Per Studio Aperto e Tg4, al Roma Pride sfilano i “sessualmente eccentrici”: scoppia la polemica (VIDEO)
Sta facendo discutere l’appellativo dell’inviato Paolo Scarlata in un servizio trasmesso dai due telegiornali Mediaset, sabato 10 giugno.
Ieri il Roma Pride, la sfilata per l’orgoglio LGBT+ giunta alla sua 29a edizione, ha portato per le strade della Capitale una marea arcobaleno che – secondo gli organizzatori – ha coinvolto la partecipazione di un milione di persone. Le polemiche non sono mancate con una vigilia movimentata dal caso patrocinio della Regione Lazio, prima concesso e poi rimosso a pochi giorni dall’evento.
L’obiettivo della manifestazione, da sempre, è uno: riconoscimento dei diritti civili e contro l’omotransfobia, un appello quest’anno accompagnato dallo slogan “QueerResistenza“.
Il giorno dopo la manifestazione si tirano le somme, si analizzano i numeri e le reazioni. Tra chi prova a raccontare cosa è stato il Roma Pride, per chi vi ha partecipato (ma anche per chi non), ci sono due tg in queste ore sotto le polemiche e, nel dettaglio, si tratta di Studio Aperto e del Tg4 (entrambe sotto la testata unificata di TgCom24).
Sta facendo discutere per il servizio firmato da Paolo Scarlata trasmesso da entrambi i notiziari nelle edizioni serali di ieri, sabato 10 giugno.
Qualche parola di troppo ha fatto storcere più di qualche naso: “E’ un arcobaleno ancora più rumoroso che in passato – dice Scarlata – trentacinque carri, dodici in più dello scorso anno. Il popolo del gay pride romano balla, canta, provoca in linea con il titolo della sfilata QueeResistenza – e aggiunge – la resistenza dei sessualmente eccentrici, con il consueto contorno di polemiche“.
Roma Pride, sul web infuoca la polemica contro il servizio: “Livello di informazione pietoso”
A risuonare distorto è il passaggio dei “sessualmente eccentrici“, un appellativo azzardato per l’inviato-giornalista che ora fa i conti con la furia della comunità: “Abbiamo un livello di informazione pietoso” scrive Fabio (@Iperbole_) su Twitter, l’attivista LGBT che ha pubblicato il video da oltre 45mila views. “Non è da escludersi che la prossima volta li chiameranno “invertiti”” tuona sarcastico il sito gayburg.com
Qualcuno prova a smorzare i toni come @benzoatodisodio su Twitter: “Ok raga diciamola tutta: queer si traduce con eccentrico, semplicemente poteva trovare un altro modo, ma mi pare più una svista ignorante (che per un giornalista non va bene) che qualcosa in malafede” e a sorreggere la tesi sono gli screenshot che riportano la definizione paro paro dal dizionario di Google.
Questo non servirà a placare gli animi, né tantomeno le polemiche. Avrebbe potuto trovare modi, terminologie o forme totalmente diverse per esprimere un concetto? Magari con più tatto? Evidentemente sì. Da parte del giornalista un’ingenuità oppure una mera provocazione e pure riuscita?