Roberto Fico (M5S): “Sconto frequenze a Rai e Mediaset? Subito in Commissione”
Il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai vuole fare chiarezza sulla delibera dell’Agcom che concede maxisconti a Rai e Mediaset per l’affitto delle frequenze televisive
Roberto Fico, deputato M5S e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ha commentato in un’intervista al quotidiano La Repubblica la delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che concede di fatto maxisconti a Rai e Mediaset per l’affitto delle frequenze televisive. Il parlamentare grillino ha fatto sapere che visto che “riteniamo urgente e grave” la vicenda “abbiamo cambiato il calendario della commissione per sentire subito – la settimana prossima” il presidente dell’Agcom Angelo Cardani e il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli. Fico, insomma vuole vederci chiaro, per capire se si è trattato dell'”l’ennesimo regalo a Silvio Berlusconi”. Anche perché – ha ricordato – “il 18 luglio la Commissione europea aveva ordinato alla nostra Autorità delle comunicazioni di rispettare le pari opportunità tra gli operatori economici, dicendo che non ci possono essere condizioni più gravose per i nuovi entranti né nuovi vantaggi per i soggetti esistenti. Si è fatto il contrario”.
L’esponente del M5S ha parlato anche di Rai in linea più generale, delineando il suo ideale di tv pubblica (che è difforme da quanto scritto nel programma del M5S per le ultime politiche – in quel documento si parla di “un solo canale televisivo pubblico”):
Passare da 14 canali a 4, accorpando Raiuno e Raitre, con due canali interamente finanziati dal canone e altri due – più sperimentali – in cui si tiene la raccolta pubblicitaria. Se vogliamo una Rai che faccia anche impresa e si misuri sul mercato internazionale, il modello più realistico è questo.
Fico ha commentato anche la proposta del governo di legare il canone alla Lotteria Italia:
È scandaloso e assurdo perché si legherebbe il canone della televisione pubblica a un flusso di denaro molto incostante. Per di più basato su di un gioco, nel momento in cui tutti ci siamo resi conto che la ludopatia è un problema serio.
Il parlamentare non ha comunque negato che “il canone va riformato, deve essere graduale e prevedere larghe fasce di esenzione”, ma in chiusura ha fatto notare:
Se pago la tassa sulla televisione pretendo che non ci sia la pubblicità. Perché quella, con gli ascolti, fa parte di un circolo vizioso per cui – alla fine – nei palinsesti comandano le scuderie dei grandi manager come Beppe Caschetto o Lucio Presta.