Rita Dalla Chiesa: “Pronta a portare in tribunale Cairo e La7”. L’emittente replica
Secondo quanto riferito dall’agente della conduttrice, Lucio Presta, per il momento dalla rete sono arrivate comunicazioni solo a livello informale
Ieri sera su Twitter aveva smentito che ci fossero stati o che fossero in corso dissapori con Urbano Cairo. A leggere le dichiarazioni riportate oggi all’Ansa sembra il contrario.
@TheFolloWerTv @Caustica_mente nessun dissapore. Opinioni diverse, forse
— rita dalla chiesa (@ritadallachiesa) 3 Dicembre 2013
Rita Dalla Chiesa ha annunciato di essere pronta a portare in tribunale l’editore di La7 qualora venisse confermata formalmente la notizia fornita in anteprima da TvBlog in merito alla cancellazione della sua trasmissione che sarebbe dovuta andare in onda nel 2014 con il titolo provvisorio La settima onda:
Se dovessi ricevere una conferma scritta e l’ipotesi di cancellazione dovesse risultare ufficialmente, allora sarò costretta a portare Cairo e la sua rete davanti ai giudici. Voglio augurarmi che questo non abbia seguito e che non debba essere costretta a tutelare il mio buon diritto in tribunale.
Anche Lucio Presta, manager della conduttrice, ha preso posizione naturalmente in difesa della sua assistita che la scorsa estate aveva lasciato, non senza ‘interno travaglio’ (citazione), Mediaset:
Dopo aver rinunciato alle reiterate proposte di Mediaset, non si può credere che all’ultimo momento, pare per motivi di budget, l’attività artistica e l’immagine di Rita possano subire un danno tanto grave quanto ingiustificato.
Presta ha confermato che per il momento da La7 sono arrivate comunicazioni solo “a livello informale e verbale”. Quindi ha chiosato:
Si tratta di una trasmissione del pomeriggio alla quale Rita ha lavorato con grande impegno e passione e che, dopo alcuni rinvii era pronta per il decollo, a presidio del pomeriggio della rete.
Intanto da La7 è arrivata la stupita replica:
La7 comunica di aver preso atto con stupore delle dichiarazioni della Sig.ra Dalla Chiesa e precisa che l’azienda non ha alcun obbligo contrattuale relativamente alla produzione e alla messa in onda di uno specifico programma, essendo le decisioni in merito rimesse esclusivamente alla propria valutazione.