Home Serie Tv La Raidue di Carlo Freccero a dieta di Ncis: un azzardo ragionato (ma durerà?)

La Raidue di Carlo Freccero a dieta di Ncis: un azzardo ragionato (ma durerà?)

Carlo Freccero ha annunciato di voler ridimensionare la presenza di Ncis nella sua Raidue. Un azzardo per alcuni, visto che la serie tv è ancora molto seguita, ma il neo direttore ragiona in base ad alcuni temi, tra cui la giustizia ed il modo di rappresentarla nel nostro Paese

pubblicato 3 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 18:25

Non è l’idea di riportare Luttazzi in Rai, né quella di affidare a Simona Ventura The Voice oppure di espandere l’approfondimento giornalistico: la vera rivoluzione della Raidue pensata dal neo direttore Carlo Freccero ed annunciata in conferenza stampa passa per il ridimensionamento di Ncis.

Non una eliminazione dal palinsesto, sia chiaro: Freccero ha definito la presenza dello show della Cbs (e dei suoi spin-off) “massiccia”, e su questo non gli si può dare torto. Ad oggi -ma la situazione varia nell’arco dei mesi- il mondo di Ncis occupa la fascia preserale, con due episodi che traghettano il pubblico verso il Tg2 delle 20:30 ma, in piena stagione, anche la prima serata viene colonizzata da Gibbs (Mark Harmon) e soci.

Una situazione nata il 10 gennaio 2005, quando Raidue mandò in onda i primi due episodi della prima stagione. Alla base di questa messa in onda di fatto ininterrotta (d’altra parte, Ncis dura da ben sedici stagioni) non c’è solo un’esigenza contrattuale, ma anche un vero e proprio successo di pubblico. Ncis, a differenza di tante altre serie tv che dopo il loro exploit sulla tv generalista hanno subìto un calo fino ad essere quasi del tutto dimenticate dal pubblico non appassionato di telefilm, si è imposta come uno degli show più visti anche in Italia, tanto da arrivare a vincere, una decina di anni fa, la sfida diretta contro Heroes, campione d’ascolti negli Stati Uniti e lanciato da Italia 1 come la serie evento dell’anno. Heroes fu dimenticato quasi subito, Ncis resta uno dei pilastri della domenica sera di Raidue. Almeno fino ad oggi.

Freccero sa bene come muoversi tra i palinsesti, e difficilmente rinuncerà ad un prodotto che garantisce ancora una buona fetta di pubblico: non a caso, come abbiamo già scritto, ha parlato di ridimensionamento. Il problema vero di un prodotto come Ncis (ma anche di un’altra serie come Csi, trasmessa da Italia 1) sta all’origine, ovvero al network di provenienza, la Cbs.

Un canale televisivo che negli Stati Uniti è tra i più visti, ma che spesso viene sbeffeggiato per avere la fascia d’età più alta tra le tv generaliste: il pubblico più adulto, in altre parole, segue la Cbs perché la Cbs continua a proporre prodotti a forte tasso di fidelizzazione come Ncis, Csi (fino a qualche anno fa) e Criminal Minds -ed a poco serve compensare con le sit-com, come The Big Bang Theory-. Tutti polizieschi e rappresentativi di un’America che sa difendersi e combattere la criminalità ad ogni livello.

“Un’America che non mi piace”, ha detto Freccero sempre in conferenza stampa, ma soprattutto, aggiungiamo noi, un’America che, in quanto “America”, non è l’Italia. Il mondo raccontato dai polizieschi statunitensi (così usciamo dal cortile della Cbs ed includiamo anche tutti gli altri network) è un mondo pericoloso, di criminali ad ogni angolo, ma anche di un forte senso del dovere e di giustizia, non solo a livello di forze dell’ordine ma anche di semplici cittadini.

Le storie di Ncis e dintorni sono esemplari di una sensazione di insicurezza che permea tutto il mondo occidentale. Ma se negli Stati Uniti a questa insicurezza si risponde con la fiction, in Italia la risposta passa per i talk e gli approfondimenti. No, Ncis non rappresenta l’Italia né il nostro senso di insicurezza, ma è portavoce di un modello che, proprio in quanto lontano da noi, ci affascina e ci conquista. Da qui, le repliche, le prime tv e la messa in onda tra pomeriggio e prima serata che hanno consolidato Ncis come una delle colonne di Raidue, una delle più importanti.

Le parole di Freccero (che ha anche giustamente rivendicato il merito di aver portato in Italia una serie provocatoria come Fisica o Chimica, durante la sua direzione di Rai 4, in un tempo in cui l’omosessualità in tv era ancora un tabù) vanno in una direzione che vuole valorizzare la vicinanza legittima che deve avere la tv di Stato con il nostro Paese: ecco il perché dell’idea delle fiction italiane in replica la domenica (e non fiction qualsiasi: Rocco Schiavone e L’Ispettore Coliandro, tra quelle citate dal direttore, sono due esempi di serialità italiana più che riuscita). Questa è la vera rivoluzione della Raidue di Freccero, ma anche il vero azzardo: se Freccero sarà in carica solo un anno, viene da chiedersi, il suo successore manterrà le sue proposte, oppure cederà al fascino del “si stava meglio prima” e riporterà Gibbs & Co. al loro posto?

E’ ancora presto per dirlo. Intanto, il neo direttore si prepari alle accuse di chi mal interpreterà il suo pensiero (è contro le serie tv straniere? Ma se ha portato The Good Doctor su Raidue!): sicuramente, non avrà problemi a difendere ogni sua scelta.