Rai privata? Vedremo. Sembra una minaccia
Trema il servizio pubblico? Mario Monti, a Che tempo che fa, estremamente evasivo in merito.
Il 2012 comincia con un thriller che riguarda la Rai. Perché ieri sera, Mario Monti, ospite di Fazio in una lunga non-intervista, ha parlato anche del servizio pubblico televisivo. E, dichiarando esplicitamente che sarebbe stato evasivo, ha detto:
«La Rai non è venuta come urgenza numero uno nella mia attività perché c’erano incombenze molto più urgenti e più drammatiche. La Rai è una forza del panorama culturale e civile italiano: E’ una forza che credo abbia anch’essa bisogno di ulteriori passi in avanti. Mi dia ancora qualche settimana e lei vedrà».
Questo significa, traducendo dal prudente politichese che il premier sfodera, con grande aplomb e rigore, nei salotti televisivi, che ci sono delle manovre in corso. Di quale tenore siano, non ci è dato saperlo. Se si dovesse scommettere, su una scommessa secca, a naso e visti i suoi trascorsi e le sue idee politico-economiche, verrebbe da dire che Monti, fosse per lui, punterebbe sulla privatizzazione: certo, Monti non è da solo: c’è anche un parlamento attraverso il quale devono passare le proposte del suo governo (lo stesso parlamento del governo precedente, se mi concedete una deviazione politica). Ma sarebbe davvero paradossale che il governo dei salvatori della patria, forti di un consenso abnorme dovuto all’anomalia della situazione e alla sbandieratissima emergenza, portasse a termine, senza troppe difficoltà, il processo di smantellamento della Rai che ha origini ben note e che è stato perpetrato in questi ultimi anni.
Che il servizio pubblico necessiti di una profonda riforma strutturale è evidente: si potrebbe cominciare, però, dallo scioglimento dei nodi che lo legano ai partiti; dai tempi elefantiaci; dalle lottizzazioni; dalle risorse interne da privilegiarsi rispetto a quelle esterne; dalle gare d’appalto per l’assegnazione delle produzioni; dalla diversificazione dei fornitori e dagli investimenti su realtà più piccole ma, magari, più innovative rispetto ai soliti noti politicamente coperti.
Rai privata? Sinceramente, spero di no, condividendo in questo il senso dell’intervista di Santoro sempre da Fazio. Ogni spazio che prima era pubblico e che poi diventa privato è una fetta di libertà in meno.