Nuovo interessante capitolo rispetto al tema della promozione televisiva in tv. Un anno e mezzo fa proprio su queste colonne notavamo una evidente contraddizione manifestatasi a Domenica In. Mara Venier ‘costretta’, per una sorta di norma interna Rai, a usare la generica locuzione “piattaforma digitale” per non citare esplicitamente Prime Video, ma liberissima di menzionare Amici di Maria De Filippi, diretto competitor su Canale 5 (per gran parte di stagione) proprio di Domenica In.
Un paradosso nato dal sacrosanto quesito sull’opportunità che la televisione pubblica promuova (fuori dagli spazi pubblicitari a pagamento, s’intende) prodotti destinati ad altri broadcaster. Meglio che la Rai sponsorizzi soltanto i suoi contenuti (o al massimo quelli di altri canali generalisti/tradizionali) o nel 2023 questi vincoli suonano assai anacronistici e del tutto fuori mercato?
Negli ultimi giorni qualche episodio accaduto nei programmi Rai ci fa pensare che la questione – formale, ma fino ad un certo punto – sia ancora aperta.
Rai e promozione delle piattaforme: i casi Cattelan e Clerici
A Stasera C’è Cattelan martedì sera su Rai2 il conduttore, interloquendo con Fabio De Luigi, ha pronunciato due paroline che fino ad un attimo prima sembrava fossero impronunciabili: “Prime Video” (per Amazing-Fabio De Luigi, disponibile sulla piattaforma di Amazon dal 3 novembre). Poche ore dopo, mercoledì mattina, a È sempre mezzogiorno lo stesso De Luigi, evidentemente in tour promozionale, ha chiesto lumi ad Antonella Clerici: “Su Prime Video, si può dire?“, “Sì sì, dillo, tanto…“.
Rai e promozione delle piattaforme: Mara Venier ligia
Il 17 settembre scorso, nella prima puntata stagionale di Domenica In, Mara Venier in diretta su Rai1 osservò scrupolosamente l’indicazione arrivata dai piani alti. Infatti, intervistando Carlo Verdone, protagonista della serie tv Vita da Carlo 2 (i primi episodi uscirono due giorni prima, il 15 settembre), invitò i telespettatori a seguire il prodotto, ma si limitò a parlare di “importante piattaforma“, senza mai citare Paramount+, che la ospita (la prima stagione era invece stata proposta da Prime Video).
Dunque, è cambiata la policy interna a Viale Mazzini in materia di promozione dei contenuti da piattaforma oppure, più semplicemente, nei programmi Rai ognuno dice quello che gli pare?