Re-view: Dalida Ferilliana e il finto Tenco
In occasione della rimessa in onda di Dalida TvBlog vi ripropone la recensione del primo passaggio, risalente al 28 maggio 2006, a cura di Lord Lucas. A seguire, dopo il salto, riproponiamo per chi non se lo ricordasse “il caso del finto Tenco”.Più che una gitana dalle radici egizie, una diva da borgata. Anzichè una
In occasione della rimessa in onda di Dalida TvBlog vi ripropone la recensione del primo passaggio, risalente al 28 maggio 2006, a cura di Lord Lucas. A seguire, dopo il salto, riproponiamo per chi non se lo ricordasse “il caso del finto Tenco”.
Più che una gitana dalle radici egizie, una diva da borgata. Anzichè una cantante d’epoca, un’aspirante Lollipop-pea della musica commerciale contemporanea. Troppo moderna e troppo poco aggraziata la rappresentazione Ferilliana di una star d’altri tempi come Dalida. C’è spesso e volentieri Sabrina nelle sue movenze e nei reiterati ammiccamenti e la romanità di una dizione mai curata finisce per stonare con l’atmosfera solenne auspicata.
Eppure in Francia ha riscosso un discreto successo: andata in onda circa un anno fa sulla francese TF1, Dalida ha ottenuto 6,1 e 6,5 milioni di spettatori a serata, pari al 25,7 e al 28,7 per cento di share. Forse perchè, oltre che nelle esibizioni cantate in playback, la Ferilli veniva doppiata per tutto il resto del film ed è risultata, per questo, più credibile? Nelle interviste ha dichiarato: “L’ho evocata, non interpretata”. E ce ne siamo accorti, dalle prime parole biascicate con un’inflessione vagamente buzzicona: “Voglio fare l’attrisce”.
Con tutto il rispetto per la sua onorata carriera, in una fiction biografico-documentaristica non c’è posto per le dozzinali pose da Commesse. Occorrono austerità e passionalità. Qualità che sicuramente appartengono al cameo, breve ma intenso, di Alessandro Gassman. Della Ferilli salviamo solo la presenza scenica nella cruciale performance di “Ciao amore ciao” di Luigi Tenco, con tanto di chioma fluente e ondulata, effetto via col vento (anche se tutte quelle acconciature cotonate ne rendevano spiccata la vocazione sciampista). Tutto il resto è Rugantino…
Uno dei post che mi è rimasto più a cuore, dei miei esordi a Tvblog, è quello su Dalida.
Ai tempi della messa in onda, infatti, mi divertii a sottolineare i nonsense presenti in questa fiction documentaristica, ma a rischio di diventare involontariamente umoristica.
Proprio di recente, cercavo materiale a tema su Youtube e mi sono imbattuto in un video molto interessante, che vi strapperà più di un sorriso ma anche un pizzico di riflessione.
Viene riproposta, infatti, la scena dell’esibizione clou che precede il drammatico suicidio di Luigi Tenco, avvenuto proprio durante il Festival di Sanremo.
Nel 1967, infatti, il celebre cantante si presentò (qualcuno sostenne a suo malincuore) in gara con la canzone Ciao amore ciao, interpretata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).
Ebbene, a detta di un forum di estimatori ed esperti del caso Tenco, scoppiato dopo la sua morte, nella scena in questione ci sarebbero diverse incongruenze, responsabili di una rappresentazione distorta ed estremizzata di Tenco a vantaggio della più carismatica Dalida Ferilliana.
Vi consiglio vivamente la visione, quantomeno per rinfrescarvi la memoria di quell’aberrante Luigggi.