RAI – Il presidio di Via Teulada contro il bavaglio all’informazione
Si conta qualche centinaio di persone al massimo al presidio di Via Teulada a Roma, contro il bavaglio all’informazione, quindi contro la sospensione dei programmi di approfondimento in RAI. Ma non era certo la partecipazione popolare di massa, che interessava i protagonisti della singolare protesta. Una protesta che – in un Paese normale, quello che
Si conta qualche centinaio di persone al massimo al presidio di Via Teulada a Roma, contro il bavaglio all’informazione, quindi contro la sospensione dei programmi di approfondimento in RAI. Ma non era certo la partecipazione popolare di massa, che interessava i protagonisti della singolare protesta. Una protesta che – in un Paese normale, quello che l’Italia forse non è più – potrebbe essere senz’altro considerata storica.
Sentito e coinvolgente l’intervento di Michele Santoro, che sottolinea il ruolo centrale dell’informazione nella vita del cittadino che ha diritto di fare domande, porsi dubbi. Che ha diritto, insomma, di essere informato; sottolinea l’incapacità della politica di rispettare le sue stesse regole (si vedano in merito le recenti polemiche riguardanti le esclusioni di liste dalla prossima tornata elettorale); soprattutto sottolinea che questa è una battaglia di tutti per tutti. Anche per Vespa, dunque. Anche se Vespa è di altra opinione.
Interviene anche lui, Bruno Vespa, comunque. Con toni molto più pacati rispetto alle dichiarazioni odierne contro Santoro, pur ribadendo il concetto delle regole da rispettare. Persino lui, in ogni caso, ammette che è stata scritta una pagina di storia molto brutta. E incassa anche i fischi dalla piazza.
Poi, Floris, Vianello, Giulietti, Natale. Al telefono da Milano, c’è persino Paragone. Tutti d’accordo sulla gravità di questo bavaglio coatto che, per un mese, la RAI dovrà subire.
Infine, Santoro annuncia che il 25 marzo ci sarà
uno sciopero bianco sulla libertà di espressione, saremo in una piazza di una città italiana e sarà una trasmissione straordinaria.
Una trasmissione che non andrà in onda in RAI ma che troverà la via del web. Ci resta solo la rete, mi ha detto qualcuno, qualche giorno fa. Speriamo, ho risposto io.