Rai Pipol, Geppi Cucciari prende in prestito Tv Talk e realizza una puntata da incorniciare
La comica sarda è definitivamente tornata ai fasti di G’Day con un late night show nel quale la gente comune non si improvvisa come in un talent ma tende a prendersi in giro.
Partito solo un mese fa, Rai Pipol si appresta a diventare il programma rivelazione di questa stagione televisiva arrivata quasi agli sgoccioli. Il merito è soprattutto di una Geppi Cucciari tornata all’intrattenimento puro, dopo anni di Per un pugno di libri e Un giorno da pecora che la relegavano al ruolo di intellettuale brillante.
Il late night show di Rai3 si è aperto ieri sera con una trovata molto divertente: Massimo Bernardini, conduttore di Tv Talk, fingeva di presentare il suo osservatorio di analisi televisiva del sabato pomeriggio, accompagnato dai fidi Sebastiano Pucciarelli e Silvia Motta.
Esilarante l’intervento della “signora degli ascolti” Silvia Motta:
“Il programma ha un’ottima media rispetto all’agguerrito competitor della televendita delle poltrone che si alzano da sole. Target maschile, Geppi Cucciari è amata dai maschi ultra90enni e per quanto riguarda la permanenza appena lo intercettano ci rimangono, nel senso che terminano lì la loro esistenza, però la terminano sorridendo”.
Congedato il cast di TvTalk che l’ha ospitata ieri pomeriggio (Motta e Pucciarelli sono stati definiti i “Jalisse dell’analisi televisiva), Geppi ha dato il via a una puntata scoppiettante di Rai Pipol che aveva come tema Gli accoppiati, accogliendo in studio un ricco campionario di persone felicemente accoppiate affettivamente o professionalmente.
Nel primo caso a rubare la scena sono stati Diego “Tigrotto” e Silvia “Panda”, che si sono inventati una coccoleria di gesti “non sessualizzati”, con il primo che ha chiesto a uno dei Recalcati – un parterre comprendente un ginecologo, una veterinaria e altri specializzati tutti rigorosamente con questo cognome, per fare il verso a Lessico Famigliare, in onda sulla stessa rete – se davvero l’orgasmo del maiale durasse davvero 30 minuti. Per la cronaca, la veterinaria ha confermato questa teoria.
Nel secondo caso la Cucciari ha invitato in studio due carabinieri che nel raccontare come hanno salvato un’anziana signora da un incendio non potevano non ricordare l‘antilingua di Italo Calvino, ovvero quell’italiano aulico, burocratico e inutilmente pedante denunciato nel lontano 1965.
Molto divertente anche il remake de “Il gioco delle coppie“, ribattezzato per l’occasione “Il gioco delle copie” per non incorrere in un problema di diritti con Mediaset (“altrimenti ci fa il c*lo”, ha spiegato scherzosamente Geppi), con lo storico conduttore Corrado Tedeschi invitato per la seconda puntata consecutiva.
La riproposizione di programmi cult in versione low-cost per finte questioni di budget era già presente in G’Day, ma questo Rai Pipol rappresenta una boccata di ossigeno di fronte a un palinsesto televisivo asfittico, nel quale la gente comune è parte di un varietà, non si improvvisa cantante o ballerino come in un talent, ma tende a prendersi in giro. Rai Pipol è una piacevole jam session della normalità impreziosita da alcuni assoli, in questo caso dalle irresistibili battute di una ritrovata Geppi: la migliore della serata è stata “Io rimango nel dubbio di chi dei due sia il gay“, riferita a una coppia di giocatori di Quidditch, uno etero e l’altro omo. Una Cirinnà della risata.
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