Ultima puntata, questa sera alle 21:10 su Canale 5, con Rimbocchiamoci le maniche, la fiction con Sabrina Ferilli nei panni di Angela Tusco, operaia che, per salvare il proprio lavoro e quello delle sue colleghe, si candida a sindaco di Offidella, la sua cittadina, vincendo le elezioni e trovandosi così a dover affrontare anche altri problemi, legati alla comunità ed alla gestione della cosa pubblica.
La fiction, come ha detto nell’intervista a Blogo il regista Stefano Reali, è stata un esperimento per una rete come Canale 5, abituata ormai ad un certo tipo di programmazione: seppur non rinunciando al filone romantico e familiare, Rimbocchiamoci le maniche ha portato in prima serata l’argomento politico, legato però alle piccole comunità alle prese con problemi ordinari.
Pur senza fare numeri record, la fiction ha retto la sfida: dopo i 3,5 milioni del primo episodio, Rimbocchiamoci le maniche si è assestato intorno ai 3 milioni di telespettatori, in media di rete e con le altre fiction Mediaset. Per questo, diventa ancora più probabile una seconda stagione della fiction, sebbene non ci siano notizie ufficiali in merito.
Contattato da Blogo per parlare della serie tv, però, lo stesso Reali si è lasciato andare ad una considerazione su una possibile seconda stagione della fiction, ammettendo che qualche discussione a proposito c’è già stata:
“Si è parlato della possibilità di una seconda stagione, per ‘Rimbocchiamoci Le Maniche’. Se ne è parlato perché in qualche modo l’argomento si affronta sempre, quando una Rete investe tanti soldi nello sviluppo, oltre che nella produzione di una serie come questa. Quindi è un argomento che viene sempre affrontato, soprattutto se il ‘testimonial’ della serie è una star di prima grandezza, come in questo caso, e quindi l’investimento sale di livello. Non è solo un investimento economico. In questi casi, oltre ai soldi, si investono mesi, anni, nello sviluppare dei personaggi che possano intrecciarsi tra loro, un dibattito tematico sociale forte, e poi ci si ritrova con un Mondo del Racconto talmente pieno di situazioni possibili e di linee narrative a disposizione che sembra un peccato farli morire lì, nel ‘breve’ volgere di una sola stagione. Per non parlare del personaggio di Angela, così pienamente vivo e vitale nell’interpretazione che ne ha dato Sabrina Ferilli, che sembra davvero un peccato non dargli la possibilità di continuare a combattere. D’altra parte, il progetto di ‘Rimbocchiamoci le Maniche’ ha avuto delle ambizioni molto precise, e a mio avviso abbastanza audaci per quel tipo particolare di rete generalista che è oggi Canale 5.”
Per Reali, il format si è presentato da subito come arduo. “L’ambiziosità del format ‘Rimbocchiamoci le maniche’ è data dal fatto che ci si proponeva di coniugare social drama e sentimental comedy”, ha spiegato. “Non è un connubio facilissimo da gestire. Soprattutto per la necessità di armonizzare un personaggio carismatico come Sabrina Ferilli con la coralità della narrazione. Abbiamo cercato di rifarci a dei prodotti popolari che negli anni 50 e 60 hanno fatto grande il nostro cinema, film scritti e diretti da Luigi Zampa, Camillo Mastrocinque, Gianni Franciolini, Dino Risi. Ma oggi siamo nel 2016, sono passati più di sessant’anni, il mondo è cambiato profondamente”.
Il progetto, secondo il regista, è andato a buon fine, anche grazie all’accoglienza dei telespettatori:
“La riflessione fatta, quando abbiamo parlato di una possibile seconda serie, è stata essenzialmente questa: La serie è ambiziosa, vediamo come il pubblico l’accoglie, e poi decidiamo se andare avanti o no. Direi che il pubblico l’ha accolta molto bene. Nel senso che, nonostante una controprogrammazione ferocissima, fiction contro fiction, abbiamo mantenuto tutti gli spettatori ‘di prima chiamata’, e siamo saliti piano piano di share, anche contro prodotti con una fidelizzazione decennale, tipo Un Medico in Famiglia, o grandi eventi tipo Lampedusa, o addirittura film holliwoodiani in prima visione tv come ‘Saving Mr. Banks’“.
Un riscontro analizzabile anche tramite i numeri: “Durante le ultime cinque puntate, abbiamo avuto delle curve di share ottime, pur cominciando spesso con quindici minuti di ritardo rispetto alla controprogrammazione sulle altre reti”, spiega Reali. “In media, abbiamo sempre iniziato tra l’11 e il 12% di share ed abbiamo sempre finito oltre il 18%. Con quattro/cinque break pubblicitari nel corso dei novanta minuti, nelle ultime quattro puntate abbiamo battuto la concorrenza, (nella settima puntata, in sovrapposizione, nelle altre anche nella media). Il personaggio di Angela, stando alle rilevazioni del marketing, ha interessato un pubblico abbastanza trasversale, e, a sorpresa anche di giovanissimi, oltre che alla tradizionale fascia ‘family’ a cui era destinato”.
Reali, insomma, si dice contento non solo degli ascolti, ma anche della ricezione sui social network:
“Dal mio punto di vista, direi che la scommessa è vinta. Anche per quello che riguarda la qualità narrativa. In generale, dalla critica e sui social network, siamo stati lodati per il garbo con cui abbiamo presentato un certo numero di snodi e di argomenti che potevano avere qualche motivo per essere respinti dal pubblico. Anche il fatto di aver dedicato ogni puntata ad un particolare problema sociale mi pare sia stato apprezzato”.
Dare maggiore spazio alla trama verticale, mettendo in risalto un problema diverso in ogni puntata, deve effettivamente aver favorito la fidelizzazione del pubblico. “Le valutazioni finali a mio avviso sono positive”, conclude Reali. “Certo la decisione di andare avanti o no ora dipende anche dagli obiettivi editoriali della Rete, visti i cambiamenti epocali a cui stiamo assistendo nella tv generalista, non solo Mediaset”.