Rai e i ‘vuoti’ di palinsesto senza soluzione
Rai e i ‘vuoti’ di palinsesto senza soluzione: dal sabato pomeriggio e sera di Rai1 alla prima serata del martedì di Rai3, fino al giovedì di Rai2
In attesa di conoscere l’exit strategy adottata dalla Rai per individuare il direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2025, il primo dopo i cinque firmati da Amadeus – non esattamente un problema di secondo piano -, proviamo a esaminare i vuoti di palinsesto con cui i dirigenti di Viale Mazzini si ritrovano a fare i conti. Una sorte di mappa dei punti deboli più evidenti della programmazione.
Il sabato sera di Rai 1 senza identità
Partiamo dalla fascia più prestigiosa: il sabato sera di Rai1. Dobbiamo risalire al 2016 per ritrovare la Rai1 in testa nella sfida con Canale 5. All’epoca lo speciale condotto da Massimo Giletti dal titolo Viva Mogol fu in grado di battere Tu sì que vales. Al netto del ragionamento meramente legato ai dati Auditel, da quel dì la tv pubblica non è riuscita a mettere in piedi un’offerta continuativa all’altezza di quello slot di palinsesto storicamente occupato da varietà e da produzioni di intrattenimento. Eccezion fatta per Ballando con le stelle, che vende carissima la pelle ai programmi di Maria De Filippi (negli ultimi anni il duello è con Tu sì que vales), non esistono da quasi dieci anni titoli in grado di giocarsela fino in fondo con il competitor principale. Anche per questo motivo l’azienda pubblica si è spesso lanciata in progetti sperimentali che non hanno avuto fortuna. In assenza di un titolo forte seriale, recentemente la strategia di Rai1 prevede il ‘sacrificio’ dei big della rete (Amadeus e Conti su tutti), la spremitura massima dei titoli-certezze e serate-evento dalla prospettiva tutt’altro che a lungo termine.
Come sarà il pomeriggio post Liorni?
Con la promozione di Marco Liorni a L’Eredità, su Rai 1 si è creato il problema sabato pomeriggio. Quale sarà il futuro di Italia Sì? Il titolo nato nel 2018 sarà confermato e sarà affidato ad altro conduttore oppure, più probabilmente, ci sarà spazio per una produzione nuova di zecca? Il ragionamento dalle parti di Viale Mazzini è in corso e non può prescindere da un fatto: Italia Sì in questi anni non è praticamente mai riuscito ad impensierire Verissimo, che anzi ha consolidato il brand e ha raddoppiato alla domenica. Dunque, meglio insistere con un talk in studio o sarebbe più sensato provare a sorprendere il pubblico generalista con un prodotto diverso, magari girato in esterna?
Il giovedì sera di Rai 2 e quanta malinconia di Santoro
Michele Santoro e poi… il vuoto! La serata del giovedì su Rai 2 è stata tradizionalmente caratterizzata dal talk show politico battagliero. La tv pubblica non è riuscita a trovare l’erede dell’anchorman che dopo i successi di Sciuscià e Annozero passò a La7 (dove ora lavora come opinionista, frequentando soprattutto il salotto di DiMartedì). Per un primo periodo la soluzione sembrava poter essere l’intrattenimento e così in palinsesto furono collocati talent e reality come Star Academy, Pechino Express, X Factor, The Voice of Italy, Un minuto per vincere, ecc. Seguirono una serie di poco fortunati tentativi di approfondimento, da Virus – Il contagio delle idee con Nicola Porro a Nemo con Enrico Lucci e Valentina Petrini, da Popolo Sovrano con Alessandro Sortino, Eva Giovannini e Daniele Piervincenzi al più recente Che c’è di nuovo con Ilaria D’Amico. A complicare la ricerca di una soluzione definitiva c’è l’esigenza di rispettare un certo equilibrio politico che poco si lega alla necessità di polarizzare il talk, per evitargli l’ennesimo funerale nell’indifferenza generale.
Il martedì di Rai 3 orfano di Bianca Berlinguer
Con il clamoroso passaggio a Mediaset di Bianca Berlinguer della scorsa estate, nel palinsesto di Rai 3 si è riaperta la vecchia ferita del martedì sera. Giovanni Floris nel 2014 lasciò la Rai per approdare a La7; la terza rete della tv pubblica provò a resistere confermando in palinsesto il brand Ballarò (affidato a Massimo Giannini), ma il primato di ascolti e di credibilità si sgretolò ben presto. A quel punto iniziò la ricerca di un programma che potesse reggere il confronto con il recente passato. Erano i tempi di Politics di Gianluca Semprini, che chiuse dopo poche settimane. Alla fine a salvare capra e cavoli fu proprio Bianca Berlinguer con il suo Cartabianca (che negli ultimi tempi fu osteggiato soprattutto dall’interno dell’azienda pubblica). L’esperimento Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo è stato fallimentare, ieri Petrolio ha debuttato con un desolante 2,25% di share e 450.000 telespettatori. Cercasi disperatamente soluzione (e chissà che l’eroe non sia Piero Chiambretti, il cui nuovo programma dovrebbe iniziare il 7 maggio ed essere quindi piazzato proprio nella serata del martedì).