Home Rai 1 RaiUno, diventa fiction la Riforma Basaglia

RaiUno, diventa fiction la Riforma Basaglia

Si intitolerà “C’era una volta la città dei matti” e sarà una fiction per RaiUno ambientata in parte a Trieste, città nella quale è stato montato per le prossime due settimane il set. Le riprese, per la verità, erano state annunciate per lo scorso maggio, ma ritardi nella produzione le hanno fatte slittare appunto alle

di marina
9 Luglio 2009 08:00

Fabrizio Gifuni interpreta Franco Basaglia Si intitolerà “C’era una volta la città dei matti” e sarà una fiction per RaiUno ambientata in parte a Trieste, città nella quale è stato montato per le prossime due settimane il set. Le riprese, per la verità, erano state annunciate per lo scorso maggio, ma ritardi nella produzione le hanno fatte slittare appunto alle prime settimane di luglio. Protagonisti Vittoria Puccini e Fabrizio Gifuni che interpreterà Franco Basaglia, lo psichiatra che diede vita negli anni ’70 alla riforma che porta il suo nome e che chiuse per sempre i manicomi. La regia è di Marco Turco mentre la produzione è RaiFiction e CiaoRagazzi di Claudia Mori.

La location principale è l’ex ospedale psichiatrico San Giovanni, chiuso proprio da Basaglia nel 1973, dove è già stata girata la scena di Marco Cavallo. Scrive il Piccolo:

Fra bandiere, tamburi e mascheroni di cartapesta, dal padiglione esce il corteo rumoroso e colorato di operatori, pazienti, artisti e semplici cittadini che sfilò per Trieste il 25 marzo ’73, segnando la definitiva apertura del manicomio alla città. Sul muro del padiglione campeggia la scritta in rosso “oggi Marco Cavallo comincia il suo giro per il mondo”: la storica uscita del grande destriero azzurro di legno e cartapesta, simbolo della voglia di libertà dei matti, è stata girata ieri pomeriggio sotto un cielo che spruzzava pioggia all’improvviso, costringendo la troupe a mettere al riparo di corsa le macchine da presa e i monitor.


La storia, racconta della Legge 180/78, meglio conosciuta come Riforma Basaglia che nel 1978 portò alla chiusura dei manicomi per fare posto a strutture di accoglienza e non di degenza che restituissero dignità ai sofferenti mentali. L’iniziativa, in quegli anni, rappresentò una vera e propria rivoluzione non solo scientifica ma anche culturale che l’intero Paese visse, com’era costume per quegli anni, con grossi dibattiti e discussioni. Per la prima volta si mise da parte il concetto di ospedale, nel caso delle persone che necessitavano di cure psichiatriche e si iniziò a lavorare sul loro bisogno di normalità e di umanità. Ed ecco che anche la musica e l’arte potevano entrare a far parte della riabilitazione:

San Giovanni è stato sede di manifestazioni culturali che hanno anticipato i tempi. Qui in quegli anni hanno suonato Gino Paoli, gli Area, Demetrio Stratos, De Gregori. In particolare nella fiction si ricostruirà il concerto Ornette Coleman: ora ha quasi 80 anni, e ancora si ricorda di quel momento.

E la portata della rivoluzionaria riforma è raccontata attraverso il personaggio Margherita, interpretata da Vittoria Puccini. Margherita è realmente vissuta e visse in manicomio la maggior parte dei suoi anni. Figlia di una ragazza madre tormentata dai sensi di colpa per averla avuta senza il sacro vincolo del matrimonio da un soldato americano fu dapprima rinchiusa in un istituto di suore e poi in manicomio perché era una ragazzina ribelle.

[Via | il Piccolo]

Rai 1