Rai2, il direttore Teodoli a TvBlog: “Per The Voice cerchiamo conduttore giovane, non Facchinetti. Virus è ancora in fase evolutiva”
TvBlog ha chiesto al direttore di Rai2, Angelo Teodoli, anche un bilancio provvisorio di Quelli che il calcio versione Nicola Savino
A margine della conferenza stampa di presentazione di Tutte le strade portano a, a cui ha presenziato, abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Teodoli, direttore di Rai2. Con lui abbiamo scelto di parlare di Virus – Il contagio delle idee, di The Voice of Italy 2 e di Nicola Savino, volto di punta della ‘nuova’ Rai2. Ecco l’intervista.
A gennaio scorso, poco dopo la sua nomina, in un’intervisterà raccontò l’intenzione di andare oltre il talk show classico. Alla luce di questo le chiedo un giudizio sull’andamento di Virus – Il Contagio delle idee di Nicola Porro e se avete intenzione di insistere con questo progetto nonostante non sia stato un successo clamoroso?
A gennaio era un altro mondo, in cui altri programmi di informazione che oggi fanno il 3,5-4% facevano il 7-8%. A gennaio l’attenzione verso i programmi di informazione politica era diversa. C’erano la crisi, le elezioni e i suoi sviluppi che hanno dato via ad una situazione stagnante. Ora l’attenzione sta calando, tant’è che tutti i programmi di informazione politica hanno perso punti.
Tranne qualcuno, però.
No, hanno perso tutti punti.
Intendo Ballarò e Servizio Pubblico.
Santoro faceva il 12%, giovedì ha fatto il 10, la settimana prima l’8 mi pare (in realtà il 7 novembre ha toccato l’11% di media, mentre il 31 ottobre ha totalizzato il 9). Quindi siamo ad una perdita di ascolto del 30%, non è proprio poco, perché 10 non è uguale a 14. Anche Ballarò, faceva il 16, fino al 18, ora fa il 13 o il 12%. Si vedono meno, ma ci sono i punti in meno. Formigli e Del Debbio facevano tra il 6 e l’8% e adesso fanno il 3,5-4%. Quindi c’è questo tipo di tendenza per i talk. Virus si è inserito in un momento di mercato debole; è come se iniziassimo a costruire navi nel momento in cui parte una tassazione su di esse. È una sfida difficilissima.
Il programma sta anche un po’ virando dal talk ad un altro genere…
Infatti, volevo dirti che Virus per me continua a starci finché dimostra di aggiustare il tiro e di cercare di raccontare le cose in maniera un po’ diversa. Rispetto all’inizio ci sono stati grandi cambiamenti: ora nella prima parte c’è l’intervista ad un personaggio attuale… non è ancora strutturato bene, dobbiamo dargli dei tempi televisivi. Porro è un accompagnatore, ha delle caratteristiche da conduttore più adatto al talk che ad una trasmissione strutturata. Quindi dobbiamo modifare la trasmissione e i comportamenti del conduttore, che deve fare uno sforzo grosso perché deve passare dal one to one col personaggio del momento alla fase del talk – che andremo a restringere – e all’intervista finale su temi più disparati. Poi ci sono inserti interessanti come quello di Sgarbi: prendere l’arte per rappresentare la realtà sta avendo un buon successo, anche a livello di dati di ascolto. Quindi la trasmissione è ancora in fase evolutiva. Secondo me finché c’è evoluzione il programma deve andare avanti; se ci dovesse essere una situazione di stallo… non è un problema di Virus, ma di mercato. Al 3,5-4% ci stanno Formigli, Del Debbio, Paragone, ci sta anche Virus. Devo dire che Virus ha un compito più difficile perché va in onda su una rete che non aveva più l’informazione da anni.
Veniamo a The Voice of Italy 2. Il cast dei giurati è confermato in toto? La Carrà ha detto che ci sarà…
Lei ci sarà sicuramente. Per il resto c’è ancora qualcosa da discutere, da mettere a punto. Come il conduttore.
Ecco, prima si parlava di Victoria Cabello, ultimamente di Francesco Facchinetti, che ha annunciato un ritorno in tv…
Non credo. Penso che per la conduzione si debbano cercare accompagnatori, non proprio conduttori, più vicini al pubblico di riferimento, cioè i giovani. Questa è la nostra linea.
Quindi Fachinetti non lo ritiene adatto…
Non mi sembra giovanissimo.
Comunque non sarà Troiano che ha condotto la prima edizione…
Sì, sicuramente.
State puntando molto su Nicola Savino. La nuova edizione di Quelli che il calcio dal punto di vista qualitativo cosa ha in più rispetto a quella della Cabello?
La Cabello faceva un prodotto di altissima qualità; il tema è il cambiamento editoriale del programma: abbiamo voluto ritornare a svolgere il ruolo istituzionale con il quale era nato Quelli che il calcio. Cioè raccontare il calcio con degli intermezzi di intrattenimento per chi non ha Sky. Savino ha esperienza di calcio e riesce a cucire diversi generi: è un intrattenitore, sa di musica, sa di calcio. Quindi si tratta di mettere in piedi un meccanismo originale; questo è un programma tutto nuovo, pertanto le messe a punto della macchina vanno fatte nel tempo. Adesso gli ascolti stanno crescendo; lui è un personaggio di rete, poliedrico. Ci puntiamo.