L’accusa di omosessualizzazione di Rai1, le reazioni di Maionchi e Diaco a Blogo
Il marito di Mara Maionchi, Alberto Salerno, e Mario Adinolfi sottolineano sui social la presunta “omosessualizzazione” di Raiuno, ecco le reazioni
“Ma com’è che su Rai Uno ci sono un sacco di gay? Che è cambiato qualcosa?“. Di fronte ad una frase del genere, scritta su Facebook (il post pubblico è stato successivamente rimosso), si può rispondere forse solo come ha fatto Mara Maionchi, ossia con un definitivo “Ma cosa cazz* dici, ti tolgo i social!“. Il dettaglio non trascurabile è che l’autore dell’esternazione social quantomeno fuori luogo sia Alberto Salerno, ossia il marito proprio della Maionchi.
La frase è stata scritta dal paroliere e produttore discografico mentre guardava – lo ha raccontato lui stesso nei commenti al post – su Rai1 Io e te, il programma di Pierluigi Diaco, gay dichiarato (è sposato con Alessio Orsingher di Tagadà).
L’entourage della Maionchi, contattato da Blogo, ha provato a minimizzare la questione sostenendo che si sia trattato di una battuta male interpretata che non aveva nessun doppio fine. Diaco ai nostri microfoni, invece, ha scelto la strada dell’ironia, come a non voler curarsi della faccenda:
Non ho nulla da dire. In questo momento mi occupo solo di cose serie come il giardinaggio. Ho problemi con l’acero e la lavanda in giardino.
Mario Adinolfi il 28 giugno scorso su Facebook aveva parlato di una presunta “omosessualizzazione di Rai1“, prendendo di mira ancora una volta la trasmissione di Diaco:
L’omosessualizzazione di Raiuno significa roba così: ddl Zan e galera per noi, mezz’ora di marchetta agiografica al trans Luxuria in orario pomeridiano nel programma del gay Diaco, in cui l’unico tratto resistenziale è l’assoluto silenzio del papà dell’onorevole quando scatta il video emotivo-lacrimevole che deve conquistare definitivamente il pubblico. Ma non lo conquista. La trasmissione, intitolata Io e Te, è un clamoroso flop di ascolti e non c’è anima viva che possa definirla ben fatta. Ma a Raiuno cacciano la Cuccarini. Per poterci martellare con la propaganda gender. E lo sberleffo finale è che la fanno pagare alle famiglie con il canone in bolletta. Ma davvero costoro si vogliono vendere come “discriminati”? Pure?
Chissà se in privato (in pubblico non risultano) il conduttore di Io e te abbia incassato la solidarietà dei colleghi – come va di moda fare sempre di più negli ultimi tempi – di fronte a dichiarazioni pubbliche terze che tirano in ballo il suo orientamento sessuale. Come se l’orientamento sessuale di una persona fosse un criterio plausibile per una qualsiasi scelta legata all’ambito lavorativo.