Rai, l’attesa del nuovo Cda fra Consiglio di Stato, appetiti dei Partiti e i direttori tutti confermati (Retroscena TvBlog)
Il falso problema della nomina dei nuovo Consiglio di amministrazione della Rai in una azienda le cui figure apicali editoriali saranno tutte confermate
Dunque i palinsesti sono stati presentati al Consiglio di Amministrazione della Rai. Palinsesti largamente anticipati anche da questa testata nelle loro svariate sfaccettature. Dunque l’attuale governance della Rai ha stilato la programmazione del prossimo autunno-inverno 2024. I direttori di genere hanno cosi occupato i vari slot messi a loro disposizione dalla direzione distribuzione governata da Stefano Coletta. Ora i riflettori sono puntati sul rinnovo del Cda che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.
Il rinnovo del Cda Rai
Oggi qui su TvBlog desideriamo spiegarvi come stanno le cose e quali saranno le tappe, almeno in ordine temporale, circa il rinnovo dei consiglieri della televisione pubblica. Come è noto l’attuale Consiglio viene eletto in base alla Riforma della tv pubblica avvenuta nel 2015 durante il Governo guidato dal PD nella persona di Matteo Renzi. La legge in oggetto prevede 7 membri nel Cda, quattro nominati da Camera e Senato, due dal Governo (AD praticamente certo e Presidente, che però deve essere gradito dai due terzi della Vigilanza) e uno dall’assemblea dei dipendenti.
Il ricorso al Consiglio di Stato del 4 luglio
Al momento non è stata ancora calendarizzata la votazione dei 4 membri che spettano al Parlamento. Le motivazioni possono essere ricercate nel fatto che si aspetta la sentenza del Consiglio di Stato che il prossimo 4 luglio discuterà il ricorso di Articolo 21 e di altre associazioni, capitanato da Roberto Zaccaria, ex Presidente della Rai, circa i profili di illegittimità costituzionale. Ricorso contro la legge Renzi del 2015. Va detto che qualora il Consiglio di Stato decida di bloccare la nomina dei nuovi vertici Rai, resterebbero in carica gli attuali, per altro nominati proprio con la legge Renzi che ora si vorrebbe abrogare.
Il rallentamento della nomina del nuovo Cda Rai
Il rinvio quindi potrebbe protrarsi per mesi, ma questo non sarebbe l’unico motivo di un eventuale rallentamento della nomina del nuovo Cda. I partiti politici, che dovrebbero procedere alla nomina dei 4 consiglieri di cui sopra, attualmente sono impegnati su altri fronti, primo fra tutti la questione delle nomine al Parlamento europeo, senza dimenticarsi il restante pacchetto di nomine delle aziende di Stato.
Le conferme dei direttori di genere
Oltretutto c’è anche un altro tema sullo sfondo. Anche con il nuovo Cda, che vedrebbe quasi sicuramente come AD Giampaolo Rossi, mentre Presidente dovrebbe essere Simona Agnes, sorprese in Vigilanza a parte, le figure apicali non cambierebbero. In altre parole Marcello Ciannamea resta direttore dell’intrattenimento prime time, Angelo Mellone direttore dell’intrattenimento day time, Paolo Corsini resta a capo della direzione approfondimenti, Silvia Calandrelli direttrice di Rai Cultura, Jacopo Volpi direttore di Rai Sport (in attesa di andare in pensione a fine anno). Conferma anche per Maria Pia Ammirati alla direzione di Rai Fiction e Luca Milano a Rai kids in attesa di andare in pensione a fine anno.
La novitĂ della direzione coordinamento generi Rai
Scatto verso l’alto invece per Stefano Coletta, che al momento è in pole position per guidare la nuova struttura di coordinamento generi, che sarebbe in pratica una “distribuzione” con maggior poteri. Dunque anche se la nomina del nuovo Cda verrà procrastinata, le direzioni editoriali potranno lavorare tranquillamente, sapendo che continueranno ad operare in quelle strutture anche con il nuovo Consiglio.
Le direzioni di testata
Diverso un pochino il discorso che riguarderà le direzioni di testata, che, secondo il partito di maggioranza relativa, non rifletterebbero il peso politico attuale. In altre parole Fratelli d’Italia reclamerebbe qualche direzione giornalistica in più. Con la Lega che attualmente, oltre alla direzione di Radio 1, ha quella della potentissima struttura della TgR, con Alessandro Casarin prossimo alla pensione (e comunque fra i candidati prossimi consiglieri Rai). Il Salviniano Roberto Pacchetti, attualmente vice di Casarin, sarebbe pronto a prendere il suo posto.
Conferme al Tg1 e al Tg2
Per quel che riguarda le direzioni di Tg1 e Tg2 semaforo verde sia per Gian Marco Chiocchi che per Antonio Preziosi. Per quel che riguarda il Tg3 nessuno in Rai ha intenzione di togliere Mario Orfeo. Il direttore del Tg3 potrebbe saltare da quella poltrona solamente se la politica vorrà la sua testa. Questo per una “guerra interna” fra il PD e Movimento 5 stelle.
Vicenda quindi un tantino, per usare un eufemismo, complicata. Tutto fermo quindi in attesa del Consiglio di Stato del 4 luglio. Nel caso però poi bastano pochi giorni per calendarizzare la votazione del Parlamento per il nuovo Cda Rai.