Rectify, su Sky Atlantic pregiudizio e solitudine in un drama che racconta l’America
Su Sky Atlantic Rectify, serie tv con protagonista un uomo che viene rilasciato dalla prigione dopo 19 anni, e che cerca di ambientarsi nella cittadina dove è cresciuto nonostante i pregiudizi
Le serie tv riescono anche a trattare temi complessi, che scuotono l’opinione pubblica, con una grazia che, però, offre al pubblico una visione dei fatti chiara e drammaticamente rappresentata con maestria. Rectify, in onda da questa sera alle 22:10 su Sky Atlantic, è uno di quei casi: un racconto forte, impegnato, che fa riflettere sulla solitudine e sul sistema giudiziario, ma soprattutto sulla colpa e sul pregiudizio.
Daniel Holden (Aden Young) ha passato 19 anni in prigione, dopo essere stato condannato, ancora prima di essere ventenne, dell’omicidio dell’allora fidanzata. Ora, però, grazie alle tecnologie più moderne, nuove prove del Dna rivelano che Daniel è innocente e può lasciare il carcere.
L’uomo, così, può tornare a Paulie, cittadina della Georgia in cui è cresciuto, dove ad attenderlo c’è la famiglia, in particolare la sorella Amantha (Abigail Spencer) e la madre Janet (J. Smith-Cameron), che hanno sempre creduto nella sua innocenza. A Paulie, però, Daniel non viene accolto di buon occhio: in città, infatti, serpeggia il pregiudizio, dal momento che molti lo ritengono comunque il colpevole dell’omicidio. Il carattere del protagonista, che è cresciuto all’interno della prigione, con poche visite ed in solitudine, non aiuta: in molti non riescono a capire se Daniel sia veramente innocente o se quel comportamento introverso e timido nasconda dell’altro.
La famiglia dell’uomo, intanto, è cambiata. Suo padre è morto mentre lui era in carcere, e sua madre ora è sposata con Ted Talbot (Bruce McKinnon), ora proprietario del negozio di pneumatici che una volta apparteneva al padre del protagonista. Ted ha due figli: Teddy (Clayne Crawford), che non gradisce la presenza di Daniel e che è sposato con la religiosa Tawney (Adelaide Clemens) che, invece, vuole aiutare il protagonista a reinserirsi nella società. Mentre Daniel prova ad ambientarsi in città aiutato anche da Jared (Jake Austin Walker), fratello di Teddy, il suo nuovo avvocato, Jon Stern (Luke Kirby) cerca di capire come scagionare del tutto l’uomo, dal momento che emergono prove contrastanti sulla sua innocenza.
Rectify, più che un thriller, è un drama che indaga la reazione della società americana di fronte all’errore ed al perdono. Il pregiudizio si snoda lungo la serie tv, che dimentica l’aspetto processuale dello show per dedicarsi di più allo sforzo del protagonista di andare d’accordo con un’epoca che non conosce e che lo fa sentire estraneo. Una scrittura che sfiora gli animi contrastanti dei protagonisti e che porta il pubblico dentro una vicenda che evidenzia le contraddizioni di un’America che offre sempre un’occasione a tutti ma che, al contempo, fa fatica ad accettare un cambio di direzione.
E’ proprio questa visione a dare a Rectify un’impostazione cinematografica, che si prende tutto il tempo che gli serve per analizzare ogni aspetto della vicenda, e regalare così al pubblico un dramma dal tocco non invadente, che emoziona con pochi e semplici personaggi.