Rai fuori da Sky? Gli ascolti calano. Intanto lo schermo blu è già comparso 168 volte. Adiconsum: “La soluzione è il decoder multiscript”
Il problema della Rai, quello più svelato, giunti a questo punto della guerra televisiva più cruenta che si ricordi in tempi recenti, è che si comporta precisamente come una tv commerciale. Lei, che dovrebbe essere soprattutto una questione pubblica. Se perfino in Argentina – dove di certo non stanno meglio di noi – la televisione
Il problema della Rai, quello più svelato, giunti a questo punto della guerra televisiva più cruenta che si ricordi in tempi recenti, è che si comporta precisamente come una tv commerciale. Lei, che dovrebbe essere soprattutto una questione pubblica. Se perfino in Argentina – dove di certo non stanno meglio di noi – la televisione di Stato decide di offrire gratuitamente ai propri abbonati tutto il campionato di calcio, per ovviare alla crisi che lo stava bloccando, capiamo bene come il nostro Paese sia un meraviglioso coacervo di contraddizioni e bugie.
Come si apprende da un articolo di Repubblica, a firma Aldo Fontanarosa, in 19 giorni – cioè tra il 2 e il 20 agosto – sono stati ben 168 i programmi Rai oscurati: nello specifico 19 eventi di RaiUno; 23 eventi di RaiTre; addirittura 126 di RaiDue. Si tratta di cartoni animati, serie televisive, film e partite di calcio. In tal senso, basti ricordare la mancata diretta di Lazio-Elfsborg, match di Europa League programmato su Rai3, così come la finale di Supercoppa a Pechino, l’amichevole della Juve con il Villarreal, la partita della Nazionale italiana con la Svizzera e così via. Un’overdose bulimica che lascia interdetti i corretti pagatori e gli osservatori del settore.
Citiamo direttamente dall’articolo di Fontanarosa:
“L’oscuramento ha invaso tre fasce orarie. Quella mattutina di RaiDue, intanto. Tre le 7 e 30 e le 10 e 45, non si vendono più sei serie di cartoni animati (dalla “Sirenetta” a “I miei amici Tigro e Pooh”). Colpita anche la fascia pomeridiana di RaiDue, da cui sono sparite serie di telefilm come “Streghe” e “Law & Order”. Ma è soprattutto RaiTre a pagare un prezzo alto. L’8 agosto, ad esempio, la Terza Rete ha subìto un oscuramento totale che è iniziato alle 21 (con il film “Collateral”) ed è proseguito alle 23,30 con il film “Carter”. Stesso copione il 15 agosto, quando il doppio colpo di spugna ha cancellato prima “La banda degli onesti”, a seguire “Getaway” con Steve McQueen”.
Tutto ciò con un collasso degli ascolti. La seconda rete – sempre secondo l’articolo di Repubblica – perde lo 0,8% in termini di share. Tale crisi sfiora l’1% nella fascia dei telefilm (tra le 14 e le 18); mentre la perdita di RaiTre (in prima serata, tra le 21 e le 23) arriva all’1,4%.
“Chi invece difende l’opportunità del divorzio potrà aggrapparsi ad un altro dato dell’Auditel, stavolta favorevole alla tv di Stato. Parla di una tenuta, anzi di un progresso di RaiUno (che aumenta ad agosto fino al 2,9% in prima serata). E’ come se molti italiani – trovando lo schermo blu su RaiDue oppure su RaiTre – abbiano riparato intanto su RaiUno”.
Da qui si torna a bomba: la Rai decide, per una questione di pura economia, di non rendere disponibile una parte della propria programmazione semplicemente a chi non è “cliente” diretto (un abbonato Sky, per esempio). Questa deviazione diabolica è alla base del più ovvio meccanismo commerciale, appunto.
Interpellato da Il Salvagente, il respondabile di Adiconsum del settore media digitali e Ict, Mauro Vergari, spiega:
“La Rai può criptare quelle trasmissioni per le quali Viale Mazzini ha i diritti ‘domestici’, come film di prima visione televisiva e partite di calcio, e per le quali è obbligata alla trasmissione solo nazionale, mentre le parabole captano il segnale in tutta Europa. D’altronde, è una pratica largamente usata anche da Mediaset. Ma la soluzione esiste. E si chiama decoder unico, o meglio ‘multiscript’. Sky dovrebbe aprire il proprio decoder ad altre codifiche, rinunciando al decoder di proprietà; oppure entrare nella codifica di Tivùsat. In questo modo, la Rai sarebbe visibile anche dagli utenti di Sky. Il problema è che questo dovrebbe già succedere, perché la legge è chiarissima. Si chiama “delibera 216/00″, ed è stata firmata dell’Agcom. Una delibera, però, che è rimasta lettera morta, nonostante diversi esposti, tra cui anche quello di Adiconsum”.
Il giro si chiude: fatta la legge, trovato l’inganno. Welcome in Italy.