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Rai Academy, Campo Dall’Orto lancia la scuola di formazione per i lavoratori della tv pubblica

Costerà 15 milioni di euro in tre anni. L’annuncio dell’ad Campo Dall’Orto

pubblicato 20 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:19

Arriva l’accademia per aggiornare i professionisti che lavorano in Rai. Si chiama Rai Academy ed è “l’importantissimo progetto“, per usare le parole di Antonio Campo Dall’Orto, per il quale è previsto l’investimento di 15 milioni di euro in tre anni. Ne ha parlato proprio l’amministratore delegato della tv pubblica in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero:

Per riuscire a innovare così tanto, abbiamo bisogno che tutta l’azienda sposi questa discontinuità verso la media company. Quindi lanciamo un grande piano di formazione per tutte le persone che lavorano in Rai. La prima cosa che un’azienda deve fare è aggiornare professionalmente le persone. Non è sufficiente dire: veniteci dietro. Negli ultimi dieci anni, o forse di più, non c’è mai stato un progetto così ampio e di cambiamento come Rai Academy. In che cosa consiste, praticamente? Verrà fatta una formazione sia teorica e ci assoceremo alle maggiori università italiane e in prospettiva anche straniere, oltre che sulle strutture che già abbiamo come la scuola di Perugia sia sul lavoro. Faremo da un lato una formazione molto diffusa, e dall’altro lato una formazione più specialistica e di alto livello.

CDO ha spiegato che fino a dicembre prossimo l’azienda mapperà le competenze, “poi avvieremo il piano triennale di formazione, nel quale andremo a mettere una somma ingente“, ossia “5 milioni di euro all’anno“:

In un triennio, crediamo di arrivare, con i due tipi di formazione, fino alla metà della popolazione che lavora in Rai (…) La Rai Academy è un incentivo a investire su noi stessi. Così che la professionalità di ognuno possa valere oggi, domani e dopodomani in un mondo dei media che cambia continuamente. Per rimanere forti, bisogna riuscire ad essere costantemente aggiornati. Noi miriamo a fare emergere, attraverso questa iniziativa fondamentale, tutto il valore che c’è nell’azienda. Rai Academy servirà a formare anche le Persone che stanno in video. Riguarderà tanti mestieri. La somma di competenze e meritocrazia è la base di tutto questo progetto.

L’ad Rai sui temi caldi non si è sbilanciato. Per esempio, a proposito delle rimandate nomine dei direttori dei tg si è limitato ad affermare che “verranno fatte al momento giusto“. Sul ritorno dei grandi vecchi come Baudo e Santoro ha fatto notare che “tradizione e innovazione devono camminare insieme” perché “la nostra missione è quella di essere un servizio pubblico universale, che parla a tutti. A chi non ci segue ma anche al nostro pubblico tradizionale: l’innovazione non deve dimenticare l’inclusione“.

Infine, in merito al capitolo talk show:

I talk show si sono consumati anche per eccesso di auto-referenzialità. Nella Rai della prossima stagione ci saranno più immagini fuori, e intendo dire più immagini del Paese reale, e meno scontro di parole. Più reportage e meno politici che parlano tra di loro, in un contesto che non facilita la comprensione da parte dei cittadini. Noi, alla luce di tutto questo, stiamo cercando di capire se esiste una nuova formula, più attrattiva, di talk show per raccontare la nostra società. Il talk show morbido al posto del talk show polemico? La nostra volontà non è questa. È quella di fare un talk show più breve, più denso, più serrato e anche più politico.

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