Rai, par condicio: Tarantola e Gubitosi scrivono a Zavoli
Il Presidente e il Direttore generale di Viale Mazzini scrivono alla Commissione Parlamentare per esprimere l’esigenza di garantire il pluralismo a ridosso delle elezioni politiche.
Altro che spread! La parola magica delle prossime settimane potrebbe essere par condicio. Stando a quanto riferisce La Repubblica Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi hanno scritto al Presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, per chiedere che comportamento assumere nelle prossime due settimane, cioè prima che entri in vigore la famosa legge che regola la presenza dei politici nei periodi di campagna elettorale.
A preoccupare non soltanto le ultime presente televisive di Berlusconi – oggi pomeriggio sarà ospite di Pomeriggio Cinque, intervistato da Claudio Brachino – ma esiste un rischio ben preciso a riguardo: ovvero che il Parlamento non riesca ad approvare in tempi brevi la par condicio a causa della lentezza con la quale i lavori della Vigilanza procedono.
Con la conseguenza di assistere alle prime settimane di campagna elettorale senza alcuna legge a regolamentarla. E la sensazione è che sia il centrodestra a spingere (anzi a non spingere) in questa direzione. Ieri per esempio i rappresentanti della Lega in Vigilanza hanno chiesto di rinviare la discussione su tale tema. A questa richiesta si aggiungono le parole pronunciate proprio in tv da Silvio Berlusconi, che ha auspicato un rinvio delle elezioni per poter più facilmente recuperare “le 123 ore televisive” di cui sarebbe in credito rispetto al Pd. Ecco cosa hanno scritto Presidente e Direttore generale della Rai rivolgendosi alla Commissione Parlamentare, ancora orfana di Zavoli recentemente vittima di una violenta rapina nella sua villa romana:
Nell’attuale e delicata fase politico-istituzionale emerge l’esigenza di garantire il pluralismo informativo e limitare al massimo forme di soggettività che possono provocare polemiche e dissapori tra le forze politiche. E’ nostro obiettivo che la Rai dia prova di assoluta equidistanza, imparzialità e correttezza.
La risposta è stata un po’ troppo generica e blanda ed è consistita fondamentalmente nella richiesta di uniformarsi “ai criteri di obiettività con il maggiore rigore possibile“.
Per quanto riguarda le tv private è l’Agcom ad occuparsene. L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni domani approverà il suo regolamento sulla par condicio (non dovrebbero esserci grandi sorprese rispetto alle altre occasioni); ma potrebbe intervenire anche con sanzioni (a rischio soprattutto il Cavaliere che ha invaso Mediaset) per quanto concerne il periodo che precede di 30 giorni la campagna elettorale vera e propria. Infatti esiste una delibera in vigore dal 2006 che introduce la par condicio non elettorale.
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