Rudy Zerbi, il giudice di Italia’s got talent: per la De Filippi è un “mago di dialettica”. L’ha scoperto la Gialappa’s
A Italia’s got talent c’è anche lui nella mitica triade. Rudy Zerbi, classe 1969, fino a qualche anno fa era un professionista della discografia che agiva al riparo dalle luci dei riflettori. Quando era ancora un ragazzo iniziava il proprio cammino nel mondo della musica come disc jockey alla discoteca Covo di Nord Est e
A Italia’s got talent c’è anche lui nella mitica triade. Rudy Zerbi, classe 1969, fino a qualche anno fa era un professionista della discografia che agiva al riparo dalle luci dei riflettori. Quando era ancora un ragazzo iniziava il proprio cammino nel mondo della musica come disc jockey alla discoteca Covo di Nord Est e presso Radio Tigullio. Appena maggiorenne si è trasferito a Milano, dove ha lavorato presso Radio 101 Network (ex Radio Milano International) sempre come disc jockey. In questo periodo si fa notare per le ironiche interviste ai danni di artisti internazionali, interviste ancor oggi reperibili nei circuiti peer to peer.
Nel 1998 ha conseguito comunque la Laurea in Giurisprudenza presso l’università Statale di Milano. Famoso talent scout, ha rappresentato, per conto della casa discografica Sony, molti celebri cantanti italiani, tra cui Mina, Franco Battiato, Renato Zero, Gianni Morandi, Loredana Bertè, Mango, Piero Pelù, Raf, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Morgan, Le Vibrazioni, L’Aura, Tricarico, Dolcenera. Passo dopo passo Rudy Zerbi è diventato il presidente di una delle più importanti case discografiche internazionali: la Sony Music.
Ma questo non gli è bastato, perché Rudy Zerbi ha in sé un talento comunicativo inespresso dietro una scrivania. Un talento che ha “scoperto” la televisione, e che lo vedrà questa sera passare da discografico a “divo”, nel gotha delle giurie televisive, al fianco di mostri sacri come Gerry Scotti e Maria De Filippi. Prima di lui il ruolo di “rivelazione” di un talent show è toccato a Mara Maionchi, vera e propria scoperta di X Factor, prima nota ai più solo come “mentore” di Tiziano Ferro.
Nel caso di Rudy Zerbi, tuttavia, si può parlare di un vero e proprio curriculum televisivo, di un personaggio formatosi nel tempo e che ha già “fan” e “detrattori” (questi ultimi lo hanno soprannominato Zerbino). In più, la sua comprovata “goliardia” lo ha visto più volte mettersi in gioco con la Gialappa’s Band, la sua vera talent scout sia in radio – in occasione di Rai Dire Sanremo – che a Mai Dire su Italia 1. Il suo debutto è avvenuto in Top of the Pops come “ospite”, ma soprattutto in un’altra giuria televisiva: quella di Operazione Trionfo datato 2002. Il primo talent show Mediaset, format internazionale ‘troppo avanti’ per i tempi, oscurato dal più popolare e casalingo Amici, vedeva Zerbi tra i superesperti del programma, assieme all’attuale Direttore delle Risorse Artistiche Mediaset Giorgio Restelli e la speaker radiofonica Anna Pettinelli.
Da “nemico” di Maria a uno dei suoi più cari Amici il passo è breve: Rudy Zerbi è diventato un “volto” del programma dalla settima edizione, che vide consacrato il fenomeno Marco Carta. Quella che ha aperto le porte ai discografici, insomma. Peccato che in quell’occasione le previsioni del discografico non si sono rivelate troppo lungimiranti:
“Amici è un programma fantastico perché permette a noi discografici, che facciamo un lavoro che a volte viene dopo tutto ciò che succede in un laboratorio come questo, di vedere tante cose che di solito non riescono a trasparire solo da una canzone. Io faccio i complimenti innanzitutto a te, Maria, perché fate un lavoro prezioso. Vi auguro di incontrare un po’ più di Alessandre Celentano e un po’ meno di finti buonisti, perché con loro si impara. Io ho fatto una mia scelta, di un personaggio tra di voi che potrebbe avere una chance in più in una carriera discografica. Per quello che mi piacerebbe vedere di più il mio cuore questa sera è andato a Roberta Bonanno”.
