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Rai – Rizzo Nervo si dimette, Garimberti contro la Lei. Dure reazioni politiche

Le reazioni dopo la nomina di Alberto Maccari al Tg1. Una Rai allo sbando?

pubblicato 31 Gennaio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 23:50


Un vero disastro in casa Rai, questa nomina di Alberto Maccari al Tg1 (oggi scadeva il mandato ad interim come direttore. Maccari è stato confermato). A parte le modalità e il voto di un cda che si spacca in due, sembra proprio che nel servizio pubblico non sia cambiato nulla e che continuino a governare le solite vecchie logiche partitiche. Così, il consigliere di “minoranza” Nino Rizzo Nervo si è dimesso con una lettera durissima indirizzata al presidente Paolo Garimberti (cui il consigliere riconosce di aver fatto il possibile).

«Si tratta di un atto scriteriato, di una gestione condizionata da logiche di parte che sta spingendo l’azienda verso un rapido declino. Ho più volte denunciato anche in Consiglio la gravità della situazione e ti do atto (a Paolo Garimberti, ndr) degli sforzi che hai compiuto in questi anni per preservare l’autonomia delle decisioni e per tutelare gli interessi aziendali.

Dal canto suo, Paolo Garimberti non le manda a dire e dirama una nota in cui si legge:

Ciò che è accaduto oggi è la conferma che questa governance condanna la Rai all’ingovernabilità e che è urgente affrontare il problema delle norme che regolano la vita e l’attività dell’Azienda. Il voto di stasera indica che a forza di star chiusi nel Palazzo della Rai si perde la sintonia con il Paese. Si poteva ragionare su un mandato dei direttori legato a quello della durata del Cda ma la pervicacia con cui si sono portate avanti le nomine al Tg1 e alla Tgr dimostra che non si tratta di nomine di emergenza ma di nomine che hanno spaccato il Consiglio e che per questo non possono che incontrare la mia disapprovazione, soprattutto perchè il Direttore Generale aveva preso altri impegni al momento del primo interim consegnato ad Alberto Maccari».

La d.g. Lorenza Lei si difende.

Foto | © TM News


E sostiene, in una nota, che fra le ragioni della nomina di Maccari (e di quella di Casarin al Tgr) non ci siano logiche di lottizzazione.

«Nella seduta odierna è stato approvato l’intendimento di nomina di due professionalità interne alla Rai la cui competenza è fuori discussione. Rivendico l’autonomia delle scelte e spiace che possano essere state interpretate con logiche che non mi appartengono, come dimostrano ampiamente tutte le scelte assunte in questi nove mesi da Direttore Generale della Rai.»

A difesa della Lei e delle decisioni prese interviene, come di consueto, Antonio Verro. Nella sua nota si legge:

Mi sembra che tutte le polemiche emerse abbiano come unica origine lo scontento di alcuni partiti che, a parole, sostengono l’indipendenza della RAI dalla politica ma che invece, nei fatti, avrebbero voluto condividere scelte che spettano esclusivamente al Direttore Generale e al Consiglio di Amministrazione.

Interviene anche la politica. Per Pierluigi Bersani (Pd): «Stanno distruggendo l’azienda, non resteremo a guardare».
Maurizio Gasparri (Pdl) invece la pensa diversamente, come ovvio, e risponde a tono: «Bersani usa sulla Rai il linguaggio della minaccia e della protervia. La smetta. Rispetti le decisioni del consiglio di amministrazione, rilegga le sentenze della Corte Costituzionale e si renda conto che la sua arroganza non lo porterà da nessuna parte».
Di Pietro usa i toni consueti: «La misura è colma. Adesso anche il governo faccia la sua parte e restituisca dignità al servizio pubblico della Rai e ai tanti professionisti che vi lavorano, defenestrando i partiti dalla gestione dell’azienda. L’Italia dei Valori non ha mai voluto partecipare a questa ignobile spartizione di poltrone nel Cda, nei tg, nè tantomeno nelle trasmissioni delle tre reti, perchè è rispettosa del ruolo che dovrebbe avere un servizio pubblico».

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