Rai: “Clerici ingrata, non dovevamo cedere a 1,8 milioni l’anno. L’Isoardi faceva risultato”
Il contratto di Antonella Clerici, per cui manca ancora la sigla definitiva, è sempre oggetto di mille polemiche. A ridosso di Ferragosto si era arrivati a stabilire per la conduttrice, che aveva richiesto 2 milioni di euro l’anno, un compenso di 1,8 milioni (quello in scadenza prevedeva 1,5 milioni di euro compresa la conduzione del
Il contratto di Antonella Clerici, per cui manca ancora la sigla definitiva, è sempre oggetto di mille polemiche. A ridosso di Ferragosto si era arrivati a stabilire per la conduttrice, che aveva richiesto 2 milioni di euro l’anno, un compenso di 1,8 milioni (quello in scadenza prevedeva 1,5 milioni di euro compresa la conduzione del Festival di Sanremo) A quanto pare i consiglieri Rai non hanno gradito il tira e molla e, pur essendo giunto a un accordo, si sono sentiti vittima di un ricatto contrattuale che depone male per il futuro.
Dalle pagine del Corriere della Sera, è piuttosto irato il consigliere Nino Rizzo Nervo:
“Sono deluso che un’artista cresciuta e maturata in Rai non si sia resa conto del momento che sta attraversando l’azienda. Mi sarei aspettato maggior collaborazione. A un certo punto della trattativa mi sono anche domandato: ma se noi non lo rinnoviamo la Clerici cosa fa la prossima stagione televisiva? Non dimentichiamo che con l’Isoardi La prova del cuoco non ha diminuito ascolti o ricavi pubblicitari. La forza è del format e del marchio”.
Prosegue Nervo, con un’interessante disamina sui deliri di onnipotenza dei big della tv, esasperati dalla mancanza di un rinnovo generazionale:
“Con la Clerici abbiamo giocato sulla difensiva per non perderla. Ma le aziende che fanno tv sono poche e hanno loro la maggior forza contrattuale. Dovremmo calmierare i cachet degli artisti che con le loro richieste non considerano il mercato. Non si rischia. Nemmeno sui nuovi volti, non si fa vivaio. Ma non dimentichiamo che uno come Bonolis è partito dalla tv dei ragazzi. Io avrei adottato la linea del contenimento costi complessivi, riconfermando tutti vecchi contratti ma decurtati del 15%. Anche a costo di perdere qualcuno”.
Quando si dice, un’amarezza bipartisan. Nervo è del Pd, mentre Antonio Verro del Pdl. Eppure, quest’ultimo si trova concorde con il socio:
“Non ho gradito il tira e molla. Dalla Clerici mi sarei aspettato maggior riconoscenza e senso di responsabilità”.
Per la donna normale Antonellina non è il modo migliore, questo, per iniziare serenamente la nuova stagione tv. La Rai la aspetta già al varco se non dovesse fare il risultato sperato.