Home Serie Tv Revolution, la maledizione (interrotta?) dei mystery drama e l’onestà di Erik Kripke

Revolution, la maledizione (interrotta?) dei mystery drama e l’onestà di Erik Kripke

Dopo qualche settimana, Revolution mantiene molto buoni i propri ascolti, contrariamente a molti altri mystery drama hanno fatto in passato

pubblicato 17 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 00:59

“Revolution può rompere la maledizione del mystery drama?”. Con quest’introduzione si apriva, la scorsa settimana, un articolo di TvGuide che spiegava come lo show di Erik Kripke stia riuscendo a tenere incollato il pubblico contro oltre previsione (compresa la nostra).

In effetti, giunto alla quinta puntata, “Revolution” non sta dando segni di cedimento nè nella trama, che si mantiene su un alto livello di ritmo e senza eccessive complicazioni a livello narrativo, nè di audience, con il rating nella fascia tra i 18 ed i 49 anni addirittura in salita nell’episodio di lunedì scorso rispetto alla settimana precedente.

Dopo gli 11 milioni del primi episodio (4.1 rat.), la serie ha subìto un calo fisiologico, fino ad arrivare, nell’episodio di due giorni fa, ad 8,8 milioni di telespettatori, con gli 8 milioni della settimana precedente, con un rating del 3.4 contro i 3.2 dell’episodio di sette giorni prima.
Revolution
Revolution, la serie tv Revolution, la serie tv Revolution, la serie tv

I motivi alla base di questo successo, che ha spinto la Nbc a rinnovare lo show per tutta la stagione, secondo l’articolo sopra citato stanno nel non aver ecceduto nella componente mystery della serie (che resta comunque alla base del racconto), focalizzandosi sul percorso dei protagonisti sia nel tentativo di riportare l’elettricità nel mondo ma anche a livello personale.

La protagonista Charlie (Tracy Spiridakos), impegnata a cercare il fratello Danny (Graham Rogers), rapito dal generale Monroe (David Lyions), a capo di una milizia che dovrebbe mantenere l’ordine tra la gente, compie anche un viaggio di maturazione, rendendo “Revolution” una sorta di racconto di formazione post-apocalittico, dove per crescere bisogna sopravvivere.

Bene ha fatto, dunque, Kripke, a focalizzarsi sul presente dei personaggi, senza indagare troppo nel loro passato con flashback confusionari ed inutili, ma cercando di semplificare il racconto e renderlo comunque appassionante. L’esperienza di “Supernatural”, di cui è creatore, l’ha sicuramente aiutato a sviluppare una mitologia che possa reggere a lungo andare, così come il produttore J.J. Abrams ha portato la sua esperienza di produttore di serie-evento al servizio dell’autore, senza però, questa volta, imporre il proprio metodo. Per dirla breve, sembra che Abrams qui ci abbia messo più i soldi che le idee, facendosi da parte conoscendo il talento del collega.

Ed è lo stesso Kripke che, con un’onestà che raramente si ritrova in autori televisivi acclamati (sì, Shonda Rhimes, diciamo a te), ammette di avere davanti un percorso tortuoso in cui, per poter ottenere la fiducia del pubblico, è necessario stupirlo ma non prenderlo in giro. Per questo, l’autore ha rivelato che il mistero principale dello show, ovvero la ragione per cui l’elettricità sia sparita, sarà presto svelato:

“Fa parte della mia filosofia non fare il prezioso. Riveleremo il segreto quanto prima. Per me, più si prolunga l’attesa per una risposta, più cresce l’ aspettativa che quella risposta sia la più importante nella storia dell’uomo. Ed onestamente, non sono così intelligente”

.

Ovviamente, scoprire cosa ha causato il blackout porterà ad una domanda ancora più importante, ma quel che conta è che ad ogni domanda Kripke è pronto a dare una risposta, così come, però, non vuole che il pubblico si convinca che alcuni personaggi possano essere al sicuro. Ecco perchè, due puntate fa, ha deciso di eliminare Maggie (Anna Lise Phillips): “Ho questa abitudine di far fuori nei miei show i personaggi a cui sono affezionati, e Maggie è uno di questi”. L’autore con quell’episodio ha voluto “mostrare che nel mondo di Revolution ci sono dei rischi veri, e tra di noi abbiamo velocemente realizzato che la cosa più spaventosa da far vedere fosse l’uccisione della dottoressa. Nessuno è al sicuro”.

Per Kripke, però, i personaggi non resteranno impantanati in un viaggio per molte altre puntate. Il decimo episodio, infatti, sarà molto importante, perchè segnerà una svolta all’interno della serie, con Charlie che riabbraccerà Danny. A quel punto, lo show diventerà molto più di una semplice ricerca tra fratelli. “Col decimo episodio sarà finito il prologo, e s’inizierà con un nuovo capitolo”, ha assicurato Kripke. “C’è bisogno di esplorare il motivo per cui la serie si chiami ‘Revolution’ “.

Ma il decimo episodio segnerà anche un altro incontro, quello tra Miles (Billy Burke) e Monroe (David Lyons). “Si confronteranno per la prima volta dopo anni”, ha spiegato l’autore, “si vogliono ancora bene e non saranno certi se si vorranno uccidere o abbracciare l’un l’altro”.

E se vi sembra che il mondo senza elettricità della serie sia fin troppo brutale, sappiate che per l’autore si tratta di una versione “glamour” di come in realtà lui pensa che andrebbero le cose:

“Se il mondo si ritrovasse davvero senza elettricità sarebbe molto più spaventoso di come lo stiamo rappresentando. Siamo una società instabile e se mancasse all’improvviso, le cose peggiorerebbero molto velocemente”.

Insomma, di carne al fuoco ce n’è, e se Kripke non si farà distrarre dagli entusiami per gli ascolti, “Revolution” se non interromperla, potrebbe dirottare il senso della maledizione dei mystery in tv.


Revolution, la serie tv

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