Rai, il varo della nuova Direzione Contenuti nel primo step del nuovo corso della tv pubblica
Le prime mosse della nuova governance Rai con il varo della nuova direzione contenuti dove troviamo un vecchio ed esperto uomo Rai, ovvero Stefano Coletta
La nuova governance Rai si è ormai insediata. Manca solo la nomina ufficiale del Presidente che avverrà nelle prossime settimane, in molti sperano prima del Santo Natale. Simona Agnes sarà la presidente della Rai per questo triennio di governance della televisione pubblica. Antonio Marano, in quanto consigliere anziano le sta tenendo caldo il posto, pronto a farsi da parte e diventare semplice consigliere dopo la sua nomina. Un Marano per altro che le cronache dei famosi corridoi Rai danno molto attivo in queste settimane di supplenza e che spingerebbe per un salto di carriera in avanti di Williams Di Liberatore, i corridoi di cui sopra dicono suo pupillo.
Simona Agnes prossima Presidente Rai
Le voci dicono di una Lega che vorrebbe più peso nelle direzioni Rai. Le cronache di cui sopra sussurrano fra una porta e l’altra dei mitici corridoi di viale Mazzini a proposito degli appetiti del partito fondato da Umberto Bossi, di richieste che vanno dalla direzione intrattenimento day time, alla TgR, passando per Rai Pubblicità e dulcis in fundo pure la direzione approfondimenti. Niente di tutto questo, o quasi.
Il varo della nuova direzione contenuti
Nella realtà delle cose l’unica decisione che verrà presa subito dopo la nomina di Simona Agnes alla Presidenza Rai è quella del varo della direzione contenuti. Stefano Coletta sarà il governatore massimo dei palinsesti Rai, visto che sarà lui il direttore dei contenuti, o come dice chi parla bene “chief content“. L’ottimo Coletta sarà un gradino sopra i direttori di genere e distribuzione e sarà sotto solamente all’Amministratore delegato, che lo ha scelto per questo delicato compito.
Stefano Coletta direttore contenuti Rai
In sostanza il buon Coletta avrà l’ultima parola non solo sulla distribuzione dei contenuti nei palinsesti delle tre reti televisive, ma anche e qui sta la vera novità, avrà anche l’ultima parola editorialmente parlando. Potrà infatti dire al direttore di genere che gli proporrà un tal programma, se quel programma è adatto si o no a quel particolare slot orario e a quella determinata rete. Un passo in avanti quindi rispetto all’attuale distribuzione.
Come funziona la nuova direzione contenuti Rai
Insomma in poche parole, come avevamo già anticipato mesi fa, i direttori di genere si trasformeranno -per così dire- in promotori di programmi, un po’ come accade ora con le case di distribuzione esterne Rai (Endemol, Banijay, Fremantle, Blu Jazmine, Stand by me, etc.). La distribuzione rimarrà e sarà in pratica una costola della nuova direzione contenuti e avrà un direttore autonomo, che sarà una specie di vigile urbano che dirigerà il traffico dei programmi nelle varie reti.
Niente nomine, se non quelle “tecniche”
L’intenzione sarebbe quella di non procedere, almeno a breve, ad altre nomine, fermo restando nel caso in cui si coinvolga nella nomina del “distributore” ad una figura attualmente a capo di un genere. Ma alla distribuzione potrebbe andare più facilmente un dirigente non coinvolto nelle direzioni di genere, per esempio una figura come Maurizio Imbriale, attualmente direttore contenuti digitali, ma già esperto di “distribuzione”.
La riduzione e l’accorpamento delle direzioni di genere
Molto probabile, ma questo per la confezione dei prossimi palinsesti autunnali, che le direzioni intrattenimento day time e prime time vengano unificate, così come quelle della Fiction e Documentari. Angelo Mellone guiderebbe la super direzione day time-prime time, con due vice direttori vicari, uno per il day time e uno per il prime time. Maria Pia Ammirati guiderebbe la nuova direzione Fiction-Documentari.
I movimenti nelle direzioni di testata
Ci sarà poi la questione Tg3 da sistemare dopo l’uscita di Mario Orfeo, ma questo senza alcuna fretta. L’attuale direttore ad interim Pierluca Terzulli sta operando molto bene, anche in termini di ascolti. Le direzioni del Tg1 e del Tg2 non dovrebbero essere toccate, cosi come quella di Rai News. Per quel che riguarda la TgR con l’uscita di Alessandro Casarin è tutta una questione leghista, anche se Fratelli d’Italia tiene gli occhi bene aperti.