The Umbrella Academy su Netflix arrivano i “nuovi” eroi con meno effetti e più affetto
La recensione in anteprima e senza spoiler di The Umbrella Academy la nuova serie Netflix in arrivo in catalogo il 15 febbraio
L’ombrello che protegge dalla pioggia è il loro simbolo. La famiglia la loro forza.
In vista dell’abbandono degli eroi Marvel e con il rischio di perdere anche quelli DC di The CW (presenti negli Stati Uniti), a causa delle proliferazione dei servizi di streaming Disney e Warner Bros, Netflix deve sempre più trovare nuove risorse interne e originali, continuando a spaziare tra generi diversi per portare pubblico di ogni tipologia all’interno del proprio catalogo.
The Umbrella Academy è la nuova serie Netflix rilasciata in piattaforma il 15 febbraio in tutti i paesi in cui il servizio è presente. Tratta dal fumetto di Gerard Way cantante dei My Chemical Romance con la passione per il fumetto, The Umbrella Academy è un ottimo esempio di serialità contemporanea, moderna e popolare nel senso più letterale e pieno del termine. Una serie giovane ma senza essere infantile, utile per una diffusione social ma senza per questo essere banale, capace di piacere alla generazione Z agli under 20, ma senza dimenticare i millennials, gli under 35. Insomma la serie ideale per questi anni ’10 dei 2000, quest’epoca affollata di serialità in cui (noi) trentenni ci sentiamo ancora giovani, inseguiamo le serie per i ragazzi e sogniamo quel futuro stabile che forse non avremo mai.
Trentenni come i protagonisti di The Umbella Academy, persi nella loro vita fatta di poteri da controllare, aspettative paterne da mantenere, sogni infranti, amori svaniti, dipendenze da evitare.
Trentenni perchè la storia inizia nel 1989 quando in uno stesso giorno 43 donne fino a quel momento non incinte, partoriscono. Convinto che questi bambini siano speciali, Sir Reginald Hargreeves prova ad adottarne il più possibile ma finisce per recuperarne soltanto sette.
Scoperti i poteri dei ragazzi, inizia ad addestrarli alla loro missione: salvare il mondo e l’umanità a partire dagli eventi più semplici tipici di ogni supereroe che si rispetti, fino ad arrivare a evitare la fine del mondo. I ragazzi crescono sotto la rigida cura di Sir Reginald, che considerano a tutti gli effetti come il loro padre (e dei veri genitori o dell’origine della loro misteriosa nascita non si fa menzione), le amorevoli attenzioni di una madre robot e di una scimmia maggiordomo.
Il tempo passa e le differenti personalità dei ragazzi iniziano ad emergere, così come l’assenza di poteri da parte di Vanya – Numero Sette, interpretata da Ellen Page, capace di infondere con un solo sguardo tutto il senso di sofferenza e isolamento di chi è sempre stato escluso da tutti e da tutto, di chi si sente diverso nella propria famiglia. I ragazzi si separano, uno di loro muore, Numero cinque con il potere di muoversi nello spazio tempo, sparisce e gli altri prendono strade diverse.
La morte di Sir Reginald porterà i sei ragazzi a ritrovarsi, compreso un inaspettato ritorno di Numero Cinque (Aidan Gallagher), rimasto ancora un bambino ma con lo spirito di un adulto che beve caffè ed è stanco della vita come chi di anni ne ha vissuti molti di più di quelli che appaiono. I sei dovranno affrontare i loro demoni interiori, quelle differenze che a lungo li hanno tenuti lontani, le rispettive diffidenze per riuscire a risolvere il mistero legato alla morte del padre (se di mistero si tratta) e salvare il mondo dall’imminente fine del mondo.
Oltre ai già citati gli altri fratelli sono Luther/Numero Uno interpretato da Tom Hopper dotato di una super forza, il leader del gruppo incapace però di staccarsi dall’ombra paterna; Klaus/Numero 4 è Robert Sheehan il personaggio che scuote la staticità del gruppo, costantemente eccessivo e sopra le righe, capace di parlare con i morti che fa tacere con l’uso di droghe pesanti; Emmy Raver-Lampman è Allison/Numero 3 capace di manipolare gli altri con l’uso della voce; infine c’è Diego/Numero Due interpretato da David Castañeda il vero supereroe da serie o da cartoon, l’uomo mascherato che nella notte salva l’umanità.
A complicare le loro giornate ci pensano Hazel e Cha-Cha (Cameron Britton e Mary J. Blige) due impiegati degli omicidi che viaggiano attraverso il tempo per fare in modo che quello che deve accadere accada, finiti sulle tracce di Numero 5.
The Umbrella Academy è una piacevole storia di crescita, cambiamento, comprensione dell’altro, amore familiare e tanti altri temi interessanti, offre un intrattenimento capace di catturare lo spettatore nel corso degli episodi ma difficilmente colpirà fin dai primi minuti spingendo a una maratona frenetica. La serie ha bisogno che lo spettatore le conceda il tempo di crescere, di costruire i suoi personaggi, di scoprirne le caratteristiche, di andare oltre le scene più divertenti, le sparatorie con la musica ad effetto, oltre il caos per entrare in connessione con lo spirito dei suoi protagonisti.
Un’aggiunta interessante al catalogo Netlfix, ma senza rappresentarne un elemento dirompente e cardine nel frenetico mondo contemporaneo della serialità.