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Sabina Guzzanti: “Avanzi era tv libera”

Sabina Guzzanti ha presentato oggi al Festival del Cinema di Venezia il suo ultimo film Le Ragioni dell’Aragosta, come vi avevamo annunciato, e non ha nascosto la sua soddisfazione per quello che definisce “un esperimento politico e cinematografico”.Il progetto del film è legato a doppio filo con il passato televisivo di Sabina, che nel cast

4 Settembre 2007 16:13

Sabina Guzzanti ha presentato oggi al Festival del Cinema di Venezia il suo ultimo film Le Ragioni dell’Aragosta, come vi avevamo annunciato, e non ha nascosto la sua soddisfazione per quello che definisce “un esperimento politico e cinematografico”.

Il progetto del film è legato a doppio filo con il passato televisivo di Sabina, che nel cast ha arruolato tutti comici che lavorarono con lei su Raitre nelle prime esperienze di Avanzi.
La presentazione del film è un’occasione per ricordare proprio quei tempi che sembrano ormai lontanissimi:

Quella trasmissione rappresenta un momento di libertà nella televisione italiana. A quei tempi, in piena Tangentopoli, i politici pensavano a come evitare la galera piuttosto che ai programmi che trasmetteva la tv. Oggi, purtroppo, non è più così. La nostra non è certo una democrazia normale. In Italia se hai cose da dire, non puoi farlo. Le ali di qualsiasi slancio creativo vengono stroncate

L’impegno del film, seppure in una storia che è e resta sostanzialmente surreale, rimane al centro per la Guzzanti:

Ho pensato che il lavoro successivo dovesse affrontare questo tema: come si trova la fiducia in un progetto, nel proprio lavoro, nel proprio passato, negli altri? La risposta che mi sono data è che l’importante è esserci, riprendere il contatto con le piccole realtà, avere fiducia nella razionalità, e andare avanti


Le Ragioni dell’Aragosta, nelle sale da Venerdì, per la regista ed interprete è “un finto reality un tentativo di imitare la realtà utilizzando piani narrativi diversi“. Una definizione che può essere calzante, anche se personalmente mi ero sbilanciato nel paragonarlo al progetto di Al Pacino Looking for Richard (Riccardo III: Un uomo, un Re).

A margine della conferenza stampa Sabina non risparmia una stoccata al governo di centrosinistra, alle cui schiere di sostenitori viene spesso automaticamente assimilata con la classica faciloneria di certa critica faziosa.

Lo dicevo anche prima, che non sarebbe stato Prodi a cambiare l’Italia.

A giudicare dai palinesti Rai totalmente privi di qualsiasi esperimento o nuovo programma legato alla Satira, Prodi non sembra nemmeno in grado di far tornare l’Italia a prima del 2001. Sarebbe già un passo avanti.

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