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Rai: tagli a sedi regionali, direzioni ridotte da 44 a 29, nuovo canale dedicato ai lavori parlamentari

Cosa bolle nella pentola della tv pubblica

pubblicato 20 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:40

Il Contratto di servizio 2013-2015, documento già approvato dal ministero del Tesoro e dalla Rai, e in attesa del via libera della commissione parlamentare per la Vigilanza, mette nero su bianco i tagli evocati nelle ultime ore dal commissario per la spending review Cottarelli.

A farne le spese saranno di sicuro le sedi regionali, con i 13 mila dipendenti e i 30 mila consulenti vari. L’obiettivo è quello di riqualificare e ridefinire l’articolazione regionale “che, alla luce delle nuove tecnologie e nel quadro di una razionalizzazione della spesa, assicuri un miglioramento della qualità dell’informazione locale”. Il sindacato dei giornalisti Rai, l’Usigrai, già protesta.

Lo scopo in prospettiva è di conseguire un utile nel 2014, dopo che nel 2012 il deficit sfiorò i 250 milioni di euro (mentre nel bilancio 2013 dovrebbe scendere a 30 milioni).

Altro tema da tempo caldo è quello degli stipendi d’oro: sui 232 dirigenti, 3 guadagnano oltre i 500 mila euro, 1 tra i 400 e i 500, 4 tra i 300 e i 400 e 34 tra i 200 e i 300 (i rimanenti 190 si accontentano di uno stipendio lordo tra i 200 e i 100). Senza dimenticare i 322 giornalisti dirigenti di cui 4 sopra i 400 mila euro.

Tra le novità annunciate anche un canale di “comunicazione istituzionale” dedicato ai lavori parlamentari e al lavoro delle commissioni. In realtà tale richiesta era contenuta già nel contratto precedente ma il Parlamento e la Rai non la concretizzarono.

Un altro punto contenuto nel Contratto, come si legge su Il Messaggero oggi, vieta alla Rai di commissionare a società di produzione detenute da agenti di spettacolo “programmi riguardanti gli artisti da loro rappresentati”. Cioè, non si potranno più vendere pacchetti completi.

Intanto, come scrive La Repubblica, il Cda ha già votato a favore della riduzione delle Direzioni da 44 a 29.

La tv di Stato potrebbe avere un nuovo cuore economico dal nome Rai Commerciale (il Cda deve ancora esprimersi a riguardo). Sotto di esso ci sarebbero Rai Trade (che diventerà società autonoma), Rai Canone, Rai Eri, Rai World (questi ultimi due canali esteri), Rai Way (affitto ripetitori), 01 (cinema), Rai Convenzioni (Pubblica amministrazione) e Rai Net.

Rai Commerciale proverà a offrire contenuti pay attraverso i canali tv, grazie a un portale web per il quale sono in corso contatti con Poste Italiane e Chili Tv. Al comando di Rai Commerciale ci potrebbe essere il renziano Luigi De Siervo.

Infine, la nuova Rai sarò suddivisa in 5 grandi aree. Così si legge sul quotidiano diretto da Ezio Mauro:

Nella prima, saranno raccolte le società separate (in testa Rai Pubblicità). La seconda unirà le funzioni di staff. Ecco poi l’area Editoriale, nobilitata da una Direzione Cultura (con dentro Rai 5 e la neonata Rai Quark). L’area Finanziaria, poi, sarà guidata da Camillo Rossotto, manager ex Fiat Industrial che Gubitosi ha chiamato in Rai nel 2012. Sarà figura di raccordo con la direzione generale, forte del grado di cfo. L’ultima area, quella tecnologica, verrà governata da un’altra figura di raccordo, con il grado di cto, che la Rai cerca sul mercato esterno dei manager.

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