Ryan Murphy parla di Ratched, una storia horror femminista ispirata a Qualcuno volò sul Nido del Cuculo
Ryan Murphy anticipa Ratched la serie tv Netflix con al centro l’infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo che sarà interpretata da Sarah Paulson
“Una storia horror femminista” così Ryan Muprhy intevenendo a GQ Live a Los Angeles, ha definito Ratched il suo prossimo progetto, la seconda serie tv del creatore di Glee e di American Horror Story per Netflix. Anche questa però non ancora parte dell’accordo firmato in esclusiva con la piattaforma ma prodotto tramite Fox 21 Television.
Insomma prima di vedere la prima serie tv nata dall’accordo milionario tra Murphy e Netflix bisognerà aspettare il 2020 o forse anche oltre. Intanto oltre ai vari capitolo di American Horror Story e Crime Story, a pensare a una nuova stagione di Feud e alla seconda stagione di Pose, l’iperattivo Ryan Murphy sta lavorando alle due serie tv originali Netflix The Politician, che lo vedrà tornare a dirigere Jessica Lange, e Ratched in cui ci sarà la sua musa Sarah Paulson.
Ratched la serie tv ispirata a Qualcuno volò sul nido del cuculo
Ratched è la storia dell’infermiera Ratched, che sarà interpretata da Sarah Paulson, del manicomio di Qualcuno volò sul nido del cuculo, il romanzo di Ken Kesey già portato al cinema nel film con Jack Nicholson. Invece di fare un semplice nuovo adattamento del romanzo, concentrandosi sul personaggio già interpretato da Nicholson, Murphy ha spostato l’attenzione sull’infermiera Ratched una sociopatica “una dei villain peggiori della storia…una sorta di Lecter al femminile. Una grande cattiva, molto incompresa“.
Murphy ha spiegato di essere rimasto affascinato da questo personaggio, dalle sue origini “come è diventata così? come è diventata una sociopatica?“. Come spesso capita nel mondo di Murphy le donne sono diventate subito protagoniste della storia “una storia horror femminista con tante donne coinvolte” tra cui appunto Sarah Paulson che sarà proprio la protagonista.
American Crime Story la nuova stagione
Incassate le nomination ai Golden Globe per American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace e in attesa di vedere la stagione dedicata alle vicende legate all’uragano Katrina, i fan sono curiosi di sapere cosa ha in serbo per loro per il futuro della serie tv visto che l’abbandono del progetto sul caso Lewinsky-Clinton.
“Ci stiamo prendendo del tempo per decidere” ha spiegato Murphy che ha raccontato come spesso l’ossessione “Trump” spunti tra i vari progetti che presenta. “Abbiamo diverse idee su cui stiamo lavorando, ma nessuna prevale su un’altra; quindi non c’è qualcosa che posso anticiparvi”.
L’autore e regista ha poi spiegato che riguardo al caso Versace è rimasto subito molto affascinato dal personaggio del killer, di Andrew Cunanan (interpretato da Darren Criss):
Sono convinto che ha ha fatto tutto solo per diventare famoso. Era una sorta di versione primordiale di Kim Kardashian. Aveva un padre che gli ha sempre detto che nella vita erano importanti soldi e fama. Ma non è riuscito a raggiungerli da solo quindi doveva prenderli dalle persone con cui entrava in contatto, per questo ha ucciso Versace”
Il successo di Pose
Le nomination ai Golden Globe gli hanno portato anche le nomination per Pose, la serie tv sul mondo dei club LGBTQ, delle sfide nella New York anni’80, ancora inedito in Italia. Aver realizzato questa serie, su un tema per lui, arrivato a New York nel 1987, molto caro e il suo successo in termini di pubblico e nomination, sono un segno di quanto Hollywood sia cambiata. “Per me è stato importante che questo progetto è stato trattato come tutti gli altri. […] Soltanto nel 2006 questo non sarebbe stato possibile”.
Murphy ha raccontato come nel 2008 è rimasto a letto per una settimana quando nel 2008 FX non ordinò il progetto di Pretty/Handsome “era subito dopo Nip/Tuck. L’ho fatto, l’ho amato, le reazioni erano state ottime, ma poi ho ricevuto una telefonata dal network che mi spiegava come i pubblicitari non lo avrebbero supportato” e quindi non venne realizzato. Al centro c’era un uomo sposato, interpretato da Ralph Fiennes che rivelava a mogli e figli di essere transgender. Quello che solo dieci anni prima era inaccettabile, oggi è un tema spesso al centro di vari progetti.
L’autore ha spiegato come a essere cambiati sono i dirigenti e il loro rapporto con la sessualità “Quando ho iniziato avevo un pessimo produttore che mi spiegava come fosse un’idea terribile avere un personaggio gay nel mio show Warner Bros…Imitava la mia voce durante le riunioni. E io dovevo stare seduto lì e accettare tutto. Quello che è successo è che io non sono cambiato ma sono cambiati i dirigenti.“