Renzi a Cartabianca, più opinionista che politico
Renzi a Cartabianca ieri sera nella veste di osservatore esterno alla pari di Paolo Mieli e Augusto Minzolini. Con esito positivo
Più opinionista che esponente politico. Questo il ruolo che Matteo Renzi ha assunto ieri sera a Cartabianca, dove ha preso parte in studio ad una conversazione (garbata e godibile) con Paolo Mieli e il direttore de Il Giornale Augusto Minzolini. Va premesso che il senatore e leader di Italia Viva in questi giorni non si sta sottraendo ai salotti televisivi (che continuano ad alimentarsi di chiacchiere, retroscena e nomi più o meno credibili per il Quirinale – e intanto il pubblico televisivo guarda il Grande Fratello Vip), ma ieri sera su Rai3 ha vestito un po’ a sorpresa i panni di opinionista sullo stesso piano dei giornalisti.
Aiutato dalla conduttrice Bianca Berlinguer che gli ha spiegato che “deve guardare di qua“, Renzi è apparso in ottima forma, regalando battute (“è possibile tutto, anche che la Fiorentina vinca lo scudetto“, “sono stato chiaro? Un po’ meno di Corona!“), mostrando un ottimo feeling dialettico con Mieli (“Mieli, faccia il bravo“) e proponendosi come “traduttore di Minzolini“.
Lo stesso Renzi, convinto che “Draghi è ancora in pista per fare il Presidente della Repubblica“, ha ammesso che “lo so che non siete abituati a vedermi con questa giacchetta più istituzionale” ed è apparso compiaciuto per il ruolo affidatogli di osservatore esterno “pacificatore“.
Per la cronaca, dal punto di vista dell’Auditel, il talk con Renzi ha tenuto il dato intorno al 5,5% di share (la media complessiva della puntata è stata proprio del 5.5%, con picco intorno alle 21.50 con quasi due milioni di telespettatori e l’8%. In quel momento Mauro Corona commentava i voti ricevuti in Parlamento per il Quirinale).