Romulus, le interviste ad Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli e Marianna Fontana: la preparazione, il protolatino e la prima serie da protagonisti
TvBlog ha intervistato i tre protagonisti di Romulus, la nuova serie targata Sky, Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli e Marianna Fontana.
A partire da venerdì 6 novembre 2020, in prima serata, su Sky Atlantic HD, avrà inizio Romulus, la serie dedicata alla leggenda della nascita di Roma, creata e prodotta da Matteo Rovere e diretta sempre da Matteo Rovere con Michele Alhaique e Enrico Maria Artale.
Oltre ai registi e agli sceneggiatori, TvBlog ha intervistato anche i tre giovani protagonisti di Romulus, Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli e Marianna Fontana, che, rispettivamente, interpretano i personaggi di Yemos, Wiros ed Ilia (cliccando sul link, trovate altri particolari e anticipazioni dei primi 2 episodi).
Con loro, ci siamo concentrati soprattutto sulla preparazione alla serie, com’è già noto, ambientata nell’VIII secolo a.C. e interamente girata in protolatino.
Come avete fatto ad entrare nei vostri personaggi e quanto avete studiato? Si può dire che Romulus è stata un’esperienza totalizzante a tutti gli effetti?
Andrea Arcangeli: “La preparazione è stata importante tanto quanto girare le scene. Era impossibile girare scene senza essersi preparati per mesi, senza aver forgiato il proprio corpo in base alle necessità del personaggio con allenamenti, palestra, imparare ad usare le spade, imparare ad andare a cavallo… Da lì, è iniziata poi la seconda fase della preparazione, con la sceneggiatura alla mano: imparare a memoria il testo ha portato via un’infinità di tempo. Sul set, c’è stato anche un susseguirsi di difficoltà che ti costringevano a mantenere alta la guardia, spinti anche dalla consapevolezza di avere un’enorme fortuna di potersi trovare, alla nostra età, a lavorare su un progetto di questa portata. Le riprese sono durate 7 mesi più 2 mesi e mezzo di preparazione. Il nostro 2019 è stato completamente assorbito da Romulus”.
Francesco Di Napoli: “È stata un’esperienza totalizzante, questo è sicuro. L’avvicinamento al personaggio è stato molto radicale nel senso che io, all’inizio della serie, ero molto insicuro. Abbiamo girato quasi in sequenza, una cosa che, in una serie, è difficilissimo fare, quindi, abbiamo iniziato con il primo e con il secondo episodio. Mi sentivo insicuro come Wiros intorno ai Luperci che erano tutti più forti di lui. Mi sono sentito un po’ così, non all’altezza di stare sul set, all’inizio. Secondo me, questo percorso mi ha aiutato molto per capire i veri sentimenti e le vere emozioni di Wiros”.
Marianna Fontana: “Per quanto mi riguarda, la preparazione è stata faticosa. Gli allenamenti sono stati pesanti. Io, personalmente, partivo da zero. Per arrivare ad un livello fisico accettabile e credibile, c’è voluta tantissima fatica. È stata anche una preparazione psicologica. Questo personaggio non è vicino al mio modo di essere. Parliamo di una vestale rinchiusa nel Tempio di Vesta che subisce dei traumi. È stato un percorso fatto piano piano, ho letto un sacco di libri, mi sono informata, andavo in biblioteca… Il latino mi ha aiutato molto ad entrare dentro questa arcaicità. Personalmente, ho trovato tutto molto interessante. Mi piacciono le sfide e Romulus è stata una bella sfida anche per capire quali potevano essere miei limiti. È stato molto stimolante”.
Andrea e Marianna, avete già citato la lingua utilizzata per Romulus, il protolatino. Quali sono stati i principali ostacoli a recitare in questa lingua e a parlarla con naturalezza?
Andrea Arcangeli: “La memorizzazione ha portato via molto tempo. Una volta memorizzata, non si poteva andare sul set e dirla semplicemente: sarebbe suonata un po’ come la versione di latino! La lingua andava fatta propria. Non avevamo riferimenti su come questa lingua veniva enunciata, motivo per cui, è stato compito nostro trovare un suono il più naturale possibile. Ognuno ha avuto il suo modo di recitarlo: tanti modi diversi di parlare la stessa lingua, un po’ come i dialetti oggi. Il lavoro è stato bello anche per questo. Ognuno ha avuto il modo di renderla personale“.
Francesco Di Napoli: “Abbiamo dovuto memorizzare sia le nostre battute che quelle degli altri. In italiano, non lo facciamo. In questo caso, invece, abbiamo dovuto imparare quello che dicevano gli altri. Tutti i piani d’ascolto dovevano essere credibili. La difficoltà maggiore è stata quella di dare una verità e una naturalezza a questa lingua, a tutti noi, sconosciuta: trovare una chiave giusta per ogni personaggio”.
Marianna Fontana: “Il lavoro sulla lingua è stato un lavoro di ricerca, di studio, di tanta dedizione. Io, personalmente, mi sono approcciata a questa lingua in modo molto musicale. Ho trovato in questa lingua un qualcosa di molto particolare. Certi suoni, che normalmente non abbiamo, li ho ritrovati in questa lingua. Il testo è diventato una sorta di partitura musicale e imparare le battute altrui è stato un po’ come un’improvvisazione jazz, dove devi essere sempre attento per inserirti… È stato bello entrare in questi nuovi suoni“.
Tutti e tre provenite da grandi successi soprattutto sul grande schermo, tu Andrea hai lavorato anche ad altre fiction. Come avete accolto questa proposta, partecipare ad una serie, per la prima volta, da protagonisti?
Andrea Arcangeli: “Sono stato molto contento di questa proposta. Negli ultimi anni, ho collezionato bei progetti, tutti molto diversi tra di loro, che mi hanno dato la possibilità di scoprirmi come attore. Io non vengo da accademie, da scuole di recitazione. In realtà, il mio essere attore, lo scopro sui set dove lavoro. Quando i set si dimostrano stimolanti come questo mi portano a superare i miei limiti e mi rendo conto dove fin dove mi posso spingere con la mia recitazione. Essere coinvolti in progetti così è un regalo“.
Francesco Di Napoli: “All’inizio, non ci ho creduto! Come ho detto prima, ho avuto insicurezza e paura di non essere all’altezza del progetto e degli altri attori. Mi sono sentito il più “piccolo” di tutti ma non di età. Grazie agli attori e ai registi, però, ho avuto il coraggio di affrontare questa situazione nel migliore dei modi“.
Marianna Fontana: “Anch’io, mi sono sentita onorata di far parte di questo progetto bellissimo. Nel cast, si è creato un bel rapporto anche se, sul set, non sono stata molto a contatto con Francesco e Andrea. Ho lavorato molto con Sergio Romano e lavorare con lui è stata un’emozione unica. Sergio Romano è un attore molto preparato, molto diverso da me che ho ancora molto da imparare. Con questa serie, mi si è aperto un mondo, sono felice di averne fatto parte e sono felice di aver dato un volto a Ilia“.