Rai pensa ad accorciare la prima serata (un’altra volta) e a tagliare compensi
La rivoluzione della televisione pubblica in attesa dei nuovi palinsesti
Quando si sente un dirigente Rai che parla di “rivoluzione” al sottoscritto viene un moto interno che è un misto fra nervosismo e rabbia. Già perchè di “rivoluzioni” se ne sono sentite in Rai tantissime sulla carta, quasi tutte finite nel dimenticatoio. Ieri ne è stata annunciata un’altra dall’AD Fabrizio Salini durante una riunione “ristretta” con una trentina di dirigenti (!) dove ha annunciato la volontà di accorciare la prima serata, questo per favorire i programmi di seconda serata. Non solo, si pensa -giustamente- di tagliare compensi ad artisti e società esterne questo alla luce della situazione critica che stiamo vivendo, dovuta ad una contrazione del mercato pubblicitario.
Puntualizziamo subito a scanso di equivoci: le prime serate monstre che finiscono ben dopo la mezzanotte non ci piacciono. Riteniamo giusto ci sia anche una programmazione congrua di seconda serata, che possa intercettare un tipo di pubblico diverso, alla ricerca di altro, rispetto ai telespettatori che popolano il prime time. Giusto e sacrosanto quindi decidere di accorciare i programmi di prima serata e farli terminare prima, pure da queste parti ne abbiamo parlato più volte in passato, segno questo che il tema è già stato ampiamente sollevato.
La motivazione di Fabrizio Salini che ha accompagnato questa sua intenzione però è un po’ traballante: “comprimere i costi”. Veramente in tanti ci avevano spiegato che allungare la prima serata, prima ancora che far alzare lo share, cosa questa che serve per vendere la pubblicità, significava anche ottimizzare i costi di programmazione di una rete, ma vabbè, sorvoliamo, forse avevamo capito male. Questa decisione dovrebbe essere messa in campo in tandem con un’altra che prevederebbe l’inizio anticipato del programma di prime time (ma quante volte è stata annunciata anche questa cosa?). Questo cosa significa? Che Soliti ignoti (la vera gallina dalle uova d’oro della Rai di adesso) deve essere compresso o addirittura cancellato ?
Mediaset sentitamente ringrazia, con Striscia la notizia che è stato quasi regolarmente superato da Soliti ignoti anche quando l’access di Amadeus andava in onda con delle repliche. Insomma queste parole di Salini sono delle belle parole sentite da un pulpito, all’interno di una bella sala riunioni, ma poi da quella sala occorre uscire e occorre lavorare per portare a casa la pagnotta quotidiana.
Certo, tutto si può fare, si può pure decidere che la Rai se ne freghi del mercato e che viva solo con i soldi del canone, ma questa cosa non la deve dire di certo l’attuale capo della Rai, ma la politica, che per altro lo ha nominato. Insomma, tutto si può fare nella vita (magari rispondendo anche dei risultati portati a casa e possibilmente non solo quando questi sono a proprio favore) ma avendo in testa un disegno preciso e congruo e che sopratutto, con le regole di ingaggio che oggi governano le televisioni, non ne affossi il bilancio a favore di un -per ora- effimero e scritto sulla sabbia, tentativo di “rivoluzione” (brr).
Di tutto questo se ne discuterà il prossimo 17 giugno in un consiglio di amministrazione che si annuncia molto vivace, staremo a vedere cosa succederà. Intanto se si pensasse di più al prodotto, cioè ai programmi e agli artisti che li devono far girare, forse sarebbe meglio, perchè fino a prova contraria in onda ci vanno i programmi e gli artisti che li animano.