Rai, Fabio Fazio, Festival di Sanremo e la risposta dell’ad Roberto Sergio
Fabio Fazio “polemizza” con Rai circa l’ospitata (mancata) del vincitore del Festival di Sanremo al suo “Che tempo che fa” sul Nove. La risposa dell’ad Roberto Sergio
Nel giorno del compleanno della televisione in Italia, che TvBlog ha festeggiato con una intervista a Renzo Arbore, scoppia (si fa per dire) una polemica innescata da una frase di Fabio Fazio in una intervista a Sette. Nella rivista distribuita in abbinamento obbligato con il quotidiano Corriere della sera, il conduttore ligure ha voluto dire la sua a proposito di una “norma” che riguarda il vincitore del Festival di Sanremo. Esso era solito accasarsi la sera della domenica a Che tempo che fa.
Il vincitore del Festival di Sanremo la domenica sera a “Che tempo ch fa”
La consuetudine è nota a tutti. Da molti anni il vincitore del Festival di Sanremo, si recava nella puntata domenicale di CTCF che segue la finale della celebre kermesse canora, percorrendo il tratto che separa Sanremo da Milano, in direzione del capoluogo lombardo, per partecipare al varietà che allora era di Rai3, poi di Rai1, poi di Rai2 ed infine ancora di Rai3. Una consuetudine che quest’anno non avverrà, perchè come molti di voi sapranno, Che tempo che fa è emigrato sul Nove.
«Ora sarà sicuramente una coincidenza il fatto che di solito il vincitore veniva da me. Perché non può essere vero che è stata fatta una regola contro il mio programma. Non può essere vero. Anche perché a Natale siamo tutti più buoni…».
La risposta dell’ad Rai alle parole di Fabio Fazio
Queste sono state le parole di Fazio alla rivista distribuita con il quotidiano che fu diretto da Giovanni Spadolini. Una frase con un retrogusto polemico, che ricorda una diatriba innescata sempre dal conduttore ligure circa i social network di Che tempo che fa, di proprietà Rai. A questa battuta di Fazio ha voluto rispondere l’ad della Rai Roberto Sergio con queste parole:
Il vincitore di Sanremo, la sera della domenica, andava da Fabio Fazio… quando era in Rai. Ora che lui è alla Nove, rete concorrente, il vincitore sarà sempre ospite in Rai. Non vedo alcuna differenza col passato. Non c’è nessuna novità. Ogni motivo è buono per contestare la Rai. Ma l’unica verità è che oggi e, nonostante i profeti di sventura, anche per il futuro, in Italia la televisione è la Rai. Che continuerà a contribuire alla costruzione dell’identità nazionale, consentendo ai cittadini di riconoscersi dentro una memoria che appartiene a tutti.
Il compleanno della televisione e le parole di Roberto Sergio e Giampaolo Rossi
Oggi poi, come dicevamo giorno del compleanno della Rai che sarà celebrato -intanto- televisivamente parlando da uno speciale appuntamento con il Rischiatutto 70 condotto da Carlo Conti, l’ad Rai Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi hanno voluto cosi commentare l’importante ricorrenza con un comunicato congiunto:
Memoria, orgoglio, responsabilità: parole che in questo giorno di festa per i settant’anni della nascita della “nostra” Tv ci richiamano ai valori fondanti dell’essere servizio pubblico. La memoria di quanto Rai ha fatto per la crescita del “sapere” del nostro Paese; l’orgoglio di essere la più grande azienda culturale del Paese, pilastro del pluralismo e della democrazia, e motore dell’industria dell’audiovisivo nazionale; la responsabilità di continuare a esserlo concretamente. Perché questi settant’anni – e queste tre parole – ci indicano la strada per il futuro: continuare a contribuire a costruire l’identità nazionale consentendo ai cittadini di riconoscersi dentro una memoria che appartiene a tutti e mantenere – pur in un mercato radicalmente mutato e altamente competitivo rispetto al passato – il ruolo di leader di ascolti di capacità d’innovazione tecnologica e di prodotto. Da parte nostra è doveroso ringraziare di cuore le donne e gli uomini che hanno reso grande la Rai in questi 70 anni e coloro che oggi, con dedizione e passione consentono che la Rai sia uno dei più grandi e influenti servizi pubblici radiotelevisivi e multimediali d’Europa.