Roberta Bonanno non ce l’ha fatta, d’altronde non tutte le ciambelle escono col buco. E lo stesso Mario Nunziante, l’anno scorso prodotto da Zerbi, non rientra nella rosa dei fortunati di Sanremolab, a dispetto dei pronostici che lo vedevano dritto al Festival. Eppure Zerbi è un “onnivoro”, come l’ha definito il collega della Emi Marco Alboni, a sua volta tra le “star” della nuova edizione di Amici. E’ uno che mangia talmente di tutto, da poter cibarsi dei due grandi talent show. E’ lui ad aver prodotto le due regine delle vendite, oltre che dei talent show (mentre Marco Carta è la perla di Marcello Balestra, Direttore artistico della Warner): Giusy Ferreri e Alessandra Amoroso.
“I talent show devono essere vissuti come una grande opportunità, una scorciatoia, non come un punto d’arrivo. Molti saranno dei fenomeni di passaggio, altri, come Giusy Ferreri, sono artisti destinati a restare nel tempo. Su Alessandra abbiamo deciso di puntare perchè sa arrivare al cuore della gente: lo dimostra il fatto che dopo ancora un mese è ai vertici delle classifiche mentre altri suoi compagni di Amici son già fuori dalle chart. Bisognerà vedere come il pubblico risponderà ai concerti dal vivo, come andranno le prossime produzioni, ma siamo sulla buona strada”.
Se la Sony, insomma, è per format la sola casa discografica a produrre i reduci di X Factor, Zerbi mette la firma anche alle compilation di Amici. Dopo lo straordinario successo di Scialla dell’anno scorso, anche Sfida – ridottasi tuttavia a escamotage come ‘la maglietta-feticcio abbinata’ o il concorso per assistere a una puntata del serale – è partita subito col botto: è già al primo posto della classifica compilation. Questi prodotti, si sa, sono dei business mordi e fuggi, che rendono più ai discografici che ai singoli cantanti, interpreti di inediti dal consumo immediato.
Senza dimenticare che Rudy Zerbi è anche vicepresidente della FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana, del cui direttivo fa parte anche il sopra citato Alboni. I due hanno avuto un simpatico battibecco, nello speciale del sabato che ha visto protagonista Robbie Williams, il cui nuovo album, Reality Killed the Video Star, è prodotto dalla Emi. Ve ne riportiamo le battute, degne di un agone tra rivali che si rispetti, con la machiavellica Maria nelle vesti di arbitro:
Alboni: “Mi sono divertito come non mai oggi”.
Maria: “Oggi hai premiato, ma hai dato un disco solo rispetto a Rudy, come mai? “.
Alboni: “Mi aspettavo che lui mi aiutasse con qualche disco suo… “.
Zerbi: “La prossima volta ne porto altri 9, così gliene diamo 10 anche lui. Comunque è possibile tornare e darne altri. Io ho più facilità a dare dischi di platino, tu ne dai pochi ma buoni”.
Maria: “Ti ha fregato subito”.
Zerbi: “Robbie, la prima persona che ha salutato è Charlie Rapino che ha lavorato con lui (producendo i Take That ndr). Oggi abbiamo avuto una bella dimostrazione che la musica si vede anche, oltre a sentirsi”.
Maria: “Rudy Zerbi è diventato un mago di dialettica, ha spostato il discorso”.
Zerbi: “Riprendiamo il discorso sulla storia dei dischi. Due dischi ha portato Balestra. Io avrei anche dalla mia i dischi di platino che ha vinto Scialla…
Maria: “Rudy, non puoi giocare su di me con un ospite mio, è scorretto”.
Alboni: “Nella storia della discografia ci sono cicli e ricicli”.
Insomma, se prima erano solo i professori a rubarsi la scena delle sfide tra talenti, ora sono i discografici pop, ormai, quelli che se la cantano e se la suonano. E non solo in termini di vendite.