Riccardo Trevisani: “Sky ha provato a trattenermi, ma era momento giusto per passare a Mediaset”. E su Lele Adani…
Riccardo Trevisani debutta a Mediaset, dopo 17 anni a Sky: “Hanno provato a trattenermi, ma era il momento di cambiare”. E su Lele Adani…
Chi l’avrebbe mai detto che Fiorentina-Cosenza di Coppa Italia (in programma stasera alle ore 21.00 con diretta su Italia 1) sarebbe stata una partita così importante per Riccardo Trevisani, che per 17 anni ha raccontato il grande calcio?
(ride, Ndr) Eh sì, ha una importanza straordinaria. È la prima volta che vado sul chiaro. Un altro tipo di pubblico e di esperienza. L’entusiasmo è alle stelle. Dopo 17 anni nella stessa azienda, ho cambiato vita. E il cambiamento porta un ricircolo di emozioni notevolissimo. È il 13 agosto, Milano è deserta e sono felice di non essere al mare, ma qui a Milano a preparare Fiorentina-Cosenza. Anche perché la Coppa Italia non l’avevo mai commentata.
Cambierà il tuo modo di fare la telecronaca?
No, l’obiettivo è sempre quello di portare la mia emozione, possibilmente con competenza e preparazione. La telecronaca non cambierà: sarà sempre intensa e a ritmo alto. La cosa fondamentale, comunque, resta riconoscere tutti i giocatori.
Nel passaggio dalla pay-tv alla generalista si allarga il bacino di utenza. Ora Riccardo Trevisani lo conosceranno proprio tutti…
Non ho la pretesa di essere conosciuto da tutti; l’obiettivo è riuscire ad avere anche qui il riconoscimento e l’apprezzamento avuto su Sky; gli haters non mancano mai e non mancheranno a maggior ragione con un bacino di utenza più largo. Sono curioso di vedere cosa succede. Di sicuro è interessante e stimolante avere più persone che mi ascoltano. Fermo restando che poi ci sono quelli che guardano la partita semplicemente perché sono appassionati di calcio.
Nel tuo passaggio a Mediaset ha pesato il caso Pardo?
Sì, perché si è liberato un posto e hanno scelto di riempirlo con me. Mi hanno contattato a metà luglio per affiancare Massimo Callegari, che sarà l’altro telecronista di Mediaset. E in pochi giorni abbiamo chiuso l’accordo. Il cambiamento fa parte della vita, spesso si ha paura, ma è un bene in senso assoluto, secondo me.
Hai sentito Pardo in questi giorni?
Sì, al telefono, ci siamo scambiati l’in bocca al lupo. Lo conosco da 18 anni, per me è un amico, oltre che un collego. Prendo il suo posto, è vero, ma non è dipeso da me.
Quanto ha pesato, invece, nel tuo addio a Sky l’esclusione di Lele Adani?
Eh (sospira, Ndr). La proposta di Mediaset penso che sarebbe arrivata comunque e credo che l’avrei accettata comunque. Ho 41 anni, non penso che con Lele non farò più una telecronaca. Lele è stata la spalla della mia vita, con lui ho fatto un quinto delle telecronache, 280 partite. Ma la mia scelta di passare a Mediaset è per il progetto Mediaset, per la possibilità di fare la Champions League in chiaro e la Coppa Italia che non ho mai commentato. Mediaset è un’azienda grande, ha tante partite, si sta rilanciando e tutto questo mi entusiasma.
Lele Adani a Mediaset come commentatore te lo immagini?
Al momento non mi risulta, per il futuro non saprei. Di certo io sono stato contattato individualmente, non come coppia.
Piccinini ha detto che non deve essere facile avere Adani come commentatore in una telecronaca, perché è travolgente. Confermi?
Per me è stato facile. La sua passione per il calcio è la stessa mia. Abbiamo commentato le partite con la passione travolgente di cui parla Sandro, non ho fatto fatica. È più difficile avere accanto un talent che non ha la stessa passione, perché non ti viene dietro. Invece con lui io mi sono trovato benissimo. Parliamo la stessa lingua.
La mia sensazione è che la coppia Trevisani-Adani non fosse la più amata dai vertici di Sky Sport. Sbaglio?
Ti rispondo così: abbiamo commentato insieme la semifinale dell’Europeo e l’ultima finale di Champions League. Faccio fatica a pensare che non fossimo apprezzati, onestamente. Poi non si può piacere a tutti, ma parlo più della gente comune che dei vertici Sky. Anche Cristiano Ronaldo ha gli haters. Quindi, no, sui vertici Sky non ho mai avuto questa sensazione, anzi, siamo sempre stati premiati con le partite.
Eppure il primo sacrificato da Sky per la nuova stagione è stato proprio Adani…
Sono diminuite le partite a disposizione di Sky e qualcuno andava sacrificato. Hanno fatto una scelta… giusta o sbagliata, non entro nel merito. Per me Adani è un talent eccezionale, e fosse stato per me non ne avrei fatto a meno.
Avrai meno partite da commentare rispetto all’anno scorso?
L’anno scorso ho fatto cinquanta telecronache, quest’anno dovrebbero essere una quarantina.
Quindi nessun rischio di perdere l’allenamento?
La capacità di fare una telecronaca non dipende dal numero di partite. Se sei bravo, sei bravo, se non sei bravo, non lo sei. Che io ne faccia venti o cento, spero che il mio livello rimanga adeguato.
Da Sky hanno provato a trattenerti?
Sì. E per questo li ringrazio. Mi hanno reso ancora più difficile una scelta che era già complicata. Ma la voglia di cambiamento era tanta… o cambi a 40 anni o non cambi più. Era il momento giusto per fare il salto.
Cosa ti mancherà di Sky?
Ho 41 anni, quasi il 50% della mia vita l’ho passato a Sky. Mi mancheranno le persone, i colleghi e le abitudini di un percorso durato così tanto. Ma sono arrivato in un posto – Mediaset – dove nei primi tre giorni di lavoro mi hanno fatto sentire a casa. Quindi sono molto contento della mia scelta.
Per le prime partite di Coppa Italia non avrai un commentatore fisso al tuo fianco, ma si alterneranno Paganin, Cravero, Agostinelli e Camolese.
Non è un caso. Da quel che ho capito io, non ci saranno coppie fisse, ruoteremo tutti, anche per le partite di Champions League. Con loro non ho mai lavorato, ma li conosco e sarà un piacere farlo.
Non avrai un Lele Adani a Mediaset, insomma.
Esatto. Ma anche a Sky non ho commentato solo con Lele. In 17 anni di Sky fatto molte telecronache con altri talent.
Nel 2016, intervistato da TvBlog, avevi raccontato di essere abituato a risentire tutte le tue telecronache. Continui a farlo?
Assolutamente sì. Alla fine delle partite raramente sono soddisfatto. Se non si studia, non si migliora.
Raccontare la Champions League cosa significa per un telecronista?
Resta la competizione più bella e più affascinante che esista, se la gioca con Europei e Mondiali.
Nel tuo futuro professionale cosa immagini?
Ho fatto una scelta lunga, triennale, su un progetto. Quindi penso solo a Champions League e Coppa Italia. E la Nations League. Certo, ci saranno i Mondiali tra poco più di un anno, ma non mi riguarderanno. Li seguirò da spettatore. In tre anni avrò 130 partite da commentare, quindi il lavoro da fare è tanto.
A Mediaset sarai ‘solo’ telecronista o ti vedremo anche in veste di conduttore?
La base è la telecronaca. Sicuramente farò anche ospitate, da Pressing a Tiki Taka. Il 26 agosto commenterò i sorteggi della Champions League. Poi può succedere di tutto, non escludo nulla.
Per chiudere, si può sintetizzare e dire che lasci Sky, che è il top del racconto sportivo in Italia, per passare a Mediaset, una televisione che eccelle in alcuni ambiti, ma che nel racconto sportivo è un gradino sotto?
Si può dire che Mediaset ha valori in cui è top e che io spero di contribuire a renderla top anche nel racconto sportivo.