Speciale Italia 90, la Rai rispolvera le teche e fa ancora gol
Rai Sport realizza uno speciale su Italia 90 in occasione del trentennale. Lo spunto per parlare di calcio, ma allo stesso tempo la possibilità di raccontare un Paese e le sue metamorfosi
Meglio tardi che mai. La Rai celebra il trentennale del Mondiale di Italia 90 con uno speciale su RaiSport, replicato a mezzanotte e mezza su Raidue. L’appuntamento avrebbe certamente meritato una migliore collocazione, tuttavia è apprezzabile la volontà di viale Mazzini di riavvolgere il nastro per ripercorre le tappe di una manifestazione che segnò, nel bene e nel male, una sorta di spartiacque.
Il Mondiale come occasione per raccontare il calcio, ma anche e soprattutto per analizzare mode e costumi di un Paese avvolto da molti pregi e tantissimi difetti.
In studio Marco Lollobrigida e Massimo De Luca (meno affollamento c’è, migliore è la resa) tornano indietro con la memoria, ripescando dagli archivi perle che dipingono l’Italia senza censure, congelando un’epoca senza giudicarla col senno di poi.
E così, ecco rispuntare le interviste ai napoletani alla vigilia di Italia-Argentina, disputata al San Paolo, con una fetta di pubblico che tifò più per Maradona che per gli azzurri: “Sosterremo l’Italia, anche se c’è una parte che è razzista nei nostri confronti”. Per non parlare del rapporto conflittuale tra giornalisti e calciatori, tra un Gianluca Vialli che si impossessava del microfono e intervistava Furio Focolai (“voi dite che noi giocatori diamo risposte banali, ma voi quante volte ci fate domande intelligenti?”) e un Roberto Baggio che si trasformò in doppiatore della mascotte per promuovere il suo nome nella lista dei titolari. Rapporti schietti e diretti, impensabili oggi, tra uffici stampa invadenti e calciatori protetti al pari di una star hollywoodiana.
C’è poi la chicca delle chicche, con un giovanissimo Antonio Di Bella che si imbatte in avventori imbufaliti per il divieto di vendita di bevande alcoliche firmato dal Prefetto di Milano.
La prova ulteriore di come le teche siano un tesoro perennemente esplorabile. Un’opportunità per guardarsi indietro, offrendo allo stesso tempo un intrattenimento gradevole.