Rai Tre: redazione in rivolta contro l’ipotesi di sostituire il direttore Ruffini
Una recente vignetta di Ellekappa, una delle più brillanti autrici satiriche nel suo genere, “disegnava” RaiTre come una crepa nella claque. Quattro parole che sanno distinguere perfettamente una verità dei fatti che può sfuggire ai più, complici anche l’assuefazione all’orrido e questo prolungato caldo fuori norma: la terza rete di Viale Mazzini è un minuscolo,
Una recente vignetta di Ellekappa, una delle più brillanti autrici satiriche nel suo genere, “disegnava” RaiTre come una crepa nella claque. Quattro parole che sanno distinguere perfettamente una verità dei fatti che può sfuggire ai più, complici anche l’assuefazione all’orrido e questo prolungato caldo fuori norma: la terza rete di Viale Mazzini è un minuscolo, seppur vivido, barlume di televisione semi-libera in un agglomerato incandescente di regime berlusco-cratico. Proprio per questo è in atto in questi giorni, l’abbiamo visto, un tentativo indefinito ma definitivo di delegittimazione del canale di Paolo Ruffini.
Sono gli stessi dirigenti di RaiTre a movimentare la situazione, ostentando il proprio dissenso con una lettera pubblica – firmata da Luigi Bizzarri, Mussi Bollini, Annamaria Catricalà, Francesco Di Pace, Maria Vittoria Fenu, Enrico Ghezzi, Stefano Marroni, Fernando Masullo, Loris Mazzetti, Rosanna Pastore, Lucia Restivo, Lucia Riva, Anna Scalfati, Sara Scalia, Andrea Valentini – nella quale “trovano doveroso esprimere tutto il loro stupore ed il loro sconcerto per il persistere di notizie relative alla sostituzione del direttore della rete, Paolo Ruffini”.
Prosegue la missiva:
“Questa ipotesi non solo non è legata ad una scadenza del mandato ma è priva di qualsiasi motivazione editoriale o professionale e avrebbe effetti fortemente negativi sull’immagine e la credibilità del servizio pubblico mettendo di fatto in discussione la continuità di una linea editoriale vincente in termini di qualità, ascolti, immagine, innovazione e rispetto delle compatibilità economiche. Sono questi risultati che hanno fatto di Raitre la rete più identificata dai telespettatori con la missione di servizio pubblico, come testimoniato da tutte le indagini indipendenti e le analisi di mercato. E’ doveroso sottolineare che questi risultati sono stati resi possibili da una direzione che ne ha costantemente fatto il primo obiettivo da raggiungere, fondandolo sul rispetto del telespettatore e sulla difesa della libertà di manifestazione del pensiero, salvaguardando l’autonomia di ogni dirigente e l’identità delle visioni culturali di ciascuno, e garantendo un’offerta ineguagliata nel campo delle inchieste, della cultura, della satira, della televisione intelligente”.
Pensare che, in seno alla Rai, si stia considerando di mettere mano alla direzione di RaiTre, quando rimane ancora operoso un direttore di telegiornale, per esempio, come Minzolini, macchiatosi di “svarioni” deontologici al limite dell’accettabile, è triste, ancor più che scandaloso. La televisione di Stato non è mai stata così poco “pubblica” come in questo momento.