Ricorso Rai contro i tagli: Verro rivendica la ‘vittoria’, per il PD mossa incomprensibile
Antonio Verro convince il CdA e raccoglie i voti per il ricorso contro i Tagli decisi dal Governo: “Non è un atto poltico” dice il consigliere in area FI.
Antonio Verro propone il ricorso contro i tagli di 150 mln di Euro decisi dal Governo Renzi e il CdA Rai lo appoggia a maggioranza. Una decisione inattesa per i vertici Rai che adesso si ritrovano a dover ‘far causa’ al proprio azionista.
“Il CdA, votando a maggioranza una delibera che recepisce integralmente il mio ordine del giorno, ha dato mandato al Direttore Generale di attivarsi nelle sedi opportune per il ricorso contro i tagli al canone previsti nel decreto IRPEF”
ha scritto Verro in una nota stampa diffusa al termine della riunione, facendo anche trasparire un ‘pizzico’ di soddisfazione per quel suo ‘ordine del giorno recepito integramente’ e che ha diviso il centrodestra, raccogliendo i voti favorevoli di Guglielmo Rositani, di Rodolfo De Laurentiis e l’opposizione di Antonio Pilati e di Luisa Todini, poi dimessasi, ma riuscendo a convincere anche gli esponenti del centrosinistra Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo e Marco Pinto, espressione del Ministero dell’Economia che ha quindi votato contro il suo stesso ‘sponsor’.
Non è un voto politico, dice Verro, che punta piuttosto su una missione per il bene dell’azienda, come si legge sempre nella nota di ieri:
“Ci tengo a sottolineare che questo voto non ha alcun valore politico, come invece alcuni vogliono far credere. Alla fine, in trasparenza, hanno prevalso solo ed esclusivamente gli interessi dell’Azienda e di tutti i lavoratori del servizio pubblico”
Concetto ribadito anche in un’intervista ad Avvenire pubblicata questa mattina.
“Ma quale voto politico? Io non ce l’ho con il Governo. Devo difendere gli interessi dell’azienda e 11.000 dipendenti”
ha dichiarato al quotidiano, rivelando poi che la decisione di fare ricorso è arrivata dopo un paio d’ore di acceso dibattito e delineando anche i prossimi passaggi.
“La delibera impegna il DG a presentare un ricorso giudiziario o amministrativo contro la norma del Decreto Irpef che sottrae alla Rai 150 mln di Euro il modo che la questione arrivi alla Corte Costituzionale. Non si può consentire che, con un atto sui cui profili di costituzionalità insigni giuristi avanzano forti dubbi, si possono sottrarre al servizio pubblico ingenti risorse (…)”.
Sul piede di guerra il Dg Gubitosi, che parla di decisione inopportuna, mentre la consigliera Todini si è dimessa, ma Verro non si scompone:
“La Todini le dimissioni aveva già annunciate. Gubitosi sta facendo un lavoro egregio in Rai. Ciò detto, in generale diffido di chi a prescindere sono dalla parte del Governo. E comunque la delibera lo impegna ad andare avanti”.
La decisione del CdA incassa il favore dell’Usigrai – che parla di “un atto indispensabile per riaffermare il principio dell’autonomia della Rai: in linea con tutte le normative europee, le risorse per finanziare il Servizio Pubblico non possono dipendere anno per anno dal governo di turno” – ma scatena le furie del PD, in maniera piuttosto trasversale.
“Il ricorso contro il governo, azionista di maggioranza dell’azienda, è veramente sorprendente. Più che uno schiaffo al Governo e al Parlamento è uno schiaffo a chi non arriva alla fine del mese”
dichiara ad Avvenire il deputato del Pd e segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che trova la decisione ancora meno opportuna considerato il buon debutto di Rai Way sul mercato azionario, con un primo giorno che ha portato nelle casse dell’azienda 250 milioni di euro
“Tutti sono costretti a stringere la cinghia e i super retribuiti consiglieri di maggioranza cosa fanno? Votano per il ricorso che va contro una decisione del Governo e contro gli italiani”.
Spera che non ci sia un disegno politico dietro, ma che la decisione abbia a che fare solo con aspetti giuridici:
“Anche perché non vedo come un Cda eletto con la Gasparri, la peggiore legge possibile, e per di più in scadenza possa pensare di sfidare politicamente il Governo e il Parlamento.
Beh, sfidare forse no, ma magari l’idea di dare un po’ di fastidio a Renzi sarà passata per la testa di qualcuno. Al momento, però, la decisione del CdA sembra compattare il PD.
“E’ un bel boomerang per la Rai: in un momento come questo, mi sembra giusto che anche la Tv Pubblica concorra agli obiettivi di risparmio. Credo che questo ricorso sia un errore e non venga capito dai cittadini”
ha dichiarato a La Stampa il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, afferente alla minoranza PD di Area Riformista, che si raccoglie intorno al capogruppo alla Camera Roberto Speranza.
E mentre c’è chi invoca le dimissioni di Tobagi e Colombo, il CdA Rai si prepara a un agitato fine mandato, mentre i vertici Rai a un difficile inverno.