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Rai – Struttura Delta: avviata indagine

Avviata un’indagine sulla Struttura Delta in RAI

pubblicato 4 Luglio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:14


Rai: avviata un’indagine sulla Struttura Delta.

Il direttore generale Lorenza Lei ha dato disposizioni perché venga avviata un’indagine interna. Anche se, alla luce di quanto sotto, ci si potrà anche chiedere quanto possa servire, un’indagine interna.

La Repubblica aveva pubblicato un’inchiesta su manovre per il controllo dell’informazione e su sinergie Rai-Mediaset. Dopo la pubblicazione, la Direzione Generale ha chiesto che si aprano le procedure d’indagine. Uno degli intercettati, il dirigente Comanducci, chiede che vengano accertate sue eventuali responsabilità.

Ma che cos’è, questa fantomatica Struttura Delta? Per scoprirlo occorre fare riferimento all’ampia inchiesta di Repubblica e procedere per gradi. Perché, si sa, ai giornalisti piace dare nomi roboanti e d’impatto alle cose – in questo caso, si scomoda, e non è la prima volta, Joseph Conrad – ma poi ci sono i fatti.

Ora. Le intercettazioni telefoniche realizzate nell’ambito dell’inchiesta sull’Hdc del sondaggista Luigi Crespi (2005), mostrerebbe l’esistenza di un gruppo di persone, una vera e propria task force, che avrebbero operato per condizionare l’informazione in Rai. Non solo: secondo l’IDV, scrive Repubblica

le notizie che arrivano dalla Rai confermano che la Struttura delta ancora esiste e lavora per favorire il Premier.

Ma da chi era composta, questa “squadra”? E come operava?

Secondo le ricostruizioni dalle intercettazioni, all’opera c’erano “gli uomini del Dottore”. Una squadra, all’interno spoprattutto di Rai uno, per creare una struttura capace di creare consenso, mascherare le notizie “contro” Berlusconi e via dicendo.
Ne avrebbero fatto parte: Alessio Gorla, Gianfranco Comanducci (allora Responsabile delle risorse umane della Rai), Clemente Mimun (allora direttore del Tg1), Fabrizio Del Noce (allora direttore di RaiUno) e Deborah Bergamini (allora vicedirettore marketing della Rai).

Ecco tutte le telefonate pubblicate.

Emblematica, fra tutte le altre, una frase di Clemente Mimun:

L’informazione deve essere un presidio antiguai.

E così, nel presidio antiguai della Rai – che dovrebbe essere un servizio pubblico – si utilizzano strategie per la fabbrica del consenso. Al punto che l’IDV propone una class action contro la Rai, che avrebbe ingannato gli italiani.
E al punto che Lorenza Lei è costretta ad aprire un’indagine interna.

D’altro canto, la lettura e l’ascolto delle intercettazioni lasciano una sensazione, quantomeno, di raccapriccio. Evidentemente, RaiSet esiste. E forse esiste anche qualcosa di più.

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