Home Rita Dalla Chiesa Rita Dalla Chiesa a TvBlog: “Io e mio fratello mai invitati da Fazio. Ora tutti amici di Frizzi, ma dov’erano quando era vivo?”

Rita Dalla Chiesa a TvBlog: “Io e mio fratello mai invitati da Fazio. Ora tutti amici di Frizzi, ma dov’erano quando era vivo?”

Rita Dalla Chiesa a tutto campo: “Sono attaccatissima a Berlusconi, candidarmi con Forza Italia è stato come continuare a lavorare per Mediaset. Fazio? Non c’era pluralismo negli inviti. Nessuno vuole la dittatura”. Su Frizzi: “Persona vera senza scheletri nell’armadio”

5 Giugno 2023 12:02

Quarant’anni di televisione, poi il grande salto in politica. Rita Dalla Chiesa non è stata la prima e non sarà nemmeno l’ultima della lista. Deputata da quasi dieci mesi, la conduttrice non considera però la sua nuova avventura una parentesi, né tantomeno un ripiego. “Nella mia vita non esistono piani b o c – dichiara a TvBlog – mi sto occupando di cose che mi piacciono, cerco di vivere questa fase in modo consapevole e al meglio. Non è un impegno che ho preso alla leggera”.

Il sì alla corsa elettorale è arrivato dopo tre precedenti rifiuti. “Nel 2016 Giorgia Meloni mi chiese di candidarmi a sindaco di Roma, poi nel 2018 Berlusconi mi propose il Senato e il Parlamento Europeo l’anno successivo. Ho sempre declinato. Specialmente nel primo caso proprio non me la sentivo, ognuno deve conoscere i propri limiti e non avrei potuto prendere in giro la gente. Roma è una città tutt’altro che facile da gestire e lo stiamo vedendo. Non potevo accettare”.

Qualcosa è cambiato la passata estate. “Mi hanno beccato a casa a Roma. Ero sola e non avevo persone con le quali confrontarmi. Ci ho pensato un attimo e mi sono detta: ‘anziché criticarla dall’esterno, andiamo a scoprire la politica da dentro, forse qualcosa si può fare’. Tutto si è aperto e concluso nel giro di dieci giorni. La parola magica è stata ‘Puglia’, una terra che amo molto. Ho svolto una campagna elettorale faticosa, ho visitato la regione in lungo e in largo, ho incontrato le persone al mercato, ho ascoltato i loro problemi, ho versato lacrime vere. Non puoi fare il parlamentare se non vivi la realtà”.

Ha scelto di correre con Forza Italia in un momento di forte debolezza del partito.

Non ho mai tradito le persone. Provo stima e affetto profondo per Berlusconi e candidarmi con Forza Italia è stato come continuare a lavorare per Mediaset in un altro modo. Ho amato moltissimo quell’azienda, è come se fosse casa mia. Per me è stato normale, non so come spiegarlo. Non sarei potuta entrare in nessun altro partito. Conoscendo il presidente mi è parso automatico. Sono attaccatissima a lui, nonostante mi abbiano rivolto qualsiasi nefandezza.

Si riferisce a chi l’ha accusata di disonorare la figura di suo padre?

Sì, hanno messo in mezzo la mia storia personale. E’ l’aspetto che mi fa più male. La gente non sa, non capisce, ama colpirti dove sei più sensibile. E’ un attacco che va avanti da anni, o perché lavoravo a Mediaset, o perché sto in Forza Italia. Ma ho le spalle forti, ho subìto di tutto e subisco pure questo. Sono cattiverie gratuite. Ho assistito con i miei occhi a gesti incredibili di generosità del presidente Berlusconi con tutti i suoi collaboratori. Sono queste per me le cose che contano.

In estate c’era stata anche l’ipotesi di una sua partecipazione al Grande Fratello Vip.

Vero. Alfonso (Signorini, ndr) è venuto diverse volte a Roma per convincermi, ma diciamo che è stata più che altro una scusa per prenderci un aperitivo. Sapeva che non avrei potuto accettare. Ero solleticata dall’idea, il Grande Fratello bisognerebbe viverlo con l’approccio dei primi anni, ossia come esperimento sociologico. Alfonso insisteva: ‘potresti essere una specie di mamma per i ragazzi; c’è bisogno di una colonna, di una persona che calmi gli animi e che non si metta in competizione coi giovani’. Non mi sarebbe dispiaciuto, ma soffro di claustrofobia, non potevo stare in una casa che non era la mia. Io una casa ce l’ho. Sono stata molto chiara.

Non si è trovata dunque di fronte al bivio Gf Vip o Parlamento.

No, la proposta di candidarmi arrivò dopo ferragosto, mentre il Gf si prospettò a fine giugno. Io stavo bene come stavo, non sentivo il bisogno di fare per forza qualcosa. Mi piaceva svolgere il ruolo di ospite da Alberto Matano a La Vita in diretta, quello sì. Fornivo il mio contributo, ma la responsabilità del programma era la sua, non mia. Mi era utile per ristabilire un contatto con il lavoro che ho sempre amato e mi bastava. Fino a quando è arrivata la chiamata della politica.

A proposito di reality, nel 2002 condusse su Rete 4 C’era una volta la fattoria, antesignano de La Fattoria che però – due anni dopo – non vide lei alla guida, bensì Daria Bignardi.

Si trattava di una prova de La Fattoria che, tra l’altro, andò benissimo. Il programma con la gente comune è molto più vero di quello con i vip. Nel 2004 non mi contattarono perché ero già a Forum. Sai, i dirigenti a volte fanno delle riflessioni comprensibili: se un conduttore ha successo in una trasmissione, perché cambiargli posto? Se ci pensi, anche con Canzoni sotto l’Albero anticipai con successo un genere successivamente ripreso dalla Clerici e da altri. Chi ama questo lavoro desidererebbe cimentarsi in tutto, ma bisogna limitarsi alle cose che si fanno meglio. E io sapevo fare Forum.

Riavvolgiamo il nastro e ripartiamo dagli inizi. Tutto cominciò nel 1983 con Vediamoci sul Due.

Andava in onda su Rai2, era un talk pomeridiano composto da tante pagine, come un settimanale: cinema, teatro, attualità. Il primo esperimento di questo genere, molto carino e divertente. Per me fu come buttarmi in un burrone, non sapevo cosa mi sarebbe aspettato. Tuttavia, complice la mia solita incoscienza, mi lanciai.

Come la contattarono?

Lavoravo a Gioia e mi occupavo di spettacolo, attualità e moda. Le cose accadono sempre nella maniera più impensabile. Una sera mi arrivò la proposta. Come al solito risposi di no, il ‘no’ è la mia firma. Insistettero: ‘potresti curare la pagina della moda’. Accettai e mi ritrovai a condurre.

Era passato appena un anno dall’uccisione di suo padre.

Mi aiutò a venir fuori da quell’avvenimento. Cercai di pensare un po’ meno al dolore che stava montando dentro di me e provai a costruire altrove qualcosa che invece mi aiutasse. Qualche tempo dopo conobbi Fabrizio (Frizzi, ndr), come se tutto fosse preordinato. In realtà non era stato preordinato da nessuno.

Nel 1987 si concretizzò il passaggio alla Fininvest.

Mi chiamò Arrigo Levi per il primo tentativo di settimanale televisivo, sulla scia di Tv7. Mi aveva visto a Vediamoci sul Due e piacevo alla moglie. Mi trovai davanti ad una scelta complicata, lasciavo il certo per l’incerto, avevo una bambina ed ero separata. Non sapevo cosa mi sarebbe successo. Mio fratello Nando e Maurizio Costanzo mi consigliarono: ‘andrà bene, fidati’. Feci delle belle interviste a grandissimi personaggi. In seguito arrivò Parlamento In, evidentemente era nel mio destino. Invitavo i parlamentari, conoscevo le loro famiglie, raccontavo il dietro le quinte della politica. Ricordo che in studio erano sempre presenti Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Era una televisione bella, c’era solidarietà con chi conduceva. Si rideva, ci si aiutava.

La svolta arrivò con Forum.

Presi il posto di Catherine Spaak. La trasmissione, che andava una volta a settimana, con me diventò quotidiana. Ci fu un’esplosione totale, proponemmo il programma in tutte le salse, persino in prima serata. Ricordo anche lo spin off Affari di famiglia, che era nientemeno che Forum, ma incentrato esclusivamente sulle questioni familiari. E’ stato un periodo bellissimo. Mi ha segnato, così come ha segnato un’intera generazione. Ancora oggi incontro persone ormai adulte che mi raccontano di quando da piccole guardavano il programma con la loro mamma o nonna. Mi dà gioia pensare di essere riuscita ad entrare nelle case semplicemente come Rita, senza cognome. Per un conduttore è il massimo.

Il primo abbandono risale al 1997. Cosa accadde?

Fermo, fermo. Non abbandonai. Seppi che non avrei più condotto Forum da Pasquale Africano. Io sono molto ingenua e non avevo mai notizie di prima mano. Pasquale mi rivelò: ‘sai, spostano il programma su Rete 4 e arriverà Paola Perego’. Lui sapeva tutto e io niente. Il direttore di Canale 5 era Giampaolo Sodano. Un giorno incontrò Fabrizio all’aeroporto e gli spiegò che per quella trasmissione ero sprecata. Mi avrebbero voluta sfruttare per un contenitore che coprisse l’intero pomeriggio di Canale 5. L’idea, di Sodano e Costanzo, era quella di prendere un teatro a Roma e ricostruire una specie di appartamento dove passavano amici vari. Per via dei costi elevati non se ne fece nulla e io rimasi fuori. Nel frattempo, nessuno credeva più in Forum, che era stato retrocesso su Rete 4. Intuizione sbagliata, perché abbiamo scoperto che ovunque lo metti mantiene intatto il suo successo.

Sei anni dopo tornò a casa.

E Forum riconquistò Canale 5, pur rimanendo su Rete 4 con lo Sportello. Ricordo che arrivarono in camerino i dirigenti di Mediaset e mi avvisarono che sarebbe stato trasmesso al mattino sull’ammiraglia e il pomeriggio su Rete 4. Fu un azzardo, ma si rivelò un successo pazzesco. Puoi immaginare la fatica: andavo in diretta fino all’una, correvo in camerino a cambiarmi e ricominciavo. Senza contare tutte le telepromozioni da registrare. Ad ogni modo, mi divertii come una matta.

In quegli anni vennero a mancare in rapida successione molti pilastri del programma: Pasquale Africano, Tina Lagostena Bassi e, soprattutto, Santi Licheri.

Provammo un grande dolore perché venivano a mancare i veri protagonisti. Santi Licheri per gli spettatori era Forum e quando morì mi trovai obbligata a compiere delle scelte. Dovetti individuare nuovi giudici, non fu semplice. Ma il pubblico non ci ha mai tradito.

Nel 2013 il secondo addio, stavolta definitivo.

La vita ha preso un’altra strada, preferisco non parlarne più, ci sono stata male negli anni. Agli altri lascio la responsabilità di ciò che accadde.

Si accordò con La7 per un programma che non vide mai la luce.

Mi chiamarono quando capirono che ero sul mercato. Avrei dovuto condurre una trasmissione pomeridiana, assai simile a Forum. Ma io ho i miei principi e la mia etica, quindi rinunciai. Non sarei mai andata contro la mia vecchia azienda. Rifiutai e mi rassicurarono: ‘non ti preoccupare, pensiamo a qualcos’altro, per adesso stai in panchina’. Ma io non sono abituata a stare in panchina e me ne sono andata.

Torniamo a suo padre. A settembre la fiction di Rai 1 dedicata al Generale venne rinviata per via della par condicio.

Una decisione che non ho capito e che mi ha ferito. Mi sembrò una scusa della Rai di quel periodo, d’altronde continuarono a mandare in onda Montalbano con Luca Zingaretti, fratello di Nicola. Era candidato pure lui, qual era la differenza? Non capisco perché nel caso della fiction su mio padre pensarono a me. Forse perché ero candidata con Forza Italia e non con il Pd.

Lei era accanto a Frizzi quando la Rai il 23 maggio 1992 decise di non cancellare la puntata finale di Scommettiamo che. Erano trascorse poche ore dall’attentato a Giovanni Falcone.

Ero nel suo camerino perché quando seppi la notizia corsi da lui, non volevo stare da sola. Quel pomeriggio si scatenò l’inferno. Fabrizio si batté come un leone: ‘non posso andare in onda, ma vi rendete conto?’. Con lui c’era anche Milly Carlucci, entrambi spiegarono che non potevano fare festa in quelle condizioni, che il pubblico non avrebbe compreso. E infatti non capì. Purtroppo l’unico a pagarne le conseguenze fu proprio Frizzi. Antonino Caponnetto pronunciò parole dure su Fabrizio, poi mio fratello contribuì a farli riappacificare. Resta una delle più brutte pagine della televisione italiana. Posso assicurare che Frizzi e Guardì si opposero con tutte le loro forze. Continuavano a ripetere che là fuori c’era un’Italia che piangeva la perdita di un grande uomo. Il clima festoso di quella puntata non si poteva vedere.

Qualche giorno prima il Movimento Sociale candidò Paolo Borsellino alla Presidenza della Repubblica, ma allo scrutinio ottenne meno di 50 voti. Una scarsa considerazione che, osservata oggi, fa decisamente effetto.

Borsellino era un uomo di grande sensibilità ed intelligenza. Ma all’epoca, prima della strage di Capaci, era Falcone la figura maggiormente conosciuta in Italia, Borsellino lo era di meno. Era un uomo di immenso valore, tuttavia senza ancora la presa sui media che aveva Giovanni. Resta il fatto che purtroppo devi morire per dimostrare agli altri chi sei.

Morire affinché tutti parlino bene di te. Un destino che in un certo senso ha avvolto anche Frizzi.

Questa è un’altra verità. Una volta scomparso, ho sentito parlare di Fabrizio in una maniera splendida. Ma dov’erano certe persone quando era in vita? Ricordiamoci che ad un certo punto della carriera venne allontanato dalla Rai e dovette rientrare da Rai 3. Poi, da morto, tutti si sono trasformati in grandi amici. Dove stavano nei momenti difficili? Li vorrei smascherare uno per uno, ma sarebbe un comportamento bieco. Li lascio nella loro illusione.

Nel 2020, alla vigilia del suo primo Sanremo, Amadeus dichiarò: “Fosse stato vivo, questo Festival sarebbe stato di Frizzi”. A suo avviso glielo avrebbero mai fatto condurre?

Non ho dubbi sulla buona fede di Amadeus, ma temo di no. Tutti sapevano che Fabrizio amava la musica più di qualunque altra cosa. Gli piaceva suonare, era appassionato del Festival, ma non ha mai potuto condurlo.

In compenso, sono passati più di cinque anni dalla morte e l’amore del pubblico resta vivissimo.

Fabrizio era vero, non ha mai smesso di essere una persona profondamente buona ed educata. Non aveva scheletri nell’armadio, di lui non potevi dire che in tv era una persona e fuori un’altra. Anzi, dietro le quinte era ancora più cordiale, si preoccupava e spendeva parole buone per tutti. Non era un santo, per carità. Ma se la gente continua ad amarlo è per questo motivo.

che tempo che fa luciana littizzetto maria de filippi
che tempo che fa luciana littizzetto maria de filippi

E’ membro della commissione di vigilanza della Rai e di recente si è espressa sul caso Fazio. In vent’anni non l’abbiamo mai vista ospite a Che tempo che fa.

Non mi ha mai invitata, ma non mi importa. Ad indignarmi è il fatto che non abbia mai ospitato mio fratello, un uomo di sinistra che ha compiuto mille battaglie contro la mafia, che ha scritto decine di libri, che è stimato da tutti, a livelli altissimi.

Pensa che Che tempo che fa non fosse un salotto pluralista?

Assolutamente no, non c’era pluralismo negli inviti. C’era un giro di ospiti che era sempre lo stesso.

Lucia Annunziata, al contrario, l’ha accolta negli studi di Mezz’ora in più.

A settembre scorso, ma solo perché selezionata da Tajani che mi portò con sé. Su di lei non riesco ad avere impressioni non positive. Certo, mi sarebbe piaciuto che rimanesse al suo posto e che non se ne uscisse con quelle dichiarazioni. Mi piacciono le persone che restano sul campo anche quando sai che tutto può remarti contro. Ha detto che non vuole essere una prigioniera politica, ma come ha spiegato bene Santoro da Floris è stata presidente di garanzia della Rai sotto il governo Berlusconi. La stimo troppo e mi sarei aspettata un altro atteggiamento. Ha addossato la responsabilità agli altri, ma nessuno le aveva fatto nulla, il contratto era pronto e nessuno pensava di rimuoverla. Né lei, ne Fazio. Nessuno vuole la dittatura.

Riconoscerà che un ministro che commenta con “Belli ciao” la fuoriuscita di Fazio e Littizzetto qualche reazione può scatenarla. Senza contare che così facendo ha alimentato la tesi dell’epurazione.

Un conto è dire una cosa, un conto è scriverla. Era il tono di chi voleva semplicemente togliersi un sassolino dalle scarpe, ma non rispondo per ciò che fanno gli altri. Mi dai atto che noi di Forza Italia siamo stati moderati, non ci sono stati attacchi feroci in questo senso. In ogni caso, ammetterai che in televisione i fucili sono quasi sempre puntati sulle affermazioni della Meloni.

Tipo?

Ad esempio la sera su La7. Se guardi la Gruber, qualunque sia il contesto o l’argomento di giornata, la prima parola a Otto e mezzo è su Giorgia.

Di tv ne guarda ancora molta?

La sera arrivo a casa stanchissima. Se riesco, mi metto sui social e accendo la televisione. La tv è il mio mestiere, ne ho sempre vista tanta. Guardo soprattutto i talk politici.

Quali programmi promuove?

Apprezzo Propaganda Live, Diego Bianchi è bravissimo e riesce a fare quello che in tanti non riescono a fare. Inoltre, anche se è troppo schierato, cerco di non perdere mai una puntata di Piazzapulita. Poi anche gli altri talk, da Porro a Giordano. Faccio molto zapping.

Rita Dalla Chiesa