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Rai: Fuga da New York 2012. Si abbandona persino l’archivio

Chiusa Rai Corporation, beni all’asta, il Tg1 non si riceve più gratis

pubblicato 16 Aprile 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:25


La Rai abbandona New York. E’ un dato di fatto, anche se il 13 gennaio 2012, quando era stata sollevata la perplessità sul futuro della sede Rai d’oltreoceano, l’azienda scriveva:

In merito alla lettera aperta dei dipendenti di Rai Corporation, l’Azienda precisa :
· Rai non ha alcuna intenzione di ridurre o depotenziare la sua presenza all’estero. Al contrario, l’impegno è quello di crescere e valorizzare la produzione di contenuti, con una capillarità maggiore garantita anche dalla disponibilità di un numero più elevato di sedi estere (nel solo territorio nord americano oltre a New York si aggiungerà Washington).
· Quello che varierà sarà il modello di produzione: l’accordo con una Agenzia Internazionale permetterà infatti una maggiore flessibilità soprattutto rispetto al fabbisogno della logistica. Quindi una presenza più ramificata, ma all’occorrenza. Questo permetterà una sensibile ottimizzazione dei costi.
· Questi sono i criteri che l’Azienda ha sviluppato per assicurare la sua presenza internazionale. Rai Corporation è una società indipendente di diritto americano i cui collaboratori sono assoggettati al diritto giuslavoristico locale. E in coerenza con la normativa statunitense Rai Corporation ha avviato tavoli di confronto.

Eppure non sta andando proprio così.

Tanto per cominciare, il Tg1 non si può più vedere gratuitamente: per seguire il programma, gli italiani che risiedono nell’area di New York – New Jersey – Connecticut devono essere abbonati alla via-cavo o al satellite (la scelta, fa notare il CorSera con un pezzo di Dom Serafini, è isolata, visto che France24, Welle, Bbc, tv polaccha, greca e cinese, continuano a trasmettere). Il risparmio per l’azienda? 15mila euro al mese.

Come se non bastasse, il 12 aprile ha chiuso anche Rai Corporation (la sede Rai di New York): 38 dipendenti sono stati licenziati sempre il 12 aprile. Nel duro comunicato sindacale in merito si legge, fra l’altro:

Nell’ultima discussione la Rai ha rifiutato un’ultima proposta a salvaguardia almeno dei livelli occupazionali: inserire delle clausole sociali nel contratto che dovrà stipulare con l’agenzia di servizio, al fine di consentire ai lavoratori licenziati di trovare comunque un’occupazione che abbia il senso della continuità professionale.

Va sottolineato che la quasi totalità di questi lavoratori è italiana o di origine italiana, molti di loro si sono trasferiti a New York su proposta aziendale, e alcuni di loro, con questo licenziamento, dopo essersi costruiti una famiglia, perderanno, oltre all’assistenza sanitaria, il permesso di soggiorno rischiando di essere espulsi dagli Stati Uniti.

A quanto pare, però, il personale verrà «temporaneamente alloggiato presso la sede dell’agenzia di notizie Ap. Ma, scrive Serafini, in violazione «delle regole stabilite dall’Unione europea di radiodiffusione».

E, sempre secondo il Corriere, a Roma non vogliono recuperare nemmeno il materiale d’archivio (dal 1960 a oggi). Dove finirà? Non ci è dato saperlo. I beni, invece, quelli verranno venduti con un’asta.

Ma è vero risparmio? O è effettivo depotenziamento del servizio pubblico?

Foto | TvBlog

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