Rai: pubblicità in perdita (persino con Fiorello)
Disastro Sipra: la Rai continua a perdere soldi dalla pubblicità, persino il più grande spettacolo dopo il weekend in perdita di 4 milioni.
Non si arresta l’emorragia di ricavi pubblicitari della tv pubblica. La Sipra ha perso qualcosa come 250 milioni per mancate inserzioni, il dato arriva da due fonti di colore diverso, Repubblica e Libero. Per questo motivo si fa una gran fatica a chiudere un bilancio in pareggio nonostante i faraonici tagli al budget approvati dalle ultime gestioni (compresa quella del direttore generale Lorenza Lei). La Rai taglia, spende sempre meno, ma fra l’evasione del canone e il calo della pubblicità il risultato finale è comunque in rosso.
Se nel 2000 le entrate pubblicitarie Sipra erano il 60% di quelle Publitalia ora siamo scesi al 40%, la ragione sta anche nella preferenza degli investitori per i target più pregiati dell’auditel, ma la responsabilità non può essere solo lì. Se è vero che la media sul “target commerciale” 15-64 anni è inferiore di 4 punti percentuale in favore di Mediaset rimane evidente la sproporzione nei ricavi da pubblicità. Se il mercato arretra la Rai ci rimette, il Biscione no. Perché?
La dimostrazione che qualcosa non funziona arriva da una voce che circola insistentemente nei corridoi Rai: persino con Fiorello la tv pubblica ha perso soldi. Per ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, uno show “ad alto budget” (12 milioni di euro il costo) il ricavo si è fermato a quota 8 milioni perché la Sipra ha venduto gli spazi sottostimando e non prevedendo il boom degli ascolti. La stessa cosa era successa con Vieni via con me di Fazio e Saviano. Fosse vero, e sul tema non sono giunte smentite, il dato è preoccupante per almeno due ragioni.
La prima è che la Sipra non riesce a fare bene il suo lavoro nemmeno di fronte a successi auditel incontestabile, la seconda è che la dirigenza Rai decide di spendere 12 quando prevede di incassare soltanto 8. Forse prima di dare il via ad un programma ed al suo budget si dovrebbe cercare di capire quanto renderà, così, tanto per non bruciare soldi pubblici.