Roberto Benigni: fresco divulgatore dei dieci comandamenti…
Conosco il grande Roberto Benigni da anni, fin dagli esordi che furono strepitosi, a Roma, dove si trasferì venendo da Prato. Faceva il barista in una casa del popolo, diventò rapidamente una stella del teatro nelle cantine nei pressi del Vaticano e di Trastevere. Poi lo chiamarono in tv. Poi il grande Bob decise di darsi al cinema e fu successo, non film belli ma divertenti. Una carriera stroncata da un Pinocchio assurdo (avanti con l’età, caricaturale, solo sbagliato e presuntuoso) e da un film non riuscito, “La tigre e la neve”. Prima aveva avuto l’Oscar come attore per “La vita è bella”, un successo, glorioso e contrastato. Non fu l’ultimo, ma non più nel cinema. Col tempo, Roberto è diventato una risorsa tv Rai. E’ diventato un predicatore laico che parla di grandi temi: la costituzione, l’unità d’Italia (bella la sua lettura dell’inno di Mameli). Una resa dopo molta satira politica in teatro. Una resa al potere? Fatta di ascolti e di alti guadagni. Il talento è in