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RAI – Mauro Masi sotto assedio. Esperienza finita?

Si comincia presto, oggi, a parlar di Mauro Masi, direttore generale della RAI, in seguito alla lettera dei tre consiglieri di minoranza al Presidente Zavoli. Una lettera in cui si esprimono perplessità e preoccupazioni per il futuro del servizio pubblico.Poi arriva l’affondo di Pier Luigi Bersani, che di fatto invita Masi a dimettersi, scrivendo in

pubblicato 28 Ottobre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:34


Si comincia presto, oggi, a parlar di Mauro Masi, direttore generale della RAI, in seguito alla lettera dei tre consiglieri di minoranza al Presidente Zavoli. Una lettera in cui si esprimono perplessità e preoccupazioni per il futuro del servizio pubblico.

Poi arriva l’affondo di Pier Luigi Bersani, che di fatto invita Masi a dimettersi, scrivendo in una nota:

Con la lettera di tre consiglieri, il caso Rai è arrivato a un punto di una gravità inaudita. Siamo davvero al capolinea. Per ripartire è necessario che l’attuale direttore generale, Mauro Masi, prenda atto che la sua esperienza è finita. E il Parlamento si faccia carico da subito di un provvedimento di riforma della governance del servizio pubblico.

Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, fa catenaccio per difendere il dg:

Siamo al capolinea, gravità inaudita, crisi irreversibile: sono i paroloni che tira fuori Bersani per bloccare qualsiasi cambiamento in Rai. E’ bastato toccare le vecchie fortezze edificate dalla sinistra in tanti anni di dominio assoluto sulla Rai per scatenare le ire del leader democratico, che ora teme i risultati positivi del lavoro del direttore generale. Niente di nuovo, è la solita, vecchia musica della sinistra.



Eppure, dopo le ben note vicende che riguardano Santoro, la sospensione, l’arbitrato, la sospensione della sospensione e via dicendo, che la poltrona di Masi cominci a scricchiolare è una sensazione che si ha da più parti.

Certo, bisognerà vedere cosa accadrà a livello politico, perché per molti la stagione di Masi avrebbe dovuto finire già al tempo delle intercettazioni della Procura di Trani. E invece, fino a questo momento, non è cambiato nulla.