Rebus per la Presidenza Rai: il Pd lancia Cereda e Ruffini, alle viste un altro “niet”
Oramai sembra una condanna: non ci può essere pace fra maggioranza ed opposizione sulle questioni che riguardino la Rai. La governance della tv di stato è ostaggio delle difficoltà politiche, una gestione sciagurata che dopo aver portato avanti per mesi lo stallo dovuto all’elezione di Villari alla Presidenza della commissione di vigilanza ora ripropone tutti
Oramai sembra una condanna: non ci può essere pace fra maggioranza ed opposizione sulle questioni che riguardino la Rai. La governance della tv di stato è ostaggio delle difficoltà politiche, una gestione sciagurata che dopo aver portato avanti per mesi lo stallo dovuto all’elezione di Villari alla Presidenza della commissione di vigilanza ora ripropone tutti i suoi limiti nel momento in cui si tratta per scegliere il successore di Claudio Petruccioli alla carica di Presidente della Rai.
La Vigilanza, impegnata a fare i conti con picchettaggi d’altri tempi animati dal Partito Radicale, è di fatto un organo di ratifica delle decisioni arrivate “dall’alto”, dagli incontri informali fra Dario Franceschini e Gianni Letta. Per una volta l’accordo sembrava accontentare tutti con la convergenza su un nome di garanzia come quello di Ferruccio De Bortoli, ma il direttore de Il Sole 24 Ore ha rifiutato dopo aver dato la sua disponibilità.
Il suo grande rifiuto è stato motivato, in un’intervista a Repubblica, con la sostanziale mancanza di poteri del Presidente Rai secondo quanto stabilito dalla Legge Gasparri attualmente in vigore. Sorprende, inutile negarlo, che un uomo dell’esperienza di De Bortoli se ne sia accorto solo dopo che maggioranza ed opposizione avevano trovato l’impossibile convergenza. Il sospetto che vi siano altre ragioni, difficili da individuare, è forte.
Lo scontro fra Pd e Pdl è improvvisamente ri-decollato, con Franceschini che provocatoriamente chiede la conferma di Petruccioli e Berlusconi che impone il suo “no” perchè, a suo dire, “la Rai ha bisogno di un rinnovamento“. E se lo dice il proprietario de-facto di Mediaset, uno che di televisione se ne intende, viene da crederci.
Il Pd ha sondato il terreno con due alternative, rivelate da Affaritaliani, entrambe vicine a RaiTre: Giuseppe Cereda, direttore della terza rete nel 2000, e Paolo Ruffini, attuale direttore. Possibilità che risultino graditi alla maggioranza pari a zero.
Tutto è così rinviato alla prossima settimana, con la prospettiva di una nuova bagarre senza fine che continui a stomacare i cittadini/elettori/abbonati Rai.