Quindi vi occuperete anche del Monsignor Charamasa?
“Ce ne occuperemo, ci siamo messi subito in azione. Noi, però, conosciamo bene il perimetro della nostra trasmissione. Questa vicenda riguarda più trasmissioni di attualità come Matrix o La Gabbia. Il nostro perimetro è più particolare, anche l’attualità deve essere trattata in un certo modo. Ci interessa molto Charamsa, ma siccome tutti se ne sono già occupari noi cercheremo di farlo con il nostro stile. Vedrete”.
Tornerà Don Davide Banzato? E’ diventato un idolo sul web.
“Tornerà Don Davide Banzato, fa parte del cast fisso assieme ad Alessandro Cecchi Paone, Paolo Brosio ed il professor Luigi Garlaschelli del CICAP: così crediamo – e speriamo – di aver trovato una chiave per affrontare tutti i temi sotto ogni punto di vista possibile. Il nostro mantra è ‘per chi crede ma anche per chi non crede’, La strada dei miracoli deve diventare sempre più aperta a tutti, non ha – e non deve avere – un pubblico settario”.
Quando sta per partire un programma – che sia di cronaca, di politica o solo di interviste – i conduttori rivelano di volere Papa Francesco come ospite. E’ anche il vostro sogno? Alla fine la vostra sarebbe la trasmissione più affine al suo mondo…
“Mi prendi in contropiede: non posso dire che non vorrei Papa Francesco, è un grande Papa che non ci sta facendo mancare la sua vicinanza ed il suo pensiero. Umanamente mi interesserebbe chiedergli cosa ha provato quando il conclave ha fatto il suo nome e tante altre cose. Però ci sono pure altre persone interessanti, tanti miracoli interessanti”.
Il vostro obiettivo è “poppizzare” la spiritualità e renderla alla portata di tutti?
“Assolutamente. Il mio obiettivo personale, poi, è far uscire quella spiritualità che ognuno di noi ha dentro di sé. Io non ci credo quando dicono che certi temi interessano solo certe persone. Questa sera racconteremo una storia particolare di un miracolo, sarà impossibile rimanere indifferenti a quel racconto. Va bene dire ‘Io non ci credo’, ma è impossibile dire ‘Non m interessa’. Io non capisco perché, quando alcuni temi o programma diventano di massa, sembra che siano per cretini. La massa non è cretina, anzi… Lo dice sempre anche Maria de Filippi, io la stimo molto”.
Torneranno anche gli esperimenti scientifici? Lo scorso anno fece discutere il “tutorial sulle stimmate“.
“Torneranno gli esperimenti ma non saranno un appuntamento fisso della trasmissione. Noi non siamo un format, siamo un programma nuovo e creato da noi, quindi possiamo permetterci elasticità. Gli esperimenti torneranno solo quando saranno funzionali al nostro racconto e al tema trattato. Posso già anticiparti, per esempio, che non ci saranno nella prima puntata”.
Arrivate al martedì, serata molto chiacchierata a causa di quel “Rambo” tirato in mezzo pure dal Premier Renzi. Puntate a fare meglio di Rambo?
“Io penso sempre e solo a fare bene quello che mi viene affidato, è un pregio – o difetto, non so – che mi porto dietro sin dai tempi dell’università. Io penso a dare il massimo, ci metto la testa, il cuore, l’impegno ed il divertimento insieme a tutta la nostra squadra di lavoro. Io penso a costruire, basta”.
Lo scorso anno La strada dei miracoli andò bene (media 5,88%, 6,34% la prima puntata). Brachino commentò a TvBlog: “E’ una bella soddisfazione perché i programmi di prime time si fa presto a farli ma si fa anche presto a chiuderli”. Cosa aveva convinto?
“Ci sono due aspetti importanti, secondo me. Il primo sono i temi trattati: noi parliamo della vita, è difficile che qualcuno non se ne interessi. Poi, senza darci dei meriti, il secondo aspetto: siamo riusciti a trovare una chiave di accessibilità e vicinanza con il pubblico. Io stessa cerco di non creare una distanza ma perché sono la prima a non sentirla”.
La prima edizione è stata celebrata anche da un’imitazione, quella di Lucia Ocone a Quelli che il calcio. Come hai reagito?
“Mi ha fatta ridere. Ci siamo scritte, le ho fatto i miei complimenti. Quell’imitazione, arrivata dopo sole tre puntate, è stata salutata come una sorta di consacrazione. Lucia Ocone è bravissima, mi ha studiata ed è riuscita a trovare tutte le mie movenze che faccio con naturalezza. Addirittura si era fatta cucire un abito uguale al mio, ho particolarmente apprezzato quella professionalità”.
Quanto è credente Safiria?
“Non ha importanza e non deve averla. Questo riguarda solo la mia persona e le persone con cui condivido la vita. Io sono prima di tutto una giornalista professionista, non ritengo giusto espormi perché non devo portare le istanze di nessuno. Io, da cronista, amo la verità e noi la cerchiamo a La strada dei miracoli. La nostra volontà è quella di ascoltare tutti e non lasciare nessuno fuori”.
Com’è stato il passaggio dal telegiornale alla conduzione? Immagino non semplice.
“Sono cose completamente diverse, non c’entrano niente l’una con l’altra. Io ho un rapporto sereno con la telecamera perché la televisione dev’essere vera. Non me la sento di essere diversa da quella che sono fuori dagli studi televisivi. E’ ovvio che il telegiornale ti ingessa dietro l’istituzionalità delle notizie mentre la conduzione ti permette di essere più te stessa. Ho percepito un cambiamento sulla tipologia di lavoro che c’è dietro ad una trasmissione di prima serata, forse pochi se lo immaginano. Il conduttore stesso deve pensare a tante cose che gli ruotano attorno. Io non ho gobbi, non ho persone che mi dicono quello che deve dire… E’ complesso”.
Perché non sei sui social?
“E’ una scelta personale. Alcuni mi dicono che essere fuori dai social è come rimanere esclusi da una fetta di mondo. A me divertono, ne ho grande rispetto e quest’anno pure La strada dei miracoli sarà social. Ma ritengo che bisogna andarci piano. Io faccio già un lavoro molto esposto, ci tengo a preservare dei rapporti reali e non sovraespormi. Perché, poi, dovrei invadere le bacheche delle altre persone con le mie foto? Questa dose di super egocentrismo me la vorrei risparmiare. Preferisco passare le mattinate a studiare e scrivere. Insomma, preferisco riempirmi per poi dare”.