Roma Fiction Fest – Visti per voi: The Big Bang Theory
Ci sono alcune produzioni estere, al Roma Fiction Fest. Una di esse è The Company, di cui ci occuperemo con più calma, quando non saremo travolti da questa Fest-Festival (la cui organizzazione, almeno a tratti, lascia un po’ a desiderare). Un’altra è la sitcom The Big Bang Theory (TBBT) che verrà trasmessa su Steel a
Ci sono alcune produzioni estere, al Roma Fiction Fest. Una di esse è The Company, di cui ci occuperemo con più calma, quando non saremo travolti da questa Fest-Festival (la cui organizzazione, almeno a tratti, lascia un po’ a desiderare). Un’altra è la sitcom The Big Bang Theory (TBBT) che verrà trasmessa su Steel a partire dal 20 agosto.
TBBT esordisce sulla CBS il 24 settembre del 2007, creata da Chuck Lorre e Bill Prady (coexec di Gilmore Girls).
L’incontro con i tre protagonisti si consuma fin troppo velocemente nella saletta del Cinema Adriano. Kaley Cuoco (Penny) ha appena il tempo di ridere a una battuta di Johnny Galecki (Leonard) e di dirci che il suo personaggio, Penny, è
tenera e dolce e genuina e ama genuinamente questi ragazzi… è la ragazza della porta accanto, la vicina di casa.
Ma questo lo sapevamo già. Galecki si intrattiene qualche secondo in più:
La prima cosa che ho pensato quando ho letto i copioni è stata che mi identificavo con la solitudine del mio personaggio, con il fatto che fosse un outsider, con la frustrazione che si prova quando si cerca l’approvazione degli altri, magari di persone che nemmeno ci piacciono. E c’è qualcosa che lui sa che esiste nella vita e che si sta perdendo: questa bellissima ragazza (Penny) lo aiuterà a trovare questo qualcosa.
Ma è Jim Parson (Sheldon) il vero performer, almeno a giudizio del sottoscritto.
Jim dichiara:
La cosa che più mi piaceva di Sheldon è che è così sicuro di sé, così competente nella sua materia di studio ma completamente perso nel contesto sociale. Eppure questo non scuote affatto la sua fiducia. Va a cercarsi tutte le occasioni sociali e le prende come se fossero dei contesti scientifici.
E in questo modo riesce a individuare realtà che altre persone non colgono. In sintesi, a Sheldon è consentito di dire cose che a altre persone non verrebbero perdonate.
Queste le dichiarazioni degli attori, che non hanno nemmeno il tempo di rispondere alle domande del pubblico e scappano via. Alla proiezione, The Big Bang Theory conferma le premesse: si tratta di una sitcom fresca e veloce, in un inglese preciso e puntiglioso. E non potrebbe essere altrimenti, visto che seguire le acrobazie linguistiche dei due ricercatori-nerd protagonisti è un’impresa sovrumana. A Sheldon è affidato il grosso del lavoro comico: slapstick e sopra le righe, geniale come solo un genio americano può essere, perso nelle sue equazioni e nel suo modo matematico e paranoide di affrontare la vita.
TBBT è una lezione su come si possa far ridere con tematiche non alla portata di tutti: la scienza, quella hard, che si mescola con la vita vera. Una lezione che in Italia dovremmo imparare, per uscire dalla nostra banalità congenita.