Renzo Arbore e Pap’occhio: meno diseducativo di Amici e X Factor?
Chi non ricorda L’Altra Domenica? Lo storico varietà datato 1976, nato da una costola del programma radiofonico Alto gradimento, è stato riesumato in occasione del Bellaria Film Festival di Rimini, con uno speciale intitolato La tv dell’altro mondo. Ma la vera sorpresa è arrivata domenica sera, quando RaiSat Extra ha programmato in coda al documentario
Chi non ricorda L’Altra Domenica? Lo storico varietà datato 1976, nato da una costola del programma radiofonico Alto gradimento, è stato riesumato in occasione del Bellaria Film Festival di Rimini, con uno speciale intitolato La tv dell’altro mondo. Ma la vera sorpresa è arrivata domenica sera, quando RaiSat Extra ha programmato in coda al documentario in questione il film Pap’occhio di Renzo Arbore.
Il motivo dello stupore sta nel fatto che, dopo ben 28 anni, è caduto il tabù su un film fortemente discusso, persino sequestrato per vilipendio. Si trattava, infatti, del primo esempio di dichiarata satira italiana contro la Chiesa. Così Renzo Arbore, che ha diretto e interpretato il film con gran parte dei compagni dell’Altra Domenica, ha commentato su Repubblica l’inaspettata scelta satellitare:
“La messa in onda è stata decisa proditoriamente da quelli di RaiSat Extra, a mia insaputa. Hanno fatto questo blitz e non so nemmeno io come siano riusciti a trasmetterlo: m’è arrivato un bigliettino mentre mi trovavo sul palco al Festival di Bellaria, ero un po’ incredulo ma l’ho annunciato. Mi ha fatto molto piacere: l’ho rivisto a casa mia con un gruppo di amici tra cui Vincenzo Mollica e Roberto D’Agostino che mi hanno confessato di averlo capito più ora che allora. Credo che fosse un film avanti sui tempi, il pubblico non era abituato a quel tipo di ironia, a quello sberleffo anche se bonario. Uscì in anni in cui non si poteva neanche pronunciare la parola Papa senza incorrere in censure, figuriamoci farci un film presentandolo come un uomo prima che come un pontefice”.
A spingere Arbore a lanciarsi in un esperimento tanto ardito, prima di tutto il coraggio dell’incoscienza ma anche l’euforia prodotta dal successo de L’Altra Domenica. A campeggiare in entrambe le bande di personaggi stralunati e surreali, un incontenibile Roberto Benigni alle prese con un critico cinematografico sui generis, a cui si univano Andy Luotto, Silvia Annichiarico, Isabella Rossellini…
La trama verteva sulla realizzazione, su incarico diretto di Wojtyla, di un programma televisivo per la neonata TeleVaticano. Le poche settimane di programmazione nei cinema gli hanno valso il Biglietto d’Oro, ovvero il premio degli esercenti, e il quinto incasso della stagione. Persino da Federico Fellini arrivò un plauso diretto ad Arbore, il cui stile era più vicino al suo gusto.
Peccato che furono ravvisati gli estremi della blasfemia, sino a disporre il sequestro del film in tutto il territorio nazionale. Le accuse giuridiche sono cadute nell’82, per intermediazione dello stesso Benigni, e la Corte d’Appello di Roma ha finalmente archiviato la denuncia per vilipendio. Eppure la facile ironia sul catechismo fece sì che la pellicola, a parte un breve circuito nelle sale d’essai nel ’98, non fosse comunque più reperibile.
Soltanto adesso qualsiasi postumo dello scandalo sembra accantonato, con un grande passo da parte della tv satellitare che ha approfittato del suo ruolo marginale ma non per questo da sottovalutare. Peccato che a un profeta d’altri tempi come Arbore non basti per sciogliere ogni perplessità sulla tv attuale. Anzi, ultimamente pare aver rincarato la dose, come possiamo vedere da dichiarazioni estrapolate dalle più recenti interviste.
“Con Speciale per voi o Bandiera gialla sono stato l’antesignano di programmi come Amici. Solo che io portavo in tv giovani diversi: oggi secondo l’Auditel i nostri ragazzi sono interessati solo a sport e pettegolezzi, una maggioranza poco scolarizzata che Amici o X Factor non aiutano a educare”.
“Quello che abbiamo fatto in televisione, e penso anche a programmi come Indietro tutta o Quelli della notte, è tutto replicabile. E’ una televisione senza tempo, surreale, staccata dalla realtà e per questo sempre attuale. Invece oggi quasi tutto si basa sul gossip, sull’attualità, sull’attacco contro qualcuno o qualcosa. E se non fai ascolti, ti chiudono il programma. Con l’Altra Domenica chiudemmo all’apice del successo, ma prendete Quelli della notte: ebbe un successo enorme, ancora lo replicano, ma non è che avesse chissà quali ascolti”.
Eppure, Arbore non nasconde di essere un telespettatore onnivoro e di guardare tanta tv. Ecco le sue rare preferenze:
“Mi piacciono Maurizio Crozza, Elio e le storie tese. Fiorello? E’ bravissimo, il più grande, ma è molto diverso da me: lui è un eccelso intrattenitore, che guarda con molta attenzione all’attualità. Lillo e Greg mi somigliano molto: sono così surreali”.
Siamo sicuri che anche questa volta il suo intervento è destinato a far discutere e noi vi lanciamo una provocazione: era più diseducativo Pap’occhio ai suoi tempi o i talent show odierni additati dallo stesso Arbore?
Prima che il dibattito si scaldi, una precisazione “dell’editore”: TvBlog nasce nell’era di Amici e X Factor e non può ignorarli per vivere nel rimpianto di qualcosa che non c’è più. Non sta a noi schierarci drasticamente tra i passatisti o i modernisti, ma una riflessione è d’obbligo: c’è di che rimpiangere quando l’artista era talmente centrale da meritarsi la censura, mentre oggi ci resta il sospetto che tutto sia “troppo” lecito e gratuito. Posto che siamo contenti di aver ritrovato Pap’occhio, siamo sicuri che un’operazione simile risulterebbe così di rottura ai giorni nostri, vista l’anarchia mediatica elevata a strategia di marketing?
Se gli Arbore e i Benigni, un tempo, sono stati censurati prima che epurati – quel termine forse non esisteva ancora – magari non avevano soltanto un peso demagogico… ma culturale, in una società in grado di recepirne fino in fondo i contenuti eversivi. Perciò, prima di chiederci se guardando i programmi di massa siamo a nostra volta dei cerebrolesi, domandiamoci che alternativa abbiamo, se non quella di spegnere la tv per guardare Amici e X Factor fuori dalla finestra. In quest’ultimo caso, anche a voler chiudere i battenti, il rumore di sottofondo ci arriva lo stesso, perché la quotidianità non si spegne. Tanto vale stare all’erta, adeguarci a quest’altro mondo senza per questo negarci altre vie artistiche e culturali.