Sabrina Impacciatore al Concerto del Primo Maggio: “Nina Zilli non ha fatto né Amici né X Factor”. Ma il jingle Mediaset sì
Il Concerto del Primo Maggio (qui l’intero programma) è il perfetto esempio di come il nostro Paese sia irrimediabilmente diviso, in tv come nella politica. L’intellighenzia musicale fa a gara per parteciparvi e essere definita impegnata”, “di nicchia”, “socialmente utile”, visto che i talent show sono roba da idolettini pop. Un bel giorno arriva lei,
Il Concerto del Primo Maggio (qui l’intero programma) è il perfetto esempio di come il nostro Paese sia irrimediabilmente diviso, in tv come nella politica. L’intellighenzia musicale fa a gara per parteciparvi e essere definita impegnata”, “di nicchia”, “socialmente utile”, visto che i talent show sono roba da idolettini pop. Un bel giorno arriva lei, Nina Zilli, nostra signora del retrò alto in classifica, la vera vincitrice di Sanremo 2010 che a Valerio Scanu e Tony Maiello – in quanto a vendite e passaggi radiofonici – “gli” fa un baffo.
Il suo vintage d’autore spopola soltanto adesso, nonostante fosse conosciuta già da diversi anni nel settore (altro che clone di Giusy Ferreri che a sua volta – dicevano – clonava la Winehouse). E con la stessa tv la Zilli ha un rapporto controverso, fatto di “no” che contano – come la conduzione di Top of The Pops che ha rifiutato qualche anno fa – e di un esordio televisivo di qualità (era al fianco di Red Ronnie nel mitico Roxy Bar).
Peccato che Sabrina Impacciatore, quest’oggi, sia entrata a pieno nella parte della conduttrice da Primo Maggio. Da vera ex-ragazza di Non è la Rai “redenta” (va detto che ai tempi Boncompagni le faceva già fare l’intellettuale), a sua volta consacrata dall’imitazione di Marina La Rosa (Grande Fratello), ma soprattutto reduce dal cinema italiano d’autore (tra gli altri L’Ultimo Bacio di Muccino), nonché protagonista di quella cricca romana che si sente la qualità in pugno, l’attrice ha così annunciato la Zilli sul palco:
“E’ una cantante esplosa quest’anno, eppure non ha fatto né Amici né X Factor. Si è fatta le ossa nei piccoli club. Scrive le parole, le musiche, fa arrangiamenti. E’ una vera soul sister che ha dedicato il suo album a tutte le donne del mondo”.
Peccato che Nina abbia avuto bisogno di quel mainstream che al Concerto del Primo Maggio fa tanto schifo. Perché senza il carrozzone di Sanremo, purtroppo, non l’avremmo notata. E senza Mine Vaganti di Ozpetek, regista d’autore che ormai ha i botteghini in pugno, non ameremmo alla follia le sue 50mila lacrime.
In più, l’Impacciatore – forse – non è stata avvisata che l’hit sanremese della Zilli – L’uomo che amava le donne – è diventata il nuovo inno degli spot Mediaset. E’ stata, infatti, scelta come colonna sonora del battage promozionale di La 5, la nuova rete femminile del Biscione riservata al pubblico femminile. Un’occasione, questa, che al di là degli onoratissimi piccoli club darà un’ulteriore spinta alla popolarità della Zilli. Al di là del fatto che sia “scampata” ad Amici o X Factor.
Sia chiaro, con questo post non vogliamo dire che il vero successo deve passare per forza dalle vie più biecamente commerciali. Ma un po’ di puzza sotto il naso in meno, e più apertura mentale scevra da ipocrisia, non sarebbe male se vogliamo che la differenza – nell’Italia del lavoro che scarseggia – diventi un valore e non un ostacolo.