I Fatti Vostri è stato, indubbiamente, il protagonista inaspettato della domenica televisiva, pur andando di solito in onda nei giorni feriali. Non solo, infatti, Giancarlo Magalli ha presentato l’inizio di Quelli che il calcio in stile Comitato, ma una puntata d’annata del 2001, quando c’era ancora Massimo Giletti alla conduzione, è finito nel mirino di Report, in una puntata dedicata alla “Giusta causa”.
La trasmissione di Milena Gabanelli si è, infatti, occupata di una serie di casi di reintegro al lavoro legati alla Rai. Innanzitutto è stata intervistata Mirella Spinu, cardiologa di professione e cantante lirica per passione. Per cantare un’aria di Puccini a I Fatti Vostri, appunto, si prese un giorno di malattia al lavoro per coliche addominali recidivanti, dove a un intervento. La casa di cura per cui lavorava allora la licenziò, ma la Spinu è stata reintegrata dalla Cassazione perché “la guarigione non era stata ritardata e il carattere amatoriale della sua esibizione era espressione dei diritti della persona”. Le sono stati, poi, pagati quasi 100 mila euro di stipendi e contributi arretrati. Insomma, poteva tranquillamente cantare in tv ma non lavorare, come ha ribadito lei stessa a Report.
Poi è stato ricostruito il caso di un giornalista della Rai che guadagna oltre 19 mila euro lordi al mese, ma da più di 10 anni non fa nulla. Nel 2002 la Rai aveva dato incarichi dirigenziali importanti, ma lui aveva contestato che erano privi di contenuto e, così, ha fatto causa all’azienda per demansionamento.
Pochi giorni fa la Corte di Cassazione gli ha riconosciuto un risarcimento di 170 mila euro per i danni causati dalla ‘protratta inattività.’. Intanto la Rai ha provato a licenziarlo, perché per anni è andato a lavorare la domenica, pur non avendo un incarico, maturando oltre 500 mancati riposi. E i giudici lo hanno reintegrato, considerando il suo licenziamento discriminatorio.
Report, insomma, ha denunciato più che mai l’altalena della giustizia italiana, che vede i verdetti in Cassazione ribaltati. Guardando, come sempre coraggiosamente, in casa.