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Rai condannata per l’assunzione di Gianluca Semprini

Il Tribunale del Lavoro ha condannato la tv pubblica per comportamento antisindacale in relazione al metodo con cui è stato assunto il conduttore di Politics

pubblicato 22 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 19:47

Ancora problemi intorno a Politics. Il nuovo programma di Raitre non sta riscontrando soltanto difficoltà dal punto di vista degli ascolti (l’ultima puntata è andata sotto il 3% di share). Infatti, è notizia delle scorse ore che la Rai è stata condannata dal Tribunale del Lavoro per comportamento antisindacale, in relazione al metodo con cui è stato assunto Gianluca Semprini.

La Rai era stata denunciata per comportamento antisindacale al Tribunale Civile, Sezione Lavoro, di Roma dall’Associazione Stampa Romana, su richiesta dell’Usigrai insieme all’Fnsi.

L’Unione Sindacale Giornalisti Rai aveva denunciato che l’assunzione di Semprini era avvenuta senza che fosse stato seguito l’iter previsto dal contratto di lavoro dei giornalisti. In particolare, veniva lamentata la violazione dell’articolo 6 che attribuisce al direttore di testata la facoltà e il potere di proposta di assunzione e nomina, mentre nel caso di Semprini era stata direttamente la direttrice di Rai3, Daria Bignardi, a farsene carico e non il direttore di Rai News 24 Antonio Di Bella. L’Usigrai denunciava la violazione dell’articolo 34 dello stesso contratto nazionale, articolo che fa riferimento alle prerogative della rappresentanza sindacale.

La Rai si era difesa sostenendo che l’assunzione dell’ex giornalista di SkyTg24 era avvenuta rispettando le regole “in accordo con il direttore editoriale per l’offerta informativa Verdelli e con il consenso del direttore di Rainews24, Di Bella” e quindi senza alcuna violazione delle procedure e del contratto nazionale di lavoro giornalistico.

Il Tribunale però ha dato torto alla tv pubblica. Che ora replica osservando che il ricorso alla deroga riguardo la normale procedura selettiva per l’assunzione del giornalista è stato legittimo:

Alcuna censura può muoversi alla Rai in ordine alla scelta di non promuovere un job posting per il ruolo di conduttore televisivo.

La Rai ha dato mandato ai propri legali di impugnare i capi del provvedimento relativi alla lamentata natura antisindacale della condotta aziendale.

Rai 